Fin troppo spesso alle nostre latitudini viene applicato il principio del “passata la festa, gabbato lo santo”. Ciò accade in modo palese in materia di premi di cassa malati. Dal lontano 1996 ai ticinesi vengono prelevati premi “pompati”. Quanto attinto eccesso dalle nostre tasche è utilizzato per compensare in quei Cantoni là dove i premi erano e sono, invece, troppo bassi. A chi – come l’allora capo dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS Bruno Cereghetti – segnalava la scorrettezza, il Dipartimento degli interni rispondeva che non era vero nulla. Ed intanto, per la serie oltre al danno la beffa, ai ticinesi indebitamente munti veniva pure rimproverato di essere degli spreconi, degli abusatori di prestazioni sanitarie. Gli altri invece, quelli che grazie ai nostri soldi pagavano meno del dovuto, erano i virtuosi. Quelli bravi.

Deprimente ripetitività
Finalmente anche a Berna l’Ufficio federale della sanità ha dovuto ammettere che il furto esisteva, ma che non c’era la base legale per correggerla. Intanto le tasche degli assicurati di questo sempre meno ridente Cantone continuano a venire indebitamente svuotate. I premi prelevati in eccesso, secondo uno studio commissionato dall’Ordine dei medici del Canton Ticino, hanno superato i 400 milioni. Alla fine il parlamento federale, infarcito di lobbysti dei cassamalatari (anche ticinesi targati PLR: ma chi è causa del suo mal…) nel marzo del 2014 dopo lunga e tormentata gestazione ha approvato la legge sulla compensazione dei rischi dei premi di cassa malati pagati in eccesso. Tutto è bene quel che finisce bene? Mica troppo. Tanto più che nel frattempo il Consiglio di Stato ha preso la balzana decisione di smantellare l’Ufficio assicurazione malattia del DSS, rinunciando così ad un importante centro di competenza proprio quando si trattava di far valere le nostre pretese. Sicché agli assicurati ticinesi è stata alla fine riconosciuta la restituzione di circa 70 milioni di Fr: una cifra nettamente inferiore a quanto pagato di troppo nel corso degli anni. Ma non solo: i cittadini ticinesi continuano tuttora a versare premi eccessivi ed infatti ogni anno si cuccano aumenti di premio al di fuori di ogni logica. Lo scenario si ripete con deprimente regolarità. Ogni anno un aumento ingiustificato, cui fanno seguito le proteste di rito, senza però che nulla cambi.

Nuova presa per il lato B
Ma lo scorso ottobre si è aggiuta l’ennesima presa per i fondelli.
Pro assicurato ticinese, il rimborso totale (di 70 milioni) è stato calcolato in 276.30 Fr versato in tre rate annuali. Il primo pagamento, di 82.60 Fr, è stato effettuato lo scorso mese di giugno. La Legge prevede che il rimborso venga finanziato per un terzo dalle casse malati, per un terzo dalla Confederazione e per un terzo dagli assicurati dei Cantoni che hanno pagato premi troppo bassi. Le casse malati devono finanziare la loro parte con le riserve, se le riserve sono insufficienti i soldi necessari al rimborso vanno prelevati dagli assicurati. La legge non dice esplicitamente che gli assicurati dei cantoni che hanno pagato troppo (e che dunque beneficeranno della restituzione) non vanno anche loro chiamati alla cassa. Si tratta di una lacuna. E’ tuttavia evidente che non si può far pagare il risarcimento a chi lo deve ricevere: non sta né in cielo né in terra. Lo capisce anche il Gigi di Viganello.

Ci sta bene tutto?
Eppure proprio questo è accaduto: per il 2016 gli assicurati ticinesi di 20 casse malati dovranno pagare 33 franchi supplementari per finanziare i rimborsi, che saranno decurtati dai rimborsi stessi. E quindi, il rimborso che riceveranno detti assicurati nel 2016 non sarà di fr. 82,90 ma in realtà di fr. 49,90.
Questa è dunque l’ennesima presa per i fondelli che ha trasformato il risarcimento dei premi pagati di troppo in una farsa grottesca. Che non può essere accettata. La scorsa settimana, chi scrive ha presentato un atto parlamentare al Consiglio federale chiedendo di intervenire. Obiettivo: impedire ai cassamalatari di uccellare per l’ennesima volta i ticinesi. Vedremo se qualcosa si muoverà. In caso contrario, vorrà proprio dire che i cittadini ticinesi vengono presi per scem. E che i rimborsi, di cui tanto si è discusso, sono solo aria fritta. Passata la festa gabbato lo santo, come si diceva in apertura.
Lorenzo Quadri