Accordo quadro, gli eurobalivi sbroccano: “la Svizzera non sa quello che vuole”
Uhhhh, che pagüüüüraaa! Secondo le ultime notizie in arrivo da Oltregottardo (TagesAnzeiger, ripreso anche dai portali online ticinesi) gli eurofunzionarietti sarebbero “irritati con la Svizzera” che “non sa quello che vuole”. Oggetto del contendere è il vergognoso accordo quadro istituzionale. Quello – repetita iuvant – che ci imporrebbe di riprendere automaticamente in Svizzera il diritto degli eurofalliti, e a sottostare a giudici UE.
Il passo inverso
La Gran Bretagna, a seguito della Brexit, ha deciso di far passare una per una le normative imposte in passato dall’UE per poi decidere autonomamente cosa tenere e cosa buttare. Noi invece, con lo sconcio accordo quadro istituzionale, dovremmo fare il contrario. Ciò che avrebbe conseguenze catastrofiche. Un bell’esempio (bello si fa per dire) di adeguamento al diritto UE lo abbiamo visto nei giorni scorsi con l’infame decisione del Consiglio federale a proposito della trasposizione delle direttive comunitarie sulle armi, che costituiscono uno sviluppo (?) del fallimentare accordo di Schengen. Se questa scandalosa calata di braghe non verrà buttata all’aria dal parlamento federale (improbabile vista l’aria che tira) oppure da un referendum, le tradizioni svizzere in materia di arma d’ordinanza al domicilio verranno gettate nel water. E non solo loro: nel water andrà anche la volontà espressa dai cittadini a proposito del possesso legale di armi (espressa nel febbraio 2011) e più in generale ci andranno la nostra libertà e la nostra sovranità. Riprendere il diritto UE significa infatti permettere agli eurobalivi di dettare legge in casa nostra. Nel senso letterale del termine. Alla faccia della sovranità nazionale, della democrazia diretta e dei diritti popolari.
Vendiamo ai cinesi
Sappiamo che il quasi ex ministro degli esteri PLR Didier Burkhaltèèèr (Didier, ciaone!) spalleggiato dal suo compare di partito Johann “Leider” Ammann, vorrebbe sottoscrivere l’accordo quadro istituzionale che prevede appunto la ripresa automatica del diritto UE, ovvero la nostra trasformazione a tutti gli effetti in colonia di Bruxelles. Per tanto così – visto che gli ordini, nell’illuminata visione del liblab Burkhaltèèèr, ce li schiaccerebbero direttamente i funzionarietti di Bruxelles non eletti da nessuno – tanto vale che chiudiamo Palazzo federale e vendiamo anche quello ai cinesi (meglio non dirlo troppo forte, altrimenti Leider Ammann potrebbe pensarci davvero).
I “Giuda” sono avvisati…
Il colmo è che, nella loro smisurata arroganza, i balivi di Bruxelles pretenderebbero addirittura che gli svizzerotti firmassero l’osceno accordo quadro entro fine anno! Qui qualcuno ha preso un colpo di calore. Oppure ha esagerato con i grappini (vero presidente “non astemio” della Commissione UE, Jean-Claude Juncker?).
Se lor$ignori di Bruxelles ritengono che “la Svizzera non sa cosa vuole”, sono fuori strada. In effetti, maggioranza dei cittadini svizzeri sa benissimo cosa vuole: mandare finalmente affan… la fallita Unione europea!
Per contro, la partitocrazia spalancatrice di frontiere e cameriera dell’UE vorrebbe, per l’ennesima volta, calare le braghe. Ma questi signori dovranno stare bene attenti nel portare avanti i loro piani da Giuda della volontà popolare. Perché, per loro sfiga, i diritti popolari e soprattutto le elezioni esistono ancora. Accordo quadro istituzionale? Col piffero!
Lorenzo Quadri