Nei giorni scorsi un incidente ferroviario ad Erstfeld ha bloccato i collegamenti nord-sud e viceversa. Non è del resto la prima volta che i collegamenti via treno tra il Ticino e il resto della Svizzera rimangono interrotti per motivi di vario tipo: una volta un deragliamento, un’altra uno scoscendimento, eccetera.

L’incidente, oltretutto, è successo alla vigilia di un importante ponte turistico. Simili eventi possono avere ripercussioni assai pesanti sul settore.

Tagliati fuori?

L’accaduto dimostra, anzi conferma – come ha peraltro rilevato Hotelleriesuisse Ticino in una nota – che la ferrovia non fornisce garanzie. Non esiste che il nostro Cantone dipenda solo dai binari per il collegamento con il resto della  Svizzera. Eppure è proprio quello che vorrebbero, per motivi ideologici, gli oppositori al traforo di risanamento autostradale del San Gottardo. E lo vorrebbero per ben tre anni. Secondo le loro illuminate visioni, il Ticino per ben tre anni dovrebbe dunque avere la ferrovia come unica alternativa all’isolamento. Immaginiamoci allora cosa succederebbe se un incidente o una frana o altro la bloccasse per una settimana. L’autostrada viaggiante (ossia i treni navetta che trasporterebbero le auto attraverso il Gottardo) non potrebbe certo venire supplita dai bus sostitutivi. Adesso, se la ferrovia va in panne, c’è il tunnel autostradale. Per tre anni non ci sarebbe piĂą.

Vogliamo peraltro vedere se quelli che oggi minimizzano l’enorme rischio di dipendere da un solo collegamento farebbero la stessa cosa se si dovesse rimanere per tre anni solo con l’autostrada…

Prima contraddizione

Fa poi naturalmente specie che, ad opporsi al traforo di risanamento senza aumento di capacitĂ  (una sola corsia per senso di marcia) siano poi gli stessi che hanno imposto il demenziale programma “Via Sicura”, utilizzando il pretesto  populista della “sicurezza”.

Questo programma prevede che un eccesso di velocità senza conseguenze venga punito più duramente di una rapina. Mentre gli automobilisti vengono taglieggiati e criminalizzati, i delinquenti stranieri, grazie alla politica delle frontiere splancate voluta sempre dai supporters di Via Sicura, entrano ed escono liberamente dal nostro paese; impuniti, che ben s’intenda.

Seconda contraddizione

Adesso però arriva la plateale contraddizione: le stesse cerchie che per motivi di sicurezza hanno imposto le deliranti norme di Via Sicura adesso vogliono mantenere, sotto il Gottardo, un tunnel bidirezionale di 17 Km, ad altissimo rischio di scontro frontale. Complimenti!

Ma il sistema dei due pesi e delle due misure si vede benissimo anche per quel che attiene alle argomentazioni ambientali. Infatti, la realizzazione delle stazioni di trasbordo strada-ferrovia per i veicoli implicherebbe la devastazione di centinaia di migliaia di metriquadri di territorio, con la realizzazione di veri ecomostri dal costo di svariate centinaia di milioni di Fr che poi dovrebbero (in teoria) venire smantellati a lavori ultimati: soldi pubblici buttati, senza la creazione di alcun valore aggiunto.

Costi

Quanto ai costi: il traforo di risanamento costa circa 800-900 milioni di Fr in più rispetto alla variante “con navette”. Ma costituisce un investimento per il futuro. Certo, sono tanti soldi. E dunque? Punto primo: cominciamo, come la Germania, a far pagare un pedaggio autostradale agli stranieri, così recuperiamo qualche soldino.

Ma soprattutto: la Svizzera, che sperpera miliardi di coesione regalandoli agli eurofalliti i quali, per tutto ringraziamento, ci trattano da Stato canaglia, e che sperpera altri miliardi per l’asilo e gli aiuti all’estero con l’unico risultato di portarci in casa sempre più clandestini, avrebbe il coraggio di dire che non ci sono 900 milioni per non tagliare fuori per tre anni il Ticino dal resto del paese? Ci sono i miliardi per la coesione degli eurofalliti ma non ci sono 900 milioni per la coesione nazionale? Chi si pensa di prendere per il “lato B”?

Lorenzo Quadri