Di rinunciare al potenziamento delle guardie di confine non se ne parla proprio
Ma guarda un po’, adesso una parte dell’Udc svizzera ed il ministro delle finanze Ueli Maurer vorrebbero rinunciare al potenziamento del corpo guardie di confine per motivi finanziari. Poiché proteggere i nostri confini è una priorità – ne va di mezzo la sicurezza dei cittadini – di fare retromarcia con argomenti di contabilità spicciola non se ne parla nemmeno. Tanto più che stiamo parlando di risparmi di 2.5 milioni di Fr!
E’ evidente che ad essere penalizzato dall’eventuale mancato potenziamento, che tra l’altro venne deciso dal parlamento nel 2013, sarebbe il nostro sempre meno ridente Cantone.
Prima di tutto per il caos asilo, perché gli arrivi di finti rifugiati continuano. Anche se in queste settimane se ne parla un po’ meno. Oltretutto un numero sempre maggiore di migranti economici entra in Ticino fiancheggiando l’autostrada. La situazione, sul fronte dell’asilo, non è affatto normalizzata, anzi. L’emergenza potrebbe riesplodere in ogni momento. A maggior ragione sapendo che, mentre la via dell’est per i finti rifugiati è chiusa o quasi grazie all’impegno di quelle nazioni che hanno costruito MURI sul confine, la rotta del Mediterraneo rimane invece spalancata. Quindi il Ticino, ancora una volta, si trova nella palta a seguito della prossimità con il Belpaese.
Autogol per la Svizzera
Non difendere in modo adeguato per questioni di “pallottoliere” la porta sud della Svizzera è evidentemente deleterio per il Ticino, ma è un autogol per tutta la Svizzera, dato che i finti rifugiati entrati da Chiasso vengono poi smistati in tutto il Paese.
Se non si riesce a frenare l’afflusso di migranti economici, i costi dell’asilo, già completamente fuori controllo, esploderanno ancora di più. Col risultato, scontato, di andare ad annullare i risparmi fatti con il mancato potenziamento del corpo delle guardie di confine. Se poi si sparge la notizia – e si spargerà rapidamente visto che i migranti economici sono tutti dotati di almeno uno smartphone ultimo modello – che gli svizzerotti rinunciano a puntellare la difesa delle frontiere, si otterrà il brillante risultato di incitare i finti rifugiati a tentare l’entrata clandestina nel nostro paese.
Criminalità transfrontaliera
Ma potenziare la difesa delle frontiere non è indispensabile solo per il caos asilo. Il rafforzamento delle guardie di confine era stato deciso dal parlamento nel 2013, quando di caos asilo ancora non si parlava. Era stato voluto come misura per difenderci dalla criminalità transfrontaliera. Come sappiamo, “grazie” alla devastante libera circolazione delle persone, nel nord Italia (spesso nei campi Rom) si è insediata la peggiore criminalità dell’Europa dell’Est. La cronaca della vicina Penisola, con l’impennata delle rapine in casa, insegna. Dal 2013 ad oggi la situazione su questo fronte non è certo cambiata in meglio, anzi. Non difendere adeguatamente, come detto per risparmiare qualche spicciolo sulla sicurezza dei cittadini, la porta sud del paese non costituirebbe solo l’ennesimo sgarbo al Ticino ed ai ticinesi. Sarebbe un danno per tutto il paese.
Miliardi per l’estero
La storiella del rigore finanziario, poi, fa ridere i polli. Ma come: la Svizzera sperpera 3.5 miliardi all’anno per aiuti allo sviluppo e risparmia sulle guardie di confine, specialmente nella situazione internazionale attuale? Si prevede che la Confederazione nel 2018 spenderà per l’asilo 2.4 miliardi, e non ci sono i soldi per rinforzare le guardie di confine? Suvvia, non raccontiamo fanfaluche…
Continuare a spendere in Kosovo?
Come se non bastasse, il Consiglio federale è intenzionato a proseguire ad oltranza (?) con la missione Swisscoy in Kosovo.
Nell’estate del 2014 le Camere federali avevano approvato la continuazione dell’impiego della missione in Kosovo fino alla fine del 2017. Questo impegno grava sulle casse pubbliche per 44 milioni all’anno. Uella, si dà il caso che la guerra in Kosovo sia finita nel 1999! E la Svizzera continua a mandare soldati e spendere milioni del contribuente? Ma stiamo scherzando? E poi qualcuno pensa di risparmiare sulla difesa delle nostre frontiere? La prima cosa da fare è chiudere a fine 2017 la missione in Kosovo e destinare le risorse così liberate alle guardie di confine. Perché, è evidente, la priorità della Svizzera non sono certo le missioni Swisscoy.
Lorenzo Quadri