La missiva Vitta-Fontana serve solo a giustificare l’ennesima calata di braghe ticinese

Avanti con i fumogeni! Visto che la data per il versamento dei ristorni dei frontalieri si avvicina, e visto che ancora una volta il Belpaese ci prende per i fondelli alla grande, ecco che arriva l’ennesima manovra dilatoria. L’obiettivo è chiaro: disporre di una scusa per versare i ristorni anche quest’anno. Ristorni che nel frattempo sono lievitati ad 84 milioni di franchi. E ciò malgrado l’Italia ci prenda per i fondelli da oltre cinque anni sul nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri, che non ha mai voluto sottoscrivere.

La lettera bislacca

La manovretta consiste, nel caso concreto, in una bislacca lettera congiunta del 30 aprile, resa nota dalla stampa solo nei giorni scorsi, sottoscritta da Christian Vitta (come presidente del governicchio cantonale) e da Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, ed inviata ai rispettivi governi centrali (Berna e Roma).

Nell’inciuciosa missiva si propongono alcune modifiche all’accordo del 2015 che dovrebbero renderlo più appetibile  per la controparte “azzurra” (regime fiscale transitorio per i frontalieri attuali, assegnazione del 50% degli introiti alla Lombardia, eccetera). Ossignùr. Ma davvero qualcuno al di qua della ramina crede ancora che il “nuovo” accordo verrà sottoscritto? Ma bisogna essere caduti dal seggiolone da piccoli!

Nessun governo italico, di nessun colore, ha mai voluto firmare. Tutti si sono semplicemente limitati a menare il can per l’aia per dare l’impressione di essere ancora in trattativa, così da poter mantenere in vita ad oltranza la Convenzione del 1974 che costituisce un vero e proprio furto ai danni del Ticino. Questo è l’unico interesse del Belpaese: tirar là con la vecchia Convenzione.

La priorità italica

E dire che da un cambiamento di sistema l’Italia potrebbe incassare tanti soldoni in più: si parla di centinaia di milioni. Perché attualmente i frontalieri sono dei privilegiati fiscali rispetto agli italiani che lavorano in patria. Ma è evidente che per i politicanti del Belpaese prioritario non è né aumentare il gettito (e sì che le casse italiche ne avrebbero bisogno) né garantire l’equità fiscale tra frontalieri (privilegiati) e non frontalieri (tartassati) malgrado questi ultimi siano chiaramente la maggioranza dei cittadini. Oltreconfine la priorità – pare assurdo, ma è così – è unicamente accaparrarsi i voti dei frontalieri, rifiutandosi di metterne in discussione i privilegi fiscali. Ed è per questo che in cinque anni nessun governo italiano di nessun colore ha mai voluto firmare il nuovo accordo. Se in cinque anni i vicini a sud non hanno capito che il nuovo accordo – con aggravi fiscali a carico dei frontalieri – è anche nel loro interesse, non lo capiranno mai!

Bloccare i ristorni!

Ed infatti, non appena l’esistenza della missiva  Vitta-Fontana è stata resa nota, in Lombardia i politicanti $inistrati si sono messi a starnazzare al massimo dei decibel, accusando strumentalmente il governatore Fontana (leghista) di voler “tradire” i frontalieri. Questi kompagnuzzi sono così urocc da non rendersi neppure conto che Fontana ha fatto gli interessi della sua Regione. Firmando, si è assicurato (almeno, nel suo disegno) un altro anno di ristorni versati dai ticinesotti. Non è Fontana che si è fatto infinocchiare dai ticinesi, ma – more solito –  proprio il contrario!

Visto che l’Italia non vuole firmare il nuovo accordo – e dopo cinque anni e tanti governi di ogni colore non si può che giungere a questa conclusione – e visto che continuare a tenere in vita la Convenzione del 1974 è inaccettabile per noi, c’è una sola via percorribile: disdire la preistorica Convenzione e bloccare i ristorni! Dopo oltre 5 anni di prese per i fondelli, nessuno potrebbe seriamente biasimare la Svizzera per aver compiuto questo passo.

Invece la lettera Vitta-Fontana serve unicamente a far credere che sul nuovo accordo si stia ancora trattando, quando la realtà è ben diversa. E visto che si sta trattando (?) “per non far fallire le trattative” i ticinesotti devono versare i ristorni! Il trucchetto è tanto puerile quanto abusato. Come ci si può cascare ancora?

Il termine di fine giugno, data per il pagamento, è dietro l’angolo. Che il governicchio non si sogni di calare le braghe anche questa volta!

Lorenzo Quadri