Sembrerebbe una barzelletta, se solo facesse ridere. Purtroppo non è il caso. Dopo il Consiglio degli Stati che ha deciso una decina di giorni fa, anche il Nazionale dovrà a mesi esprimersi sul cosiddetto corridoio di 4 metri sull’asse ferroviario del Gottardo.
Il corridoio di 4 metri serve per far transitare sui treni i grossi container in uso (sempre più) per il trasporto merci nell’UE. In concreto si tratta dunque di adattare una ventina di gallerie e 150 altri punti per permettere il passaggio di convogli più alti. Per quel che riguarda i treni passeggeri, il corridoio a 4 metri ha il vantaggio di permettere il transito dei convogli a due piani.

Senza il corridoio a 4 metri, il principio delle “merci sul treno da confine a confine” va ampiamente a farsi benedire.  Ossia quel principio per cui gli svizzerotti stanno costruendo, e pagando interamente di tasca propria, AlpTransit. Ciò per la modica somma di 24 miliardi.

Ora, realizzare il corridoio a 4 metri costa poco meno di un miliardo: 700 milioni in Svizzera e – e qui arriva la barzelletta – 230 milioni in Italia. Il Consiglio degli Stati, già che c’era, ha pensato bene di attaccarci altri 50 milioni sulla linea del Sempione, questo per non dare l’impressione di spendere solo per l’asse ferroviario nord-sud, estremamente malvisto in Romandia. Arriviamo così alla simpatica somma di 980 milioncini.

Senza corridoio, salta il trasbordo

Quindi 230 o 280 milioni di Fr dovranno essere destinati a finanziare investimenti in Italia. Questa è la barzelletta: la vicina ed ex amica Penisola ci boicotta in mille modi, ci fa invadere da frontalieri e padroncini, se ne impipa dei doveri imposti dalla libera circolazione delle persone (perché ad applicare in modo autolesionista gli accordi bilaterali sono solo gli svizzerotti fessi), e non fa la propria parte nelle collaborazioni con la Svizzera, in particolare proprio quando si tratta di opere ferroviarie: vedi AlpTransit, vedi la catastrofe della Stabio-Arcisate. L’ultima cosa che vorremmo fare, dunque, è investire per opere da eseguire su territorio italiano. Perché dobbiamo pagare noi?

Perché non paga la vicina Penisola per opere sul suo – mica sul nostro – territorio? Semplicemente perché, se non paghiamo noi, l’Italia il corridoio a 4 metri proprio non lo farà. Perché non le interessa. La Svizzera spende 24 miliardi per AlpTransit con l’obiettivo di caricare le merci sul treno da confine a confine. Ma lo ha deciso e fatto senza garantirsi la collaborazione dei vicini. E a questi vicini, di AlpTransit non gliene potrebbe fregare di meno. A loro fa comodo continuare ad utilizzare il nostro Paese come corridoio di transito a basso costo per camion. Potremmo mettere l’Italia in difficoltà, e quindi costringerla ad assumere un ruolo più attivo nel trasbordo delle merci dalla strada alla ferrovia, se, ad esempio, decuplicassimo la tassa sul traffico pesante per i TIR che semplicemente attraversano la Svizzera per raggiungere il Nord Europa. Ma il kompagno Moritz Leuenberger a suo tempo calò le braghe con l’UE in materia di accordi bilaterali sul traffico terrestre, facendosi imporre dai balivi di Bruxelles amici suoi prelievi irrisori sugli automezzi europei. Di modo che anche questa via ci è preclusa.

Alptransit ed i suoi annessi e connessi, come può essere considerato il corridoio a 4 m, devono essere pagati interamente dalla Svizzera. E’ pur vero che i 230 milioni necessari per realizzare il corridoio a 4m in territorio italiano sono l’1% dei costi di AlpTransit.

Quello che non sta né in cielo né in terra è che dall’Italia non possiamo attenderci la minima collaborazione, nonostante quest’ultima approfitti alla grande della vicinanza del nostro Paese che è stato così sconsiderato da spalancare le frontiere e che persevera nell’applicazione masochista della libera circolazione delle persone.

E’ chiara una cosa: se la Confederazione sborserà 230 milioni per finanziare  il corridoio a 4 metri su suolo italico, come minimo smettiamo di versare i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri e ce li teniamo. Di più: li usiamo per finanziare la creazione di posti di lavoro per i ticinesi. Perché a fare sempre la figura dei fessi non ci stiamo.
Lorenzo Quadri