Ogni pretesto è buono per imporre col ricatto gli stili di vita che piacciono a loro

Ai verdi-anguria non deve sembrare vero di poter sfruttare pure  la guerra in Ucraina per ricattare moralmente i cittadini, naturalmente con sempre la solita stampa di regime a fare da grancassa.

Obiettivo è prescrivere al popolazzo lo stile di vita che deve adottare.

I Verdi-anguria ed i loro addentellati sfornano diktat liberticidi di stampo cinese, mascherati (oltretutto male) sotto termini politikamente korrettissimi quali “sobrietà” o “equilibrio”.

Salvadanai federali

E’ infatti la libertà del cittadino che si vuole arbitrariamente limitare con pretesti e ricatti morali, colpevolizzando e criminalizzando chi non ci sta. Ed è sempre il cittadino che si vuole depredare, in tempo di crisi economica e di prezzi alle stelle, con tasse e balzelli che vanno ad alimentare salvadanai federali più o meno misteriosi nei quali i compagni di merende della sedicente “economia green” tettano dentro alla grande.

Devono comandare loro

Ecco dunque che, tramite atti parlamentari a vari livelli istituzionali (anche a Lugano), i verdi-anguria montano la panna sulle 10 raccomandazioni dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE), pretendendone addirittura l’applicazione vincolante. Da  bravi $inistrati, costoro ritengono che ad impartirci gli ordini debbano essere organizzazioni internazionali del piffero, prive di qualsiasi straccio di legittimazione democratica.

Le perle

Tra le 10 raccomandazioni dell’AIE si trovano delle autentiche perle (si par dire). Ad esempio:

  • Ridurre di 10 Km/h i limiti di velocità in autostrada
  • Lavorare da casa tre giorni alla settimana
  • Domeniche senz’auto in città
  • Ridurre le tariffe dei trasporti pubblici
  • Targhe alterne nelle città
  • Potenziare l’adozione di veicoli elettrici

E avanti con gli sproloqui.

Fonte di tutti mali

Ancora una volta, dunque, la fonte di tutti i mali sono gli automobilisti residenti. Mai una parola sull’invasione di 76mila frontalieri che entrano in Ticino uno per macchina, e non si tratta di veicoli elettrici. Rifiuto talebano di limitare la devastante libera circolazione delle persone per contenere il frontalierato entro limiti sostenibili dal profilo economico, sociale ed anche ambientale. Figuriamoci: frontiere spalancate über Alles!

Nemmeno un cip sull’immigrazione: in Svizzera la popolazione è aumentata del 21% negli ultimi 20 anni a causa della politica delle frontiere spalancate; un’impennata che non si vede in nessun altro paese. Con tutto quel che ne consegue sul fronte della mobilità, dell’inquinamento, del consumo energetico. Altrimenti detto: la barca è piena, siamo qui in troppi.

Prestesti mutevoli

Le misure dell’AIE sono le solite sanzioni persecutorie ai danni degli automobilisti cattivi. Da anni si tenta di imporle col ricatto morale. Solo che il pretesto utilizzato cambia di continuo: una volta è la sicurezza (e quindi i morti sulle strade), poi la Terra che “brucia”, adesso la guerra di Putin. Se qualcuno pensa che la guerra di Putin si fermerà perché gli svizzerotti riducono il limite di velocità di 10 km/h in autostrada, forse gli sfugge qualcosa.

Pretendere poi di spacciare la riduzione delle tariffe dei trasporti pubblici come un’alternativa agli sconti sulla benzina è una presa per i fondelli. I cittadini che hanno bisogno dell’automobile per andare a lavorare necessitano urgentemente di sgravi sul carburante. E invece, non solo la partitocrazia glieli rifiuta, ma adesso arrivano i $inistrati a pretendere che gli automobilisti, oltre non venire sgravati, paghino anche i regali agli utenti dei trasporti pubblici. I quali (almeno per ora) il caro benzina non lo subiscono, dal momento che il costo dei titoli di trasporto non è aumentato. Ancora una volta, automobilisti cornuti e mazziati!

Vogliono pure il telelavoro

Per non parlare delle boiate mirate a desertificare i centri urbani, come il telelavoro addirittura per tre giorni alla settimana, le domeniche senz’auto, le targhe alterne, ed altre cappellate analoghe. Poi però, in totale incoerenza, i $inistrati ro$$overdi hanno ancora il coraggio di strillare perché commerci e ritrovi pubblici dei centri urbani chiudono baracca.

Ma i ro$$overdi promotori del telelavoro non l’hanno ancora capito che esso costituisce la rovina dell’occupazione in Ticino? Che tutte le posizioni professionali che possono essere svolte “in remoto” verranno affidate ad italiani, rumeni, indiani, eccetera, i quali lavoreranno da casa propria e a paghe del luogo, non certo a salari ticinesi? Intanto i ticinesi potranno giusto mettersi a carico dell’assistenza. Che però lo Stato non potrà più versare perché il ceto medio, sempre più impoverito, non sarà più in grado di sostenere gli esborsi di un’amministrazione pubblica gonfiata come una rana. I ricchi, dal canto loro, scapperanno altrove per non farsi depredare dai tassioli ro$$overdi.

Penalizzato chi ha meno

E che dire poi dell’ossessione per la mobilità elettrica? Anche in Svizzera (non nel Burundi) è stato lanciato l’allarme per la penuria di corrente. Però i paladini della protezione del paesaggio continuano a promuovere l’esplosione del consumo pretendendo di elettrificare anche i tricicli.

Forse questi figuri vogliono le auto elettriche ben sapendo che poi non ci sarà la corrente necessaria per farle funzionare – rispettivamente che essa, a causa della “penuria”, diventerà un lusso per pochi – così i cittadini saranno costretti ad andare in bicicletta. A partire ovviamente dal ceto medio e basso.

Lorenzo Quadri