Fallito miseramente il referendum contro i minisgravi. Adesso servono sgravi veri!
I tassaioli ro$$overdi hanno fatto FLOP. Il referendum contro la riformetta fisco-social-scolastica è clamorosamente fallito, non avendo raccolto il numero di firme necessarie. Va da sé che i $inistrati tentano di far passare la batosta in sordina sbraitando sull’aeroporto, ma è chiaro che i kompagni hanno fallito in uno dei loro temi fondamentali: ossia il njet ideologico e categorico a qualsiasi riduzione della pressione fiscale. Perché evidentemente, secondo questi $ignori – che in sprezzo del ridicolo insistono nell’autodefinirsi “progressisti” – guadagnare e magari perfino risparmiare qualcosa è un reato. Non per niente i $inistrati ro$$overdi, avvantaggiati elettoralmente dalla moda dell’isterismo climatico senza alcun merito proprio, si apprestano a rapinare i cittadini con un diluvio di ANTISOCIALI eco-tasse ed eco-balzelli che penalizzeranno in particolare il ceto medio e basso, ed al cui confronto gli aumenti di premi di cassa malati sono delle briciole.
Punto di partenza
I $inistrati hanno fatto FLOP nella madre di tutte le (loro) battaglie: abbiano almeno la decenza di evitare di dare la colpa al brutto tempo che avrebbe ostacolato la raccolta delle firme. Semplicemente, i ticinesi non hanno firmato il referendum contro la riformetta fiscale perché si rendono conto che è ora di lasciare qualche soldo in più nelle tasche dei cittadini e delle imprese. I minisgravi fiscali votati dalla maggioranza del parlamento potranno dunque entrare in vigore, ma una cosa va subito chiarita: deve trattarsi di un punto di partenza e non certo di un punto d’arrivo. Ora è urgente mettere in cantiere degli sgravi fiscali veri per il ceto medio e per le persone singole, che dalla riformetta otterranno solo le briciole e che stanno aspettando da quasi 20 anni. Si ricorda infatti che, prima delle elezioni cantonali, molti politicanti appartenenti a varie formazioni politiche – perfino una candidata P$ al governicchio! – si sono sciacquati la bocca con l’iniqua fiscalità che grava sulle persone sole. Bene, adesso è ora di mantenere le promesse. O vuoi vedere che vige il principio del “passata la festa (elettorale), gabbato lo santo”?
Imposte di successione
Sempre sul fronte fiscale, il gruppo parlamentare della Lega è già passato all’attacco. Nelle scorse settimane ha infatti presentato un’iniziativa parlamentare (primo firmatario Andrea Censi) che chiede l’abolizione generalizzata delle imposte di successione. Un passo peraltro già compiuto in altri Cantoni.
In Ticino il coniuge, i discendenti e ascendenti in linea diretta, compresi gli adottivi, sono esentati dall’imposta di successione da vent’anni giusti, ovvero da inizio 2000. Lo sono grazie ad un’iniziativa popolare che venne lanciata proprio dalla Lega.
Adesso, a due decenni di distanza, si tratta di compiere il passo successivo. Il prelievo fiscale su un’eredità, a seconda del grado di parentela, può raggiungere anche il 41%. Un’aberrazione. I beni oggetto della successione sono infatti già stati tassati più volte. Non c’è alcun motivo per cui il cambio di proprietà debba diventare il pretesto per un’ulteriore mungitura. Tanto più che nella successione lo Stato non svolge alcun ruolo. Non fornisce prestazioni. Ne approfitta solo per fare cassetta ai danni del risparmiatore, sempre più cornuto e mazziato. Come infatti osserva la Lega nella sua iniziativa parlamentare, se in passato il risparmio veniva premiato – e questo è stato uno dei punti di forza del modello di successo svizzero – oggi viene penalizzato. Il cittadino è spinto a spendere tutto, a non avere nulla per poter così accedere a prestazioni sociali; chi mette da parte qualcosa, per contro, viene depredato.
Privilegi degli statali
La proposta della Lega, viene indicato nell’atto parlamentare, costerebbe circa 45 milioni di Fr all’anno. Sono tanti? Certamente non sono bruscolini; ma se il governicchio, proprio nei giorni scorsi, ha deciso, con la compiacenza della partitocrazia, di spendere la stratosferica cifra di MEZZO MILIARDO per perpetrare i privilegi pensionistici degli statali, dopo aver già stanziato sette anni fa (non settanta!) la stessa somma per lo stesso scopo, vuol dire che i soldi ci sono.
NB: come già scritto a più riprese su queste colonne, nel caso in cui il triciclo PLR-PPD-P$ in Gran Consiglio dovesse approvare il credito da MEZZO MILIARDO per i privilegi pensionistici dei funzionari cantonali, il referendum è garantito.
Lorenzo Quadri