Quando si dice la reazione tempestiva! E dire che stiamo parlando di un’azienda che fa (dovrebbe fare) informazione. Ad un mese di distanza dall’uscita della Lega dalla CORSI, ecco che arriva la presa di posizione ufficiale da parte del presidente Gigio Pedrazzini davanti al Consiglio regionale. Naturalmente, e come sempre nella migliore (?) tradizione di Comano, di autocritica non se ne trova traccia. Nemmeno a cercarla col microscopio elettronico.
Dice il Gigio: “le motivazioni delle dimissioni dei leghisti sono inaccettabili”. Ah beh, questa sì che è una dichiarazione col botto! Una performance argomentativa che fa il paio con la reazione a caldo dello stesso Pedrazzini il giorno dopo l’annuncio delle dimissioni “in blocco” dei rappresentanti leghisti. Disse infatti il presidente CORSI: “la partenza della Lega non è così importante”. Il che ricorda molto da vicino la favola della volpe e dell’uva.
Una lungimiranza davvero esemplare, non c’è che dire! Il principale partito del Cantone se ne va sbattendo la porta da un’azienda statale – perché questa è la natura della RSI, visto che oltretutto è finanziata con un canone trasformato in imposta – e il presidente, messo lì dalla politica, dice che “non è importante”.

Tout va bien?
Ma le perle non sono finite. A ben quattro mesi di distanza dal voto del 14 giugno, ecco che la dirigenza RSI conferma che è in atto un’analisi per capire “se i ticinesi che hanno detto No alla riforma della legge sulla radiotv si sono voluti opporre ad una nuova tassa o hanno inteso esprimere un giudizio negativo sulla RSI”. Ma come: prima della votazione i fautori del canone obbligatorio per tutti mica dicevano che non si trattava di una nuova tassa? E invece adesso…
E se il No del 14 giugno fosse entrambe le cose, di cui una è la conseguenza dell’altra? Ovvero: perché il ticinese avrebbe dovuto accettare una nuova tassa per finanziare un prodotto del genere? Ma naturalmente a correggere il tiro non ci pensa nessuno. Meglio commissionare – con calma – l’ennesima indagine taroccata per farsi dire che “tout va bien, madame la marquise”. Il trucco è collaudato.

Il ponte è crollato
Il Gigio dichiara che la CORSI è il ponte tra la RSI e la società civile. Ebbene, il ponte è crollato. Tra RSI e società civile c’è una muraglia. La società civile non ha alcun accesso alla RSI che continua a fare propaganda di parte (pro sinistra, pro “aperture”, pro UE) spacciandola per servizio pubblico.
Gli inciuci dell’assemblea CORSI sono riusciti a tagliar fuori la Lega, che rappresenta il 30% dei Ticinesi, anche dal consiglio del pubblico: proprio quel gremio che dovrebbe rappresentare, appunto, la società civile. Ma che però non la rappresenta affatto. Ad ogni buon conto, tanto per non sbagliare, la SSR è riuscita a far sì che tale consesso – nella denegata ipotesi in cui esso, in futuro molto lontano, dovesse davvero diventare rappresentativo del pubblico – contasse meno di zero: una semplice foglia di fico. La sinistra si fa la televisione su misura e poi se la auto-elogia. La CORSI non è in grado di correggere la rotta, e nemmeno si sogna di farlo: di conseguenza, non serve ad un tubo. E visto che la RSI e la CORSI sono un tutt’uno incestuoso e lottizzato, ne consegue che la situazione non è riformabile. Ma l’importante a Comano è trovare sempre nuove scuse per chiudersi a riccio, respingere le critiche ed andare avanti “come se niente fudesse”. Il Titanic affonda e l’orchestrina continua a suonare.
Lorenzo Quadri