Troppe riserve auree della BNS sono custodite all’estero: situazione ad alto rischio!

L’oro della Banca nazionale svizzera (BNS) è sparito dai radar dei politicanti. Infatti non se ne sente più parlare da parecchio tempo. Alle nostre latitudini, i riflettori su questo importante argomento si sono accesi per l’ultima volta otto anni fa, ai tempi della votazione sull’iniziativa popolare “Salviamo il nostro oro” (che venne respinta dalle urne).

Dal 2008, la BNS possiede 1040 tonnellate di metallo giallo: non proprio noccioline. Si tratta infatti della settima più importante riserva aurea a livello mondiale. Un po’ più della metà di questo tesoro si trova depositato in Svizzera. Ed il resto? In non meglio precisati Paesi stranieri ritenuti “sicuri”.

E’ dal 2011 che la Lega insiste con il governicchio federale affinché l’ “oro sovrano” custodito all’estero torni in patria. Perché gli stati stranieri, in caso di crisi o di conflitti, potrebbero anche bloccarlo. Non si tratta di fantasie populiste: ci sono dei precedenti.

In situazioni di “profonda incertezza” (eufemismo), l’oro sovrano torna ad occupare un ruolo chiave per Stati e mercati. Non serve spiegare che in questo momento il quadro geopolitico internazionale (uella) è più marrone che mai.

Inoltre la progressiva de-dollarizzazione dell’economia mondialeconseguenza della crescente potenza cinese – rende l’oro un bene rifugio sempre più importante.

Morale della favola: con gli attuali chiari di Luna non è proprio il caso di lasciare le nostre riserve auree in ostaggio di Paesi esteri. Essi sono amici e sicuri solo sulla carta. La situazione può cambiare molto in fretta.

Avanti con il rimpatrio dell’oro della BNS!

Lorenzo Quadri

A pagina 3

Dida:

L’“oro sovrano svizzero deve tornare nei forzieri della nostra Banca nazionale. Ueli Maurer, avanti!