Il PPD, la sua ministra ed il suo presidente della Posta stanno già brigando
Mentre la Doris uregiatta ricatta e minaccia i cittadini – ed in particolare le minoranze linguistiche – per affossare la “criminale” iniziativa No Billag, in casa, o meglio nel suo Dipartimento, le scoppia la bomba gialla. Ossia il ben noto scandalo della contabilità taroccata di AutoPostale che, con una serie di trucchetti – “sicuramente illeciti” ha dichiarato l’Ufficio federale dei trasporti, che ha pure presentato denuncia penale – si è ciucciata nel corso degli anni un’ottantina di milioni di sussidi in più solo dalla Confederella. Qui siamo al cortocircuito: un’azienda statale, controllata interamente dalla politica, che truffa lo Stato. Senza dimenticare le altre scelte “discutibili” dell’ex Gigante Giallo, che sta cancellando posti di lavoro a centinaia per volta, con la connivenza della partitocrazia e della Doris in primis. Quella stessa partitocrazia che però ricatta i cittadini con i posti di lavoro della SSR per costringerli a votare contro il No Billag. (Per la serie: “se votate Sì noi licenziamo tutti e diamo la colpa a voi”). Evidentemente anche nello Stato, o nel parastato, ci sono posti di lavoro di serie A (quelli della SSR, che producono propaganda per la casta) e posti di lavoro di serie B (gli altri). A proposito, chissà come mai i presidenti delle aziende statali controllate dal Dipartimento Doris sono tutti uregiatti? Vedi il presidente della Posta, vedi quello della SSR…
Sospensione necessaria
Fatto sta che, da quando è esploso lo scandalo Autopostale, la posizione della direttrice della Posta Susanne Ruoff si è fatta assai scomoda. All’indirizzo di Madame sono fioccate le richieste di dimettersi, o quanto meno di sospendersi fino a quando non si sarà fatta chiarezza sul giallo dei raggiri contabili gialli.
Ora, lo Stato di diritto vale anche per la direttrice della Posta, quindi chiedere dimissioni adesso è prematuro. Ma una sospensione – anche dallo stipendio che ammonta ad milione all’anno, più del doppio di quello di un consigliere federale – ci sta tutta. Gli accertamenti devono svolgersi senza elementi di disturbo esterni, e la Ruoff sarebbe la prima ad avere interesse ad “intorbidire” visto che in gioco c’è la sua cadrega.
Ed invece non ci sarà nessuna sospensione.
Il PPD si mobilita
Da quando è scoppiato lo scandalo Autopostale, la Doris PPD ha subito preso le difese della buona Susanne “un milione all’anno” Ruoff. I soldatini del suo partito – ma che strano! – sono prontamente corsi a farle l’eco. Il presidente del CdA Urs Schwaller, PPD, giovedì ha annunciato che la direttrice dell’ex Gigante Giallo resterà al proprio posto, tranquilla come un tre lire, a chiudere uffici postali anche durante gli accertamenti sulla contabilità farlocca di Autopostale.
Se come diceva Andreotti (sempre area democristiana) “a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre”: vuoi vedere che gli uregiatti hanno già deciso che lo scandalo Autopostale verrà messo via senza prete, onde evitare possibili situazioni di “imbarazz, tremend imbarazz” per la loro Consigliera federale?
Avanti con gli autopostali, pardon con i camion, carichi di sabbia!
Statalismo selvaggio
Evidentemente c’è chi è pagato un milione all’anno per “assumersi le responsabilità” (uella) ma poi, quando si tratta di farlo per davvero, ecco che arrivano gli amici azzurri a puntellargli (puntellarle) la vacillante poltrona. Nel privato ci sono dipendenti e dirigenti che vengono lasciati a casa per un post su facebook. Qui ci sono almeno 80 milioni di franchetti pubblici che ciurlano nel manico, ma sembra che si tratti di noccioline. Cosa volete che sia, in fondo sono solo soldi del solito sfigato contribuente! Soldi di tutti, soldi di nessuno!
I kompagni accusano la “privatizzazione” (?) per i disastri fatti dalla Posta, ma di privato nel Gigante Giallo non c’è uno spillo. L’azienda è al 100% di proprietà della Confederazione. Altro che capitalismo selvaggio. Qui il problema è lo statalismo selvaggio!
Lorenzo Quadri