La capitolazione non eviterà la guerra!

Quello degli yankees nei nostro confronti è un ricatto di stampo terroristico. E non è affatto vero che cedere è inevitabile

Dire che non c’è limite al peggio è banale. Purtroppo è anche realistico.
Il Consiglio degli Stati ha deciso di dare la luce verde alla lex USA. La Camera cosiddetta “alta” ha quindi segnato un punto di non ritorno nella politica e nello Stato di diritto svizzero. Ossia, si rottamano le nostre leggi per obbedire ai padroni Yankee. I quali fanno la voce grossa nei confronti della Svizzera perché cala le braghe, ma ben si guardano dall’affrontare, ad esempio, la loro questione interna del Delaware, ossia la più grande lavatrice di denaro del mondo.

Effetto contrario
E’ ovvio che la pavida e vergognosa capitolazione davanti ai ricatti USA, voluta dalla ministra del 5% Widmer Schlumpf che sta portando il paese dritto nel baratro, non risolverà assolutamente nulla. Avrà proprio l’effetto contrario. E’ infatti evidente che i Paesi dell’Unione europea pretenderanno il medesimo trattamento. Ed infatti i senatori non hanno fatto a tempo a calare le braghe, che già da Bruxelles arrivava la pretesa del libero scambio d’informazioni.
Come se non bastasse, il Consiglio degli Stati ha accettato la lex USA a scatola chiusa. Mai si è visto che un parlamento approvasse un progetto senza di fatto conoscerne i contenuti, ma soprattutto senza conoscere le conseguenze del sì. E nemmeno quelle del no. Un salto nel buio con conseguenze deleterie.

Quali dati?
Con la nuova legge verranno trasmesse alle autorità inquirenti di un paese straniero i dati di migliaia di impiegati svizzeri, che hanno agito nel rispetto della legge svizzera, come pure la corrispondenza tra le banche prese di mira e avvocati esterni, fiduciari e gestionali. Dei cittadini elvetici, che hanno rispettato la loro legge, vengono così svenduti dal proprio governo. In questo modo viene spazzato via il principale fondamento del nostro Paese, il rapporto di fiducia tra cittadino e Stato; uno Stato che si macchia di tradimento.
Allo stesso modo viene gettato nello scarico del water il segreto professionale.
C’è poi da chiedersi quali dati le banche sotto accusa negli States debbano ancora trasmettere che non hanno già trasmesso.

I falliti si accaniscono sui deboli
Quello degli Stati Uniti che pretendono che la Svizzera mandi al macero il proprio Stato di diritto per piegarsi alle loro pretese è un ricatto gravissimo: di più, è un atto terroristico.
Cedere a questi ricatti non può che portare a conseguenze rovinose. In quest’ambito l’avvocato Douglas Hornung di Swissrespect ha citato, molto a proposito, l’ammonimento di Churchill a Chamberlain: “Avevate la scelta tra la guerra e il disonore. Avete scelto il disonore ed avete avuto la guerra”.
E’ esattamente quello che succederà alla Confederazione. L’ennesima calata di braghe davanti alle pressioni internazionali non metterà la parola fine proprio a nulla, contrariamente alle farneticazioni del Consiglio federale. Segnerà, semmai, un nuovo inizio nella discesa nel baratro. La Svizzera, mostrando ancora una volta la propria debolezza ed un’inquietante prontezza a capitolare perfino quando sono in gioco i suoi valori fondamentali, diventerà il bersaglio facile, anzi facilissimo, di ogni sorta di avvoltoi internazionali. La mossa dell’UE – richiesta dello scambio automatico d’informazioni – ben lo dimostra. Organismi internazionali falliti come quelli con cui abbiamo a che fare, si accaniscono sui deboli. E non certo da oggi.

Inevitabile un corno
Che la capitolazione davanti agli yankees fosse necessaria (a chi? A cosa?) non è dimostrato da nessuna parte. Negli ultimi anni, in campo di rapporti internazionali, la panzana del “non si può fare diversamente” ci è stata propinata in svariate occasione”. Ogni volta si è dimostrata una fregnaccia. Vedi l’adesione allo SEE, che avrebbe dovuto essere “inevitabile”. Vedi la devastante libera circolazione, anch’essa, secondo Berna, “inevitabile” quando ora emerge che è vero proprio il contrario.
La fola dell’inevitabilità è l’argomento con cui il Consiglio federale tenta di far digerire al popolo i propri fallimenti in mancanza di qualsivoglia giustificazione plausibile. E allora si ricorre all’ultimo appiglio, all’irrazionale: è “inevitabile”. Di inevitabile, cara ministra del 5%, c’è solo la morte.
Dicendo No ai ricatti USA si sarebbero persi dei posti di lavoro? Cedendo se ne perderanno molti di più. Parafrasando Churchill, non si eviterà la guerra col disonore: si avrà il disonore e si avrà pure la guerra.
Il danno al paese, sia economico che politico, sarà incalcolabile.
Un paese piccolo che oppone resistenza ai soprusi dei forti incute ammirazione e rispetto. Lo stesso paese che capitola ci rimedia solo disprezzo e si espone ad ogni attacco. Altro che pensare di rimediare qualcosa facendo gli svizzerotti succubi ed ubbidienti!
Settimana prossima il Consiglio nazionale avrà l’opportunità, irripetibile, di porre i bastoni tra le ruote allo sfascio del paese. Speriamo che la sappia cogliere.
Lorenzo Quadri