I politicanti del triciclo sempre contro la volontà dei cittadini
I soldatini bernesi della partitocrazia non la finiscono di fare danni. Non contenti di aver mandato a ramengo la neutralità svizzera con le sanzioni alla Russia, non contenti di averne rottamato gli ultimi scampoli confermando la perniciosa candidatura al Consiglio di sicurezza del bidONU, hanno pensato bene di tirar fuori dal sarcofago pure l’adesione allo Spazio economico europeo.
L’adesione della Svizzera allo SEE venne respinta dal popolo il 6 dicembre del 1992: quella per il NO allo SEE fu una delle prime grandi battaglie della Lega, che era nata da meno di due anni. Ed il suo contributo al No ticinese, e quindi federale, fu determinante.
Ma la casta internazionalista, si sa, dell’esito delle votazioni popolari se ne impipa. E così in Consiglio nazionale è riuscita a votare un postulato dei Verdi liberali (che sono uguali ai Verdi che sono uguali ai ro$$i), i quali chiedono appunto al governicchio federale di rivalutare l’adesione della Svizzera allo Spazio economico europeo. E il CF, dal canto suo, aveva già preavvisato positivamente l’indecoroso postulato. Vergogna!
Volontà popolare? Connais-pas!
Se il popolo quasi 30 anni fa ha detto no allo SEE – contro la volontà della casta e della stampa di regime – è perché già sapeva che l’adesione avrebbe costituito il primo, decisivo passo sulla via dell’ingresso nella fallita UE.
Il bello è che nel 2013 il Consiglio nazionale aveva approvato una mozione la quale precisava che la Svizzera non è membro del mercato interno europeo e nemmeno intende diventarlo. Adesso invece… contrordine compagni!
Forse a qualcuno sfugge che un conto è avere accesso ad un mercato, ben altra cosa è aderire ad un mercato interno.
Un mercato interno ha regole proprie, alle quali i partecipanti si devono adeguare: una sorta di Stato nello Stato. Quindi siamo, ancora una volta, alla ripresa automatica del diritto UE!
Nel concreto, dovessimo entrare nello SEE, i funzionarietti di Bruxelles ci imporrebbero ad esempio il tasso dell’IVA (ovviamente molto più alto del nostro: e nümm a pagum!), rottamerebbero le nostre leggi sul lavoro, eccetera. Alla faccia della protezione dei lavoratori e dei consumatori!
Ma i $inistrati ro$$overdi, come al solito, applaudono giulivi. L’importante è svendere il paese a Bruxelles! Ma andate a Baggio a suonare l’organo!
Lorenzo Quadri