E’ noto e conclamato che il mercato del lavoro ticinese è stato sfasciato dalla devastante libera circolazione delle persone.
La libera circolazione delle persone ha esposto i lavoratori ticinesi a fenomeni deleteri come il dumping salariale e la sostituzione con frontalieri. Sostituzione che avviene già nei posti d’apprendistato. Sicché oggi, grazie alla brillante idea di spalancare le frontiere perché “bisogna aprirsi all’UE”, un ragazzo o una ragazza rischiano di trovarsi soppiantati dalla concorrenza dei frontalieri già alla fine delle scuole medie. Infatti vengono assunte con lo statuto – e la paga – di frontaliere, persone adulte, già formate, residenti in Italia.
Chi crede ancora ai kompagni?
La $inistra ed i suoi sindacati hanno sempre sostenuto la devastante libera circolazione delle persone. Quindi portano pesantissime responsabilità. Tuttavia, essendo la $inistra malata di internazionalismo cronico, non può concepire che l’unico sistema per tutelare i lavoro dei ticinesi siano i contingenti. I quali, con grande disdegno dei kompagni, sono stati peraltro plebiscitati il 9 febbraio. Così, da svariato tempo, i $ocialisti ed i sindacalisti ad ogni occasione magnificano quella che tentato di spacciare per la panacea di tutti i mali occupazionali: l’iniziativa per il salario minimo di 4000 Fr.
Ora, visto che le promesse dei kompagni sulla libera circolazione delle persone che non avrebbe provocato né dumping né sostituzione di residenti con frontalieri e men che meno invasione di padroncini perché le misure accompagnatorie (buona questa!) avrebbero sistemato tutto, l’importante era sfasciare le frontiere, sono state disattese in modo drammatico, già questo basterebbe per non prestare fede ai presunti effetti salvifici della loro nuova pensata: ovvero il salario minimo a 4000 Fr per tutti.
Tuttavia, naturalmente, c’è ben altro. Come hanno ceduto alla loro fregola di abbattimento delle frontiere facendo un disastro con la libera circolazione delle persone, col salario minimo di 4000 Fr uguale per tutti ed in tutta la Svizzera i kompagni indulgono ad un’altra delle loro paturnie: l’egualitarismo di stampo sovietico. Facile prevedere che i risultati non saranno tanto diversi.
Giovani penalizzati
Il salario minimo di 4000 Fr bloccherà le assunzioni di residenti poco qualificati e di giovani al primo impiego. E’ ovvio che, per questa cifra, i datori di lavoro preferiranno assumere un frontaliere già formato e pluridiplomato: e ne troveranno a iosa di più che disposti a venire in Ticino; tanto più che la situazione occupazionale italiana è come quella spagnola e non ci sono prospettive di miglioramento! Magari assumeranno frontalieri a tempo parziale (sulla carta) in modo da aggirare il salario minimo; ma con un impegno lavorativo reale del 100% o più. Chi darà un’opportunità ad un giovane senza esperienza professionale e senza una formazione particolare dovendolo pagare 4000 Fr al mese, quando per quella cifra potrà assumere due frontalieri laureati e con esperienza pluriennale?
Piccole imprese nei guai
In Ticino gli impieghi retribuiti meno di 4000 Fr al mese sono circa il 25% del totale. Cosa faranno le numerose imprese, spesso piccole, che non saranno in grado di offrire l’eventuale salario minimo? O chiuderanno, o licenzieranno, facendo lavorare il doppio i dipendenti rimasti. In caso di negozi o ristoranti, inoltre, la conseguenza del salario minimo a 4000 Fr per tutti sarebbe un aumento dei prezzi. Col risultato di incentivare ancora di più gli acquisti in Italia, danneggiando ulteriormente l’economia ticinese in un circolo vizioso.
E’ chiaro poi che un salario minimo così vicino a quello mediano trasformerà il salario minimo anche nel salario massimo. Per la serie: adesso guadagni 4500 Fr? Allora dovrai scendere a 4000, altrimenti ti lascio a casa e ti sostituisco.
Senza contare, e l’abbiamo detto più volte, che per chi vive Oltreconfine 4000 Fr sono una paga da nababbo. Dovesse passare il salario minimo, da sud si scatenerà un assalto alla diligenza ancora peggiore di quello attuale.
Giusto che ci siano dei salari minimi, ma questi devono essere differenziati per settore e non un uguali per tutti. E devono considerare la realtà locale: quella ticinese è ben diversa da quella di Zurigo. Quindi votiamo No al salario minimo uguale per tutti: farà più danno che utile. E, dopo il disastro fatto sul nostro mercato del lavoro con il sostegno alla devastante libera circolazione delle persone, qualcuno è ancora disposto a prestare fede alle ricette occupazionali della $inistra?
Lorenzo Quadri