Intanto gli assicuratori bruciano in borsa le riserve invece di restituirle ai cittadini

Qualcuno aveva forse dei dubbi? La stangata sui premi di cassa malati per l’anno di disgrazia 2023 era stata annunciata e puntualmente è arrivata. 6.6% di aumento medio a livello svizzero, e addirittura 9.2% per il Ticino. La tranvata ai danni del nostro Cantone è scandalosa ed inaccettabile. Il Ministro dell’interno kompagno Berset non ha fornito uno straccio di giustificazione sensata. Che la popolazione invecchia sarà anche vero, ma di certo l’andamento demografico non può spiegare un simile salasso. E come la mettiamo con gli anziani confederati che trascorrono la vecchiaia in Ticino? Quali le ripercussioni sui premi?

Naturalmente citus mutus sui costi sanitari – che paghiamo noi tramite aumenti di premio – provocati dai profughi ucraini. In Ticino, come noto, ce ne sono parecchi di più rispetto a quanto prevedrebbero le chiavi di riparto federali. E pure citus mutus sui costi provocati dai finti rifugiati con lo smartphone.

Fallimento LAMal

E’ inconcepibile che i ticinesi paghino premi troppo elevati praticamente da quando esiste la LAMal. Nella restituzione di quanto versato in eccesso (decisa nel 2014) siamo stati ampiamente buggerati. Abbiamo ricevuto indietro solo una frazione del maltolto.

Inoltre a fine 2020 gli assicuratori disponevano di oltre 12 miliardi di franchi di riserve; quelle obbligatorie superano di poco i 5 miliardi. C’è stata una mini-restituzione di 360 milioni nei premi del 2021. E poi? Martedì in un dibattito su tio.ch Bruno Cereghetti, già responsabile dell’Ufficio assicurazione malattia del DSS, ha dichiarato che “gli assicuratori malattia stanno scialacquando in borsa 2.5 miliardi di franchi di riserve”. Ah ecco. Sta di fatto che le casse malati invece di restituire le riserve ai cittadini che le hanno costituite pagando premi pompatipreferiscono bruciarle in borsa!

Manager all’ingrasso

E a pomparsi non sono solo i premi, ma anche le remunerazioni dei manager cassamalatari. La rivista “Saldo”, nella sua edizione del 14 settembre scorso, ha pubblicato la tabella che vedete in pagina, in cui figurano i compensi dei CEO dei principali assicuratori malattia, e come questi si sono evoluti dal 2017 al 2021. Le cifre si commentano da sole.

Ma ci sono anche altre cifre che ci piacerebbe conoscere. Ovvero quelle dei deputati federali che sono contemporaneamente lobbisti dei cassamalatari: ad esempio come membri di CdA di assicuratori malattia o di loro associazioni mantello. E che, in tale veste, incassano tanti bei soldoni. Questi deputati-lobbisti, come scrivevamo la scorsa settimana, intervengono attivamente nelle discussioni e nelle decisioni parlamentari su temi che riguardano gli assicuratori malattia. Ad esempio la restituzione delle riserve in esubero. Ed infatti l’hanno trombata in Consiglio degli Stati. Facendo gli interessi di chi? Dei cittadini che li eleggono, o dei cassamalatari che li foraggiano generosamente?

La mozione-bis

Sul tema riserve dei cassamalatari, martedì il Consiglio nazionale ha approvato una mozione di chi scrive che chiede la restituzione obbligatoria delle riserve eccedentarie a partire da un certo ammontare. Questa mozione, presentata nel settembre del 2020, è la versione più “soft”  di quella, risalente al 2019, che venne approvata dal Consiglio nazionale nel settembre del 2021 ma respinta dagli Stati lo scorso 13 settembre per 22 voti a 15 ed un’astensione. Al nazionale, la mozione del 2019 venne approvata con 103 sì contro 75 no e 2 astenuti. Per contro, quella del 2020 è stata accolta martedì con una maggioranza assai più ampia: 147 Sì, 36 No e 3 astensioni. I 36 no vengono, ma guarda un po’, dai verdi liberali e dagli uregiatti (partito del direttore del DSS Raffaele De Rosa). Tutti gli altri gruppi hanno votato a favore.  La mozione passa ora al Consiglio degli Stati. Se i rapporti di forza venissero mantenuti, le possibilità di accettazione sarebbero reali. Ma non ci facciamo illusioni.

Ecco come i $ocialisti…

Sta di fatto che, per l’ennesima volta, la mazzata per il Ticino è particolarmente pesante – quasi il 10%! – ed ingiustificata. Tanto più che questo salasso va ad aggiungersi alla notoria impennata del costo della vita.

Fino a quando si pensa di andare avanti con simili salassi? E’ scandaloso che il Dipartimento del kompagno Berset li accetti anno dopo anno! Ecco come i $ocialisti difendono il potere d’acquisto dei cittadini!

Senza dimenticare che in questo sfigatissimo Cantone, a causa della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, gli stipendi sono i più bassi della Svizzera.

E non ci sta bene nemmeno il circolo vizioso della $inistra, che continua a chiedere aumenti di sussidi. Eh no! I sussidi li paghiamo ancora noi con le imposte! Non sono i sussidi per il pagamento dei premi di cassa malati che devono aumentare; sono i premi che devono diminuire!

Intanto i 76mila e passa frontalieri – che non pagano la cassa malati, che beneficiano degli sconti italici sulla benzina, e soprattutto che approfittano del franco forte (per loro un aumento in busta paga) – se la ridono a bocca larga.

Lorenzo Quadri