The Economist asfalta (anche) il governicchio federale: “le sanzioni hanno fallito”

Ma guarda un po’, secondo la stampa d’Oltralpe sarebbe ormai pronto il rapporto farlocco sulla neutralità elvetica commissionato dal Dipartimento degli Esteri.

Rapporto farlocco, perché il giochino che ci sta dietro è fin troppo chiaro: prima si rottama la neutralità per calare le braghe davanti ai padroni di Bruxelles e Washington. Poi si commissiona il rapporto taroccato per farsi dire che non è vero che la neutralità è stata rottamata, ma quando mai; e comunque non era possibile (?) fare diversamente: “sa po’ mia!”.

Chi è causa del suo mal…

Come scritto più volte, la neutralità elvetica è ormai diventata una barzelletta. Non ci crede più nessuno. La Russia ha già detto chiaro e tondo che la Confederella non è più neutrale; e dunquenon può aspirare ad alcun ruolo di mediazione nella guerra in Ucraina. La magnificata Ginevra internazionale può tanto chiudere baracca e burattini. Ma ben le sta: i primi a voler gettare nel water la neutralità sono stati proprio i radiko$ocialisti che imperversano da quelle parti. Chi è causa del suo mal…

Mancanza di attributi

Come volevasi dimostrare, il rapporto blatera di neutralità cooperativa. Il che è una contraddizione già in termini. In sostanza si tenta di benedire l’abbandono della neutralità perché per conservarla occorre saper far fronte alle pressioni. La via della neutralità è faticosa. Per percorrerla ci vogliono gli attributi. Il governicchio federale più debole della storia non li ha. Tutto qui.Non esistono neutralità parziali, a giorni alterni, o a geometria variabile. O si è neutrali, o non lo si è.

Deciderà il popolo

Il rapporto commissionato dal DFAE scarta come non percorribile la strada del ritorno alla neutralità integrale. Ovvio: è stato commissionato proprio con questo obiettivo. Sostenere altro sarebbe stata una brutale sconfessione del “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR a capo del Dipartimento. Intanto peròChristoph Blocher ha annunciato un’iniziativa popolare per il ritorno alla neutralità integrale. Speriamo che verrà lanciata quanto prima. Poi vedremo se i cittadini elvetici reputeranno “impossibile” il ritorno alla neutralità!

Il FLOP delle sanzioni

Nei giorni scorsi, ad asfaltare i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale ci ha pensato il – peraltro $inistrato settimanale britannico The Economist. La testata ha dedicato la copertina al fallimento delle sanzioni contro Mosca, le quali “non stanno funzionando”. «Il sistema finanziario russo si è stabilizzato e il Paese sta trovando nuovi fornitori per alcune importazioni, inclusa la Cina – scrive The Economist-. Nel frattempo, in Europa, una crisi energetica potrebbe innescare una recessione(…). Le autocrazie riescono ad assorbire il colpo iniziale di un embargo perché possono controllare le proprie risorse».

Non ne hanno azzeccata mezza

Ah, ecco! Cosa blateravano già il guerrafondaio americano RimbamBiden e la catastrofica presidenta della Commissione UE Ursula Von der Divano? Che le sanzioni avrebbero assestato colpi fataliall’economia Russia? Che avrebbero costretto Putin a fermare la guerra? Che, a seguito delle sanzioni, in Russia sarebbero scoppiate rivolte che avrebbero portato ad un cambio di regime? Campa cavallo che l’erba cresce!

Ancora una volta, questi personaggi non ne hanno azzeccata mezza; ma naturalmente a Berna il governicchio federale gli regge servilmente la coda!

Operazione Tafazzi

La realtà è che il prezzo, altissimo, delle sanzioni contro Mosca non lo sta certo pagando Putin. Lo stanno pagando i cittadini e le economie dei paesi sanzionatori! Proprio un bell’affare, complimenti! Ma si può essere più Tafazzi di così?

Lo stesso medico italianodel PLR, confrontato con la domanda sugli effetti boomerang delle sanzioni, ebbe la pessima idea di sproloquiare che “i cittadini svizzeri sono pronti a pagarne il prezzo, per difendere i valori occidentali”. Ma quali valorioccidentali? I cittadini stanno pagando il prezzo del calabraghismo e dell’inettitudine dei politicanti triciclati!

Da notare poi che la Svizzera, riprendendo con il copia-incolla le sanzioni della fallita UE contro i cosiddetti oligarchi russi, si è giocata anche la propria neutralità economica. Che era forse l’unico atout rimasto alla piazza finanziaria elvetica dopo la finedel segreto bancario, anch’essa provocata dalle calate di braghedegli sgovernanti bernesi.

Le sanzioni contro gli oligarchi, prese senza base legale, confermano che della piazza finanziaria svizzera ormai non ci si può più fidare. Quindi i borsoni in arrivo da Stati con governi “discutibili” (vedi la Cina, ma anche altri) si guarderanno bene dal portare qui i loro averi. Quelli che l’hanno già fatto li trasferiranno altrove. A Dubai, ad esempio, li aspettano a braccia aperte. Con quali conseguenze occupazionali per noi?

E’ ormai appurato che le sanzioni alla Russia, oltre ad essere contrarie alle neutralità e prive di base legale (quindi il rischio di vedersi poi costretti a pagare risarcimenti stellari è reale) non servono assolutamente ad un tubo e che NON fermano la guerra.Quindi è ora che la Svizzera cancelli le sue, nell’interesse dei cittadini elvetici!

Lorenzo Quadri