Non che ci fossero grandi dubbi al proposito. La calata di braghe nei confronti degli Stati Uniti è stata consumata. Alla fine dunque la lex USA, uscita dalla porta, è rientrata dalla finestra sottoforma di FATCA.

Si tratta di decisioni di per sé illegali, in quanto prese sotto costrizione. Cedere ai ricatti, come dovrebbe avere ampiamente insegnato la storia degli ultimi tre anni, non ha affatto arrestato l’escalation delle pretese, nei confronti della Svizzera, da parte di Stati esteri falliti, rispettivamente di organizzazioni sovranazionali prive di qualsiasi legittimazione democratica. E’ invece successo proprio il contrario: dopo il dito si sono presi la mano e tutto il braccio.
Sta di fatto che, ancora una volta, grazie alla ministra del 5% Widmer Schlumpf, la sovranità elvetica viene gettata alle ortiche. Adesso che i nostri amici e vicini  hanno visto che la Svizzera cala le braghe, non mancheranno di approfittarne. E non solo in materia di scambio di informazioni bancarie.

In Germania c’è già chi pretende

Adesso ovviamente aspettiamo di sapere quanto tempo passerà prima che altri paesi pretendano, in virtù della parità di trattamento, i medesimi privilegi illegalmente concessi agli USA. Che, va da sé, verranno prontamente accordate. Perché noi siamo gli svizzerotti che devono sempre fare i primi della classe e che vanno in tilt davanti a qualsiasi osservazione. Ed infatti il candidato cancellerie tedesco kompagno Peer Steinbrück, ovvero la dimostrazione vivente che Lombroso aveva ragione, non ha perso tempo nell’alzare la cresta.

Naturalmente in Consiglio nazionale non sono mancati i consueti appelli da parte dei kompagni a passare direttamente allo scambio automatico di informazioni, gettando nel water la protezione della privacy bancaria, che costituisce una specificità svizzera – quelle specificità che i $inistri vogliono distruggere una dopo l’altra per renderci sempre più uguali alla fallita UE – e, contemporaneamente, decine di migliaia di posti di lavoro (ma evidentemente, per i kompagni, gli impiegati di banca sono lavoratori di serie B).

A sostenere con entusiasmo la prospettiva dello scambio automatico d’informazioni con chiunque (mica solo con gli USA), che come detto e ridetto comporterà la cancellazione di decine di migliaia di posti di lavoro nel settore bancario, anche il consigliere nazionale $ocialista Jean Christophe Schwaab, il quale è presidente della sezione romanda dell’Associazione degli impiegati di banca.
A $inistra dunque c’è gente che si promuove politicamente sulla pelle dei bancari.

Silurata l’amnistia fiscale

Il progressivo ed illegale smantellamento del segreto bancario – che fa parte del diritto alla privacy sancito nella nostra Costituzione – avrà ovviamente conseguenze anche per i clienti svizzeri delle banche svizzere. Infatti anche loro si vedranno privati di questa forma di tutela della privacy. Oltretutto rischiando di non avere nemmeno la possibilità di mettersi in regola. Infatti il Consiglio degli Stati nei giorni scorsi ha stralciato dai ruoli l’iniziativa cantonale ticinese del 2002 che chiedeva l’istituzione di un’amnistia fiscale generale (la precedente risale al 1969). Il Consiglio nazionale aveva già deciso lo stralcio. Quindi: per gli svizzeri nessuna possibilità di mettersi in regola con eventuali risparmi non dichiarati e all’orizzonte lo smantellamento del segreto bancario anche per loro: infatti i Cantoni già si lamentano di non disporre, loro che sono repubbliche della Confederazione, dello stesso diritto d’informazione sulle relazioni bancarie dei loro contribuenti che sono invece a disposizione di Stati esteri per i loro concittadini.

Quindi svizzeri ancora una volta messi peggio degli stranieri, in casa propria.

Lorenzo Quadri