La pavida riformetta fiscale (?) è stata annacquata oltre ogni decenza nell’ossessiva ricerca del consenso unanime all’interno del CdS.
Risultato: se per le imprese è stato fatto il minimo obbligatorio (che non mette al sicuro da partenze in massa), al ceto medio è assegnata un’elemosina del 2%, di cui non si accorgerà neppure. E i “single”? Ancora snobbati, malgrado le promesse elettorali (passata la festa, gabbato lo santo).
Come spesso accade, il risultato di simili pateracchi è che, invece di accontentare tutti, non accontentano nessuno.
La $inistra (partito delle tasse) ha già annunciato lo scontato referendum: del resto, i kompagni sono contro qualsiasi sgravio fiscale a prescindere. Anche se il loro rappresentante in governicchio vota sì (com’era già l’accusa della gauche-caviar all’odiata Lega di tenere il piede in due scarpe tra governo e opposizione?).
Da “destra” sono invece stati promessi emendamenti di peso in Parlamento, e soprattutto il referendum contro l’ulteriore credito da mezzo miliardo(!) per foraggiare, con i soldi del solito sfigato contribuente, i privilegi pensionistici (e “prepensionistici”) degli statali.
Un vero affronto: 500 milioni (ma qualcuno è ancora in grado di rendersi conto di cosa significhi una cifra del genere per il Ticino?) per le pensioni d’oro del Cantone, le briciole per il ceto medio, ed una cippa per i single? E’ evidente che il CdS, ministro delle finanze PLR in primis, non ha fatto i compiti.
E questa fetecchiata hanno il coraggio di chiamarla – con termine oscenamente pomposo – addirittura un “patto di paese”? Sì certo: del Paese dei balocchi!
Lorenzo Quadri