Domani in Consiglio nazionale si dibatterà sull’iniziativa cantonale ticinese presentata un anno fa, ma incentrata su un tema quanto mai attuale: i ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri.
L’iniziativa cantonale chiede che i ristorni vengano rinegoziati con l’Italia in modo da tenere conto del principio della reciprocità e di abbassarne il tasso, ancora assurdamente fissato al 38.8%, allineandolo al 12.5% stabilito nel 2006 con l’Austria.
Sulla reciprocità: come noto oggi essa non esiste, visto che il Belpaese, per i (pochi) frontalieri al contrario, all’erario ticinese non versa un copeco.
Il tasso di ristorno al 38.8%, cifra astronomica, era invece stato deciso nel remoto 1974: si trattava di un “pizzo” all’Italia, la quale, in cambio della ricca compensazione, si impegnava ad accettare il segreto bancario elvetico. Al proposito abbiamo visto come è andata a finire: essendo l’Italia, assieme agli USA, il nemico numero uno del nostro segreto bancario, è chiaro come il sole che non c’è più alcun motivo per pagare il “pizzo”. E nemmeno per pagare i ristorni, che si auspica verranno bloccati in eterno.
L’iniziativa cantonale contiene anche una terza richiesta: se la Confederazione ritiene di non poter abbassare il tasso di ristorno dal 38.8% al 12.5% austriaco, la differenza al Ticino la deve versare Berna.
A qualcuno queste richieste sembrano familiari?
Niente di strano: la Lega batte da anni questi chiodi. Ed è stata la prima a presentare sottoforma di atti parlamentari le richieste confluite nell’iniziativa cantonale. Iniziativa che è stata bellamente copiata dagli atti parlamentari leghisti: trattasi dunque dell’ennesima iniziativa fotocopia, o Xerox che dir si voglia, da parte dei partiti $torici: i quali prima denigrano le proposte leghiste come populiste e razziste, poi le copiano senza ritegno. Lo abbiamo visto sui frontalieri, lo abbiamo visto sulla criminalità transfrontaliera, lo abbiamo visto sui ristorni – e la lista delle fotocopiature non è finita.
Ironia della sorte, a seguito delle rigide procedure organizzative del Consiglio nazionale, l’unico deputato ticinese che domani potrà prendere la parola in aula su questo tema sarà Fulvio Pelli, che è relatore. Gli altri non potranno intervenire (se non, al limite, ponendo delle domande).
Ovviamente nessuno si fa illusioni su quale sarà il destino dell’iniziativa cantonale.
Poiché bisogna a dare a Cesare quel che è di Cesare, è importante sottolineare che la paternità delle richieste che verranno discusse domani al Nazionale, richieste nell’interesse del Ticino, è della Lega dei Ticinesi; non certo del PLR né di Fulvio Pelli.
Lorenzo Quadri
Roberta Pantani
CN Lega