Grazie, fautori del multikulti! In casa nostra l’islam conta di più del cristianesimo?
A Kloten è successo qualcosa di inquietante! La scuola reclute, come in varie altre località della Svizzera, volge ormai al termine. Però, poiché lo scorso giovedì (giorno dell’Ascensione) coincideva con la fine del Ramadan, ai militi islamici è stato concesso di rientrare in famiglia per festeggiare. Mentre tutti gli altri soldati dovevano rimanere in caserma e pure sorbirsi una marcia di 30 km. Lo ha riferito il quotidiano gratuito d’Oltralpe 20 Minuten nei giorni scorsi.
Detto in altre parole: l’esercito svizzero (non quello afghano) privilegia i musulmani. Ai cristiani, infatti, mica è stato concesso di trascorrere la loro festa in famiglia: per l’Ascensione sono dovuti restare in servizio.
Ormai siamo proprio alla frutta. Ci sono graduati militari che ritengono che in Svizzera le ricorrenzemusulmane siano più importanti di quelle cristiane.
Noi non possiamo. Loro invece…
Piaccia o non piaccia agli immigrazionisti spalancatori di frontiere, questo è un paese cristiano da circa 1500 anni. E’ ovvio che nei paesi cristiani si festeggiano le feste cristiane, non quelle musulmane. E invece c’è chi, all’interno delle istituzioni elvetiche (esercito) fa l’esatto contrario!
Non solo. Nei cantoni protestanti, gli svizzeri di religione cattolica non possono assecondare le festività del loro calendario, ma si devono adeguare a quello locale. Anche nelle istituzioni. Ad esempio, il parlamento federale si riunisce anche durante le ricorrenze cattoliche: a Berna non è festa. Però ai musulmani, e solo a loro (non agli ebrei, non ai buddisti) deve essere concesso di seguire il proprio calendario? Qui qualcuno è fuori come un pluviale! Chi pretende di essere esentato dal lavoro in occasione delle feste islamiche, fa il piacere di trasferirsi in un paese musulmano. Più semplice di così…
I trattamenti speciali per i militi musulmani in Svizzera non hanno ragione di esistere, ed inoltre fanno nascere una serie di inquietanti interrogativi. Ad esempio: la difesa del paese è garantita durante il Ramadan? E soprattutto: se l’esercito svizzero dovesse venire impiegato per combattere una minaccia islamista – ipotesi non certo fantascientifica – bisognerà fare i conti con defezioni ed ammutinamenti?
Cappellate a raffica
Sotto la guida (?) della Consigliera nazionale uregiatta Viola Amherd (Viola chi?) nelle forze armate elvetiche ne succedono di tutti i colori. Ricordiamo che di recente si è deciso di introdurre la figura dell’imam dell’esercito. Ciò significa esporsi volontariamente al rischio di portare dei radicalizzatoriall’interno stesso delle forze armate.
Un altro progetto in divenire è l’introduzione nell’esercito di militi stranieri facendo ricorso alla consuetatattica del salame: una fetta alla volta. All’inizio solo in “determinate funzioni”. Poi anche in tutte le altre perché – ça va sans dire – un’integrazione parziale sarebbe “discriminatoria”. La difesa del paese in mano a stranieri e ad islamisti: ecco il bel disegno della partitocrazia e della consigliera federale PPD! In considerazione di simili performance dei loro più gallonati esponenti, gli uregiatti della svizzera tedesca e francese hanno fatto molto bene ad eliminare il riferimento cristiano dal nome del partito: mantenerlo sarebbe stata una farsa.
Società parallele
Adesso, tanto per non farsi mancare nulla, arrivano anche le licenze speciali per militi islamici. Per ora, stando a 20Minuten, solo in alcune scuole reclute, a discrezione dei rispettivi comandi. Ma presto, è facile prevederlo, verranno generalizzate. Già adesso spesso e volentieri vediamo circolare sui social immagini di militi “svizzeri” che posano orgogliosi davanti alla bandiera con l’aquila bicipe (simbolo della grande Albania). Ciò ricorda episodi incresciosi degli scorsi anni che hanno interessato la nazionale di calcio sedicente svizzera (i giocatori che esultano con il gesto dell’aquila).
Queste derive sono peoccupanti. Ed invece proprio l’esercito – simbolo e difesa della nazione – le coltiva al proprio interno. Chi ringraziamo?
Con l’imam dell’esercito e con le festività musulmane si creano delle società parallele all’interno delle forze armate. Dopo aver permesso alle reclute islamiche di festeggiare la fine del ramadan mentre quelle cristiane rimanevano in servizio, quale sarà il prossimo passo? Giudicare gli imputati musulmani secondo la sharia? Equello successivo?
Ecco dove ci stanno portando i politichetti della partitocrazia, imbesuiti dal multikulti!
Lorenzo Quadri