Il cosiddetto matrimonio per tutti è formalmente in vigore da venerdì
Un paio di giorni fa, ovvero venerdì primo luglio, è entratoufficialmente in vigore il cosiddetto “matrimonio per tutti”. In realtà le novità legislative riguardano sostanzialmente l’accesso all’inseminazione artificiale per le coppie lesbiche e le naturalizzazioni facili dei coniugi dello stesso sesso.
Il Mattino ha sempre avuto una posizione critica sul “matrimonio per tutti”. Questo perché era chiaro fin dall’inizio che il progetto, se approvato dal popolo, non avrebbe certo costituito un punto d’arrivo, bensì un punto di partenza. In altre parole, le varie lobby LGBTQVattelapesca se ne sarebbero servite come rampa di lancio per sempre nuove rivendicazioni di tipo settario. Con al seguito, ovviamente, la stampa di regime nonché la partitocrazia imbesuita dal politikamente korretto. Incluse ampie fette dell’ex PPD (oggi il Centro), ovvero il FU partito della famiglia.
Del resto, le citate organizzazioni LGBTeccetera non hanno perso tempo, e sono corse a dichiarare che “la strada è ancora lunga”. La tattica del salame è dunque annunciata. E porterà lontano, poiché ai suoi promotori non si può rifiutare nulla; pena l’immediato marchio d’infamia di omofobo, retrogrado, fascista.
Inutile dire che i più accaniti promotori dell’ideologia gender sono poi gli stessi che vogliono “fare entrare tutti” i migranti economici in arrivo da “altre culture”, dove i cosiddetti “non binari” non sono “solo” discriminati; vengono lapidati direttamente. Ma va da sé che queste cose non si possono dire: è becero razzismo!
I vicini a sud
Intanto in Emilia Romagna è nata una nuova diatriba: le quote rosa per le statue. Secondo un’illuminata risoluzione proposta da “Europa Verde” (ecco a cosa servono gli ambientalisti) “c’è un’enorme sproporzione tra autori ed autrici dei monumenti femminili censiti”. Perdindirindina! Insomma, non solo ci deve essere un numero sufficiente di statue raffiguranti donne, ma devono anche essere state eseguite da donne: altrimenti quegli sporcaccioni infoiati di scultori maschi bianchi si preoccupano solo “della bellezza e della sinuosità del corpo” invece di “valorizzare l’esperienza biografica specifica dei soggetti rappresentati”.
Dopo il festival del mestruo in quel di Milano, ecco dunque le grandi preoccupazioni di chi si riempie la bocca con la “parità”. E non illudiamoci: alle nostre latitudini non siamo mica messi meglio.
Lorenzo Quadri