Cassa pensioni del Cantone: altro che “compensare” con i soldi dei contribuenti!
Ripetiamo ancora una volta. Il contribuente ticinese, alla Cassa pensioni del Cantone – quella che l’allora ministro delle finanze PLR Dick Marty definì “la Rolls Royce degli istituti previdenziali” – ha già dato. Abbondantemente.
Nel 2013 ci fu il contributo di risanamento di MEZZO MILIARDO. E la partitocrazia in Gran Consiglio avrebbe fatto il bis se la Lega ed il Mattino non si fossero messi per traverso promettendo il referendum.
Adesso arriva il nuovo capitolo, ovvero la riduzione del tasso di conversione. Quello della Cassa pensioni cantonale si situa a livelli stellari: un 6.17% che è ormai diventato insostenibile. Di conseguenza, l’istituto ha deciso di ridurlo al 5%. Che è poi il tasso applicato dalle altre casse pensioni (quello di alcune è pure inferiore). Però i funzionari ed i loro $indakalisti non ci stanno. Sicché mercoledì sono scesi in piazza per pretendere compensazioni. E chi le dovrebbe finanziare? Ma lo “Stato”, ovviamente! Vale a dire i contribuenti con le loro imposte! Quei contribuenti che il tasso di conversione al 6.17% se lo possono sognare, che hanno già fatto sacrifici per risanare le loro, di casse pensioni, e che non sanno più da che parte voltarsi per arrivare a fine mese. Ma non se ne parla proprio! E dunque ribadiamo: se qualcuno immagina di “compensare” la riduzione del tasso di conversione dell’IPCT con i soldi dei cittadini ticinesi, il referendum è garantito.
E’ poi scandaloso che i docenti direttamente toccati dalla misura si siano messi a fare campagna politica pro-saccoccia nelle scuole, tentando di fare il lavaggio del cervello agli allievi. L’ abuso è manifesto. Però il DECS targato P$ non ha nulla da dire. Si fosse trattata di propaganda di “destra”…
Lorenzo Quadri
A pagina 2
Dida:
Società a due velocità: pensionati cantonali privilegiati, mentre tutti gli altri…