Varati sei pacchetti, e si vedono solo effetti boomerang. Ma Berna continua ad accodarsi
La neutralità svizzera è stata rottamata in cambio di nulla. Il prezzo – stellare – lo pagano i cittadini
Più passa il tempo, più appare in tutta evidenza che le sanzioni contro la Russia sono un FLOP.
Lo ha ammesso perfino il ministro dell’economia Guy Parmelin in una recente intervista sulla stampa d’Oltralpe: “Se l’obiettivo (delle sanzioni) è una rapida fine della guerra, questo obiettivo non è raggiunto”. Anzi, visto che le sanzioni gettano benzina sul fuoco, è probabile che ottengano l’effetto opposto a quello dichiarato.
Altro che “rapida fine”
Come sappiamo, il governicchio federale più debole della storia ha adottato (copia-incolla) tutte le sanzioni UE contro Mosca (compreso l’ultimo pacchetto sul petrolio) per puro servilismo nei confronti di Bruxelles e Washington. Senza avere la più pallida idea delle conseguenze e degli effetti boomerang che tali misure avrebbero comportato. Il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR se ne è perfino uscito con la seguente boiata: “Gli svizzeri sono pronti a pagare il prezzo delle sanzioni”. Costui si è manifestamente bevuto il cervello. Gli svizzeri che tirano la cinghia non sono affatto pronti a pagare il prezzo di misure inutili al ritorno della pace, deleterie per il nostro potere d’acquisto, distruttive per la neutralità e con una sola giustificazione: i piegamenti a 90 gradi del governicchio federale davanti agli eurobalivi!
Se le sanzioni servissero ad una rapida fine della guerra, perché mai tutti – compresi i sanzionatori – adesso, dopo che sono stati varati ben 6 (!) pacchetti di provvedimenti, annunciano che il conflitto si protrarrà ancora per mesi e mesi?
Risarcimenti
Per non parlare delle misure contro privati cittadini russi, i cosiddetti oligarchi. Esse, oltre a far scappare dalla Svizzera persone che portavano ricchezza ed indotti senza creare problemi di sorta (al contrario dei migranti economici che piacciono ai $inistrati), esporranno Berna a richieste di risarcimento stellari. E i risarcimenti verranno pagati con i soldi dei contribuenti. Mica con quelli del “medico italiano” del PLR o dell’uregiatta Viola Amherd (Viola chi?).
Dipendenti dagli islamisti
Del resto pensare che gli USA e la fallita UE, entrambi in declino, siano l’ombelico del mondo, è un errore pacchiano.
Il professor Ulrich Schmid dell’Università di San Gallo l’ha detto chiaramente: “Per ogni paese che adotta sanzioni contro la Russia, ce ne sono tre che non lo fanno”. Per il suo gas ed il suo petrolio, Mosca non ha difficoltà nel trovare altri acquirenti. I problemi (di approvvigionamento) se li creano i membri della fallita UE e di conseguenza anche la Confederella. Costoro, per “ridurre la dipendenza dal Cremlino”, non trovano di meglio che:
La povertà s’impenna
E’ sotto gli occhi di tutti che il potere d’acquisto dei cittadini elvetici sta andando a ramengo ogni giorno che passa a causa dell’aumento dei prezzi della benzina, dell’olio combustibile e delle materie prime. Per non parlare della stangata sui premi di cassa malati annunciata per il 2023. E delle aziende industriali di tanti comuni che hanno scandalosamente pompato le tariffe dell’acqua potabile. Eccetera eccetera. Il Cantone messo peggio è proprio il nostro, dove gli stipendi sono già i più bassi della Svizzera, ed il divario cresce sempre più per colpa della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, $inistra ro$$overde in primis.
In Svizzera, e soprattutto in Ticino, ci sono tante persone che vivono poco al di sopra della soglia di povertà (che è comunque relativa: basterebbe alzare un po’ l’asticella ed il numero dei poveri aumenterebbe). Non serve un Nobel per l’economia per prevedere che ben presto questi cittadini precipiteranno sotto la soglia di povertà, con tutte le conseguenze del caso. Il costo della vita aumenta ma gli stipendi no. E’ inoltre ovvio che, data la situazione, i consumi crolleranno. Ciò avrà conseguenze deleterie sull’economia e sui posti di lavoro.
Il rincaro di energia e materie prime metterà ulteriormente nella palta aziende già provate dalla crisi da stramaledetto virus cinese. Ci saranno pertanto chiusure di attività e licenziamenti. Quindi, ulteriore povertà!
Penuria energetica
A proposito di energia: è patetico sentire strillare all’imminente carenza di elettricità e all’aumento delle bollette proprio quei politicanti triciclati che, cedendo al populismo ed all’isteria ro$$overde, hanno deciso l’uscita dal nucleare. Ebbene, non solo le centrali atomiche svizzere vanno mantenute in attività, ma bisogna costruirne di nuove. Del resto, la Francia progetta di piazzare ulteriori reattori a pochi chilometri dal confine elvetico. Per cui, a cosa serve spegnere le nostre centrali nucleari? Solo a metterci nella palta per correre dietro alle paturnie ro$$overdi, sposate da un sedicente “centro” sempre più allo sbando!
Non ci sono i soldi?
Nella situazione marrone in cui ci troviamo anche per colpa del governicchio federale, cosa fanno i camerieri bernesi di Bruxelles? Invece di sostenere il potere d’acquisto dei cittadini, ad esempio con sgravi fiscali sulla benzina e sulla nafta, blaterano che i “ricchi svizzeri” si possono permettere il rincaro e che “non ci sono soldi” per aiutare la popolazione residente. E intanto continuano a regalare miliardi all’estero!
A proposito: quanti miliardi ci costeranno i profughi ucraini? E i migranti economici, il cui numero è destinato ad aumentare esponenzialmente a causa della guerra? Quanti miliardi verremo costretti a sborsare per la ricostruzione dell’Ucraina? Ma per queste cose i soldi ci sono sempre!
Lorenzo Quadri