I fidanzatini divisi pazienteranno, come tutti. E l’arrivo dei frontalieri va limitato
Adesso la casta internazionalista e sovranofoba, che non ha ancora digerito la chiusura delle frontiere perché „libera circolazione über Alles“, preme perché si spalanchino i valichi. In particolare quelli con il Belpaese. E come suo solito ricorre – con l’aiuto della stampa di regime che fa da megafono – ai ricatti morali: “Ci sono coppie di fidanzati che non si possono frequentare, ci sono parenti che non si possono incontrare, e quindi (?) le frontiere vanno riaperte subito!”. Non è così che funziona.
Il problema è un altro. Il problema è che, malgrado le frontiere siano nominalmente “chiuse” (ma proprio solo nominalmente) i 70mila frontalieri possano entrare liberamente in Ticino dalla Lombardia, principale focolaio europeo, se non mondiale, del virus cinese. Il Ticino infatti si è impestato per colpa delle frontiere spalancate con la Lombardia. Frontiere che la partitocrazia ed i camerieri dell’UE in Consiglio federale non hanno voluto chiudere per tempo.
In tale contesto, fa ridere i polli che il ro$$o DECS cancelli gli esami di maturità perché tanti studenti che si spostano potrebbero generare contagi; intanto però, alla faccia dei contagi, i frontalieri possono entrare tranquillamente in Ticino. Tutti, dal primo all’ultimo. E mica solo per lavorare. Basta avere un permesso G e si entra.
Queste non sono “frontiere chiuse”. Questa è una presa per i fondelli!
Chi non è frontaliere…
Invece chi frontaliere non è la ramina non la varca, né in un senso né nell’altro, se non per situazioni di particolare emergenza. Da qui il problema dei “ricongiungimenti familiari” e dei fidanzati separati. Situazioni che adesso vengono usate come argomento per pretendere aperture indiscriminate. Frena, Ugo! L’anomalia non sono le frontiere chiuse. L’anomalia sono i frontalieri che entrano come se niente fosse. Quindi è a quel livello che bisogna intervenire. Facendone passare meno. Come già scritto a più riprese su queste colonne: devono arrivare solo i frontalieri “indispensabili”. Gli altri, a cominciare da quelli del terziario, restano a casa. Quei datori di lavoro, magari “non patrizi”, che si sono farciti di permessi G invece di assumere ticinesi, si possono attaccare al tram. E’ ora che chi ha assunto ticinesi venga finalmente PRIVILEGIATO.
Limitata anche la mobilità interna
Ben si capisce che chi ha familiari o fidanzati o cavalli (capita anche questo) in Italia viva attualmente una situazione di disagio. Ma le frontiere esistono. E se esistono si possono – e in caso di pandemia si devono – anche chiudere.
La casta e la stampa di regime, quelle che adesso starnazzano pretendendo riaperture, da anni tentano di far credere che le frontiere siano solo un retaggio razzista del passato. Lo scopo dell’operazione è chiaro: spingere i cittadini ad accettare la rottamazione della Svizzera, l’invasione da sud e l’asservimento alla fallita UE. Perché un paese che non difende i propri confini è un Paese morto. Ma, piaccia o non piaccia al triciclo ed ai suoi soldatini mediatici, i confini esistono. Questa è la realtà e bisogna tenerne conto. Del resto, anche chi vive in Italia in regioni diverse non può incontrare fidanzati, familiari o cavalli. Sarebbe il colmo se nel Belpaese non ci si potesse muovere liberamente tra una regione e l’altra ma si potesse invece attraversare il confine con la Svizzera “come se niente fudesse”!
Inoltre è il caso di ricordare che anche le case per anziani sono da mesi blindate. Anche qui c’è gente, tanta, che non può vedere i familiari.
I confini esistono
Tutti dovranno portare pazienza. E non accettiamo ricatti morali sulle frontiere da riaprire per non separare le coppiette. Le frontiere c’erano da prima delle coppiette. Bisognava tenerne conto, invece di dare per acquisito che mai sarebbero sorti problemi nel varcare il confine. Il fatto che finora ci si sia potuti muovere troppo liberamente, non vuol mica dire che quella situazione sarebbe andata avanti in eterno e senza interruzioni.
La lezione dello stramaledetto virus cinese è proprio questa: basta con la libera circolazione incontrollata!
Ipocrisia ro$$a
Fa poi ridere i polli che a strillare a sostegno della riapertura delle frontiere (primo veicolo di diffusione del virus) siano quei $inistrati che però contemporaneamente vorrebbero tenere chiuse, sempre con il pretesto del virus, tutte le attività produttive con la pretesa che lo Stato paghi il 100% dello stipendio a tutti. Naturalmente con i soldi del solito sfigato contribuente.
Lorenzo Quadri