A livello federale il Ticino ha segnato un punto, portando a casa il sostegno del Consiglio nazionale all’iniziativa cantonale che chiedeva l’introduzione della reciprocità nei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri e la riduzione del tasso di ristorno dall’attuale 38.8% (insostenibile) al 12.5% concordato nel 2006 con l’Austria. Si ricorderà che il tasso del 40%, poi ridotto al 38.8%, era stato deciso nel 1974 a mo’ di “pizzo” riconosciuto all’Italia, perché il Belpaese accettasse di non ricevere informazioni sui conti bancari svizzeri di suoi concittadini a seguito del segreto bancario. Segreto bancario che costituisce una norma di tutela della privacy dei cittadini, e non un regalo alle banche.
Da allora ad oggi tutto il mondo è cambiato, i frontalieri non rientrano più al domicilio ogni sera ma basta che lo facciano una volta alla settimana, e non devono più provenire dalle fasce di confine. Inoltre per 40 anni, invece di utilizzare i fondi dei ristorni per misure infrastrutturali, scopo cui erano destinati, i Comuni italiani beneficiari li hanno allegramente gettati nella gestione corrente. Il tasso del 38.8% avrebbe dovuto venire radicalmente decurtato in ogni caso, poiché la libera circolazione delle persone ha stravolto le regole del gioco rispetto alla situazione in essere nel lontano 1974. Nel frattempo però l’Italia si è lanciata in una guerra economica contro la Svizzera in generale ed il Ticino in particolare. Sicché i ristorni sono stati, doverosamente, bloccati nella misura del 50% per quel che riguarda il versamento 2010. E vista la situazione creatasi con la vicina Penisola, e certamente non voluta da noi, è evidente la necessità di bloccare anche i ristorni 2011. Sicché si potrebbe dire che l’iniziativa cantonale approvata dal Consiglio nazionale perde un po’ della sua valenza, dal momento che i ristorni sono bloccati, e bloccati devono rimanere. Ma non è così. Da un lato, l’accettazione di un’iniziativa cantonale da parte del Consiglio nazionale è un fatto più unico che raro. Iniziative presentate da Cantoni ben più influenti del nostro (e che dispongono di un numero ben maggiore di parlamentari federali) vengono trombate in quattro e quattr’otto. E’ successo più volte negli scorsi giorni. Che un’iniziativa cantonale ticinese l’abbia spuntata è già uno “scoop” di per sé.
A ciò si aggiunge che il Consiglio federale, ed in prima linea la ministra delle finanze del 5%, Eveline Widmer Puffo, era ferocemente contrario alla proposta ticinese. Il sottoscritto, nella sua pur recente presenza a Berna, ha presentato degli atti parlamentari sul tema della riduzione del tasso di ristorno. Perché, e questo va ribadito chiaro e forte, quelle appena approvate dal Nazionale sono proposte della Lega che il PPD, come spesso accade ai partiti $torici, prima ha tacciato di delirio populista, poi ha fotocopiato (leggasi iniziative-Xerox). Negli atti parlamentari chiedevo pure che il Consiglio federale, nel caso ritenesse di non abbassare il tasso di ristorno dal 38.8% al 12.5%, versasse il Ticino la differenza. La risposta è sempre stata un njet secco. Njet ribadito in aula lunedì dalla citata ministra del 5%.
Il Consiglio nazionale invece ha bocciato il governo e seguito il Ticino. Non è un gesto da poco. Si potrebbe obiettare che ci sono temi più importanti per il nostro Cantone, come – se si vuole restare in tema di frontalieri – l’invasione del nostro mercato del lavoro da parte di questi ultimi; oppure il risanamento del tunnel autostradale del Gottardo. Non bisogna però neppure peccare di modestia, perché ridurre i ristorni al tasso austriaco significa pur sempre mantenere in Ticino una trentina di milioni all’anno, e scusate se sono pochi.
Ma soprattutto, questo successo riportato dal Ticino dimostra che le potenzialità per ottenere qualcosa da Berna ci sono.
Lorenzo Quadri