Servono ancora (a livello nazionale) 20mila firme!!

Lasciare il patrimonio dei cittadini svizzeri nelle grinfie dell’UE?
Riportiamo in patria il nostro oro!

In Germania la Banca nazionale ha deciso che l’oro tedesco va rimpatriato. Si tratta, ovviamente, delle riserve auree della Banca centrale, in totale 3396 tonnellate di metallo giallo, e scusate se sono poche, attualmente sparpagliate in giro per il mondo: a New York si trova il 45% del malloppo, a Londra, nel caveau della Banca d’Inghilterra, il 13%, a Parigi l’11%  e a Francoforte il 31%.
La Bundesbank ha quindi deciso di rimpatriare l’oro che si trova a New York e a Parigi, poiché tenerlo lì non si giustifica più.
La mossa della Bundesbank  non è casuale. Evidentemente qualcuno si è reso conto che il posto più sicuro dove tenere l’oro dei cittadini è in patria.
E la nostra Banca nazionale, invece, come è messa? Male, e c’era da aspettarselo. Non solo l’oro della BNS si trova sparpagliato in giro per il mondo, ma nemmeno il Consiglio federale sa dove sia. Non lo sa e non lo vuole sapere: come ebbe a dichiarare ufficialmente davanti al Consiglio nazionale un ministro delle Finanze, “non lo voglio sapere perché se lo sapessi dopo una birra di troppo mi potrebbe uscire pubblicamente l’informazione”. Prendiamo dunque atto che basta una birra di troppo per carpire qualsiasi segreto di Stato ad un Consigliere federale. Se il livello è questo, i ministri non dovrebbero essere al corrente di nessuna informazione confidenziale.
Al di là di questo, è chiaro come il sole che l’oro della gente va rimpatriato. Deve tornare in Svizzera, perché posto più sicuro non c’è.
Infatti, secondo le indicazioni del Consiglio federale, l’oro dei cittadini elvetici si troverebbe depositato in Stati sicuri. Cosa si intenda per “sicuri” non è dato di sapere. Per quanto ci consta, il metallo giallo potrebbe trovarsi in Spagna, in Italia o in Grecia. Chi ci garantisce che in caso di bancarotta dello Stato depositario l’oro degli svizzerotti non verrebbe incamerato? E soprattutto: in una situazione di guerra economica dell’UE contro la Svizzera, quale è quella attuale, non si può affatto escludere che l’oro elvetico si trasformi in facile ostaggio per ottenere ulteriori concessioni da un Consiglio federale che non sa fare altro che cedere.
In considerazione dunque del fatto che la Svizzera si trova in guerra economica contro l’UE, è essenziale che il nostro oro non rimanga in “territorio nemico” e ritorni a casa.
Ovviamente né il Consiglio federale né il direttorio della  BNS prenderanno di loro spontanea volontà un’iniziativa del genere. Perché, evidentemente, i padroni di Bruxelles potrebbero prendersela a male, e magari addirittura – orrore! – accusarci di xenofobia.
Visto che dall’alto la decisione di rimpatriare l’oro non arriverà, bisogna allora che essa venga imposta dal basso. Come? Facile: basta firmare e far firmare l’iniziativa popolare Salvate l’oro della Svizzera”.
 I formulari per la raccolta delle firme si possono scaricare dal sito www.iniziativa-oro.ch come pure dal portale www.mattinonline.ch cliccando sul banner “iniziativa oro”.  Provvedete subito!

Giuliano Bignasca
Lorenzo Quadri