Adesso aspettiamo che la $inistra difenda il voto popolare dai suoi amichetti UE 

Gli eurobalivi si aspettano che, senza il “pacchetto” bocciato a livello nazionale (ma non in Ticino) la scorsa domenica, la Svizzera non abbandonerà i regimi fiscali privilegiati. Ed infatti è proprio così che dovremmo fare!

La $inistra europeista, invocando lo spettro delle “casse vuote”, è riuscita ad ottenere la trombatura della Riforma fiscale III delle imprese a livello nazionale. Non però in Ticino.

Peccato che a svuotare le casse pubbliche in Svizzera non siano mai stati gli sgravi fiscali. Basta guardare l’evoluzione del gettito per accorgersene.

A svuotare le casse sono invece:

  • L’immigrazione incontrollata nello Stato sociale e la spesa sociale generata da stranieri. Per citare solo due dati. Nel 2016 meno della metà degli immigrati dai paesi UE è arrivata in Svizzera per lavorare. E nel giro di 8 anni, dal 2006 al 2014, il numero di eritrei in assistenza presenti in Svizzera è aumentato del 2272%.
  • L’invasione di finti rifugiati: l’anno scorso in Ticino ci sono state 34mila entrate clandestine, il 70% del totale nazionale. In Spagna (!) nello stesso periodo sono entrati “solo” 15mila clandestini. Si prevede che nel 2017 per i migranti economici il contribuente elvetico (“razzista e xenofobo”) spenderà la spropositata somma di 2.5 miliardi. La riforma III delle imprese sarebbe invece costata 1,1 miliardi all’anno, versati dalla Confederazione ai Cantoni.
  • Le paccate di miliardi inviati all’estero senza che ciò abbia alcuna influenza positiva sul caos asilo.

A svuotare le casse dello Stato non sono dunque gli sgravi fiscali; sono invece le deleterie politiche di $inistra all’insegna  del “devono entrare tutti”. 

$inistra colta di sorpresa

Fatto sta che a livello nazionale la Riforma III è stata respinta. E adesso succede quello che mai la $inistruccia eurolecchina si sarebbe aspettata: i funzionarietti di Bruxelles starnazzano! E, per l’ennesima volta, si permettono di minacciare e di ricattare la Svizzera, e di mettere il becco nella nostra sovranità nazionale.

Al di là dell’esito della votazione popolare sulla Riforma III (noi speravamo in un risultato diverso), agli eurobalivi bisogna dire, semplicemente, di farsi gli affari propri. Questi figuri sono ormai completamente allo sbando. La Brexit è solo l’inizio della fine. Sicché  lor$ignori fanno la voce grossa solo con gli svizzerotti, sapendo che sono ormai rimasti gli unici a calare le braghe?

Cosa state aspettando?

Ovviamente adesso vogliamo sentire la $inistruccia eurosguattera che, dopo aver combattuto la Riforma III, difende il voto popolare dall’ennesimo becero tentativo di interferenza esterna e manda gli eurofunzionarietti “affandidietro”. Allora, kompagnuzzi? Cosa state aspettando a difendere il voto che avete fortissimamente voluto dagli attacchi dai vostri amichetti di Bruxelles? Avanti. Siamo in attesa!

I motivi dell’agitazione

Ma perché a Bruxelles starnazzano? La ministra del 5% Widmer Schlumpf, quella che ha svenduto il segreto bancario senza contropartita provocando alla Svizzera la perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro, ha calato  le braghe anche sui regimi fiscali privilegiati, introdotti dai Cantoni, oggi giudicati non più “eurocompatibili” (echissenefrega, ndr). Per questo è arrivata la Riforma III: per compensare, con strumenti sui cui a Bruxelles non avrebbero avuto nulla da ridire (poiché esistono anche nell’UE) gli abolendi privilegi fiscali e conservare la competitività della piazza economica svizzera per le aziende. Questo dopo che la Consigliera federale non eletta si è impegnata a smantellarla; tradendo, ancora una volta, l’interesse nazionale.

La Riforma III è stata trombata. Però l’impegno a rottamare i regimi privilegiati rimane: grazie ministra del 5%! E allora perché a Bruxelles si agitano? Perché legano le due cose. Che però – di fatto – legate non sono. Gli eurofunzionarietti immaginano che, senza Riforma III, la Svizzera non abolirà i regimi fiscali contestati. Logica deduzione. Chiunque farebbe così.

Il “geniale” piano dei kompagni

Ma la $inistruccia, che ha trombato la Riforma III, non vuole affatto mantenere lo statu quo. Vuole conformarsi comunque ai Diktat dei suoi padroni di Bruxelles abolendo i regimi fiscali privilegiati: da anni i kompagnuzzi starnazzano con i consueti accenti uterini su questo tema.  Fine dei regimi fiscali privilegiati ma senza alcuna contropartita per mantenere sul territorio le aziende che attualmente ne beneficiano e gli impieghi che esse garantiscono: e nel solo Ticino si parla di 3000 posti di lavoro.

Ecco il “geniale” piano dei kompagni. Una posizione così masochista che nemmeno a Bruxelles la reputano possibile.  Malgrado l’autolesionismo degli svizzerotti lo conoscano molto bene.

Ci teniamo i “privilegi”

Domenica scorsa i votanti erano chiamati ad esprimersi solo sulla Riforma III. Non sull’abolizione dei regimi privilegiati, che è stata promessa all’UE dalla catastrofica ex ministra del 5%. Al proposito dei regimi “non eurocompatibili (?)”, il popolo svizzero non ha deciso proprio  nulla. E allora accogliamo volentieri il suggerimento (indiretto) giunto da Bruxelles. Ovvero: ci teniamo i regimi privilegiati. Gli eurobalivi e le loro liste nere, grigie, antracite, zebrate e a pois, li mandiamo semplicemente “a Baggio a suonare l’organo”. Piantiamola una buona volta di farci dettare legge da un’UE al capolinea, che a livello mondiale non conta più un tubo (specie con la nuova presidenza USA)!

Ma naturalmente sappiamo che le cose andranno in modo diverso…

Lorenzo Quadri