Altro che candidatura al Consiglio di Sicurezza: usciamo subito dalle Nazioni Unite!
Delle fregnacce dell’inutile bidONU ne abbiamo piene le scuffie, e da un bel bezzo.
I funzionarietti del bidONU, stante la loro totale e conclamata inettitudine nell’appianare i conflitti internazionali, pensano bene di dedicare il proprio tempo (strapagato) per impicciarsi in questioni di politica interna. Temi che sono di competenza dei singoli Stati, rientrando nella sovranità nazionale, e su cui il bidONU ed i suoi organi non hanno – né devono avere – alcuna voce in capitolo.
Politichetta immigrazionista
E naturalmente gli interventi del bidONU sono improntati allapolitichetta immigrazionista, multikulti e “woke”. Non per nulla, con il suo demenziale Patto sulla migrazione – quello che il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) Ignazio Cassis (PLR) sogna sempre di sottoscrivere – vorrebbe trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano.
E’ poi scontato che il bidONU non si sogna di infastidire gli Stati che davvero violano i diritti umani. Non sia mai. I forti non si toccano; e gli islamisti nemmeno. Le Nazioni (dis)Unite vanno invece a bacchettare i Paesi deboli e calabraghisti. Tra questi ultimi si annovera anche la Svizzera.
Oltre ogni decenza
Le ultime farneticazioni dei sedicenti esperti (?) del bidONU polverizzano ogni decenza. Lorsignori si permettono di venire a blaterare di razzismo sistemico (?) nel nostro Paese. Oltretutto come esempio hanno la tolla di citare il criminale “non patrizio”Carlos (ovvero Brian). Quello che è già costato al contribuente una paccata di milioni.
Nelle loro farneticazioni ideologiche, i presunti esperti dell’ONU accusano addirittura la Svizzera di essere legata alla schiavitù (aspettiamo di sapere quali sarebbero state le colonie africane della Confederella), per poi andare a cianciare di “molestie, provocazioni e misure punitive” nelle università e nelle scuole, edi “impunità della polizia”.
In un crescendo di fregnacce, i burocrati arrivano a pretendere più “dati etnici” per valutare la portata della presunta “discriminazione razziale” e ad esigere indagini su tutte le morti in detenzione (quindi si riconosce che la stragrande maggioranza dei carcerati in Svizzera è composta da delinquenti stranieri). E avanti con le amenità.
Silenzio sul razzismo d’importazione
A questi presunti “esperti” bisogna rispondere una cosa sola: andate a Baggio a suonare l’organo!
In Svizzera un quarto della popolazione è straniera. A questa quota, già stratosferica di suo, va aggiunta la pletora di doppi-passaporti. Però gli strapagati burocrati del bidONU hanno ancora il coraggio di blaterare di “razzismo sistemico”. Ma cosa si sono fumati?
Per contro, costoro non hanno nulla da dire sul razzismo d’importazione. Ossia il razzismo introdotto in Svizzera da migranti in arrivo da “altre culture” (in genere islamiste, ovvero quelle che piacciono al bidONU), i quali sono razzisti, sessisti, antisemiti, cristianofobi e omofobi.
Sul razzismo d’importazione tace omertoso il BidONU e tace omertosa pure l’inutile Commissione federale contro il razzismo, che serve solo a dare enfasi ad un non-problema (il razzismo in Svizzera è infatti un non-problema) e che va pertanto abolita, come da mozione della Lega a Berna. Un assordante silenzio giunge pure dalla stampa di regime. Quella adagiata sul pensiero unico mainstream (multikulti, immigrazionista, euroturbo, climatista, spalancatore di frontiere,…) e che però pretende di MUNGERE ulteriori sussidi pubblici nel nome di una “pluralità” farlocca, del tutto inesistente nella realtà!
Quattro evidenze
Le ultime imbecillità dei burocrati bidONU sul “razzismo sistemico” nel nostro Paese rendono evidenti almeno quattro cose:
#swissexit