La partitocrazia ha rottamato uno dei pilastri del Paese. Ma rimediare è possibile

La neutralità svizzera non c’è più. E’ stata demolita dal governicchio federale e dalla partitocrazia. I politicanti della casta hanno calato le braghe al primo cip in arrivo da Bruxelles e Washington ed hanno spazzato via uno dei pilastri del Paese. Per fare fessi i cittadini hanno poi diffuso, con la complicità della solita stampa di regime, la fregnaccia secondo cui tale passo sarebbe stato “inevitabile”. Ma va là!

Dato di fatto è che ormai la neutralità elvetica esiste solo nei blabla dei politichetti che si parlano addosso tra loro. A livello internazionale non ha più alcuna credibilità. Quanto alla “neutralità cooperativa” del “medico italiano” del PLR, è una non-neutralità. Quindi una farsa. Non inganna nessuno.

Questa situazione è disastrosa per la Confederazione. Pone una pesante ipoteca sul nostro futuro, sia politico che economico. Inoltre spiana la strada a deleteri “avvicinamenti” – ovvero asservimenti – della Svizzera alla NATO, all’UE, e compagnia brutta. La rottamazione della neutralità è un tassello di quella politica di svendita del Paese che la partitocrazia ci propina da anni, contro la volontà dei cittadini e con la tattica del salame.

Però la possibilità di rimediare a questo scempio l’abbiamo. Martedì è partita la raccolta delle firme per l’iniziativa popolare federale che chiede il ritorno alla neutralità integrale. Solo così la Svizzera si garantisce un futuro e mantiene lo storico ruolo di mediatrice nei conflitti internazionali. Una Svizzera neutrale è utile alla pace nel mondo. Una Svizzera schierata, come lo è oggi, è solo un’irrilevante vocina che strilla nel coro.

I formulari dell’iniziativa per il ripristino della neutralità saranno inseriti in un prossimo numero del Mattino. Firmate tutti!

 

Lorenzo Quadri

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