Quadri: “il Consiglio federale, invece di limitarsi agli auspici, modifichi l’ordinanza”

A fine mese assisteremo al consueto teatrino annuale sugli aumenti dei premi di cassa malati. Triste sceneggiata, il cui copione è già noto. La farsa si concluderà con l’ennesimo aumento ingiustificato. Se si pensa che agli esordi della LAMAl il premio medio mensile era di 176 franchi… E nel frattempo il reddito dei ticinesi non è di certo raddoppiato; al contrario, la popolazione è diventata sempre più povera, a seguito della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia PLR-PPD-P$$.

Come se non bastasse, i premi di cassa malati crescono senza che ciò necessariamente rispecchi l’evoluzione reale dei costi della salute nel Cantone di riferimento. Questo perché il sistema di calcolo dei premi è arzigogolato oltre ogni dire. E lo è pro-saccoccia degli assicuratori, il cui strapotere nella formazione dei premi è cosa nota. Del resto, l’ex partitone è farcito di deputati alle Camere federali che sono contemporaneamente lobbisti degli assicuratori malattia. Lo ha rilevato di recente la stampa d’Oltregottardo.

Teoria e realtà

Un capitolo particolare nei premi di cassa malati riguarda le riserve degli assicuratori. Queste riserve ammontano attualmente a circa 8 miliardi. La copertura è del 190% per l’assicurazione di base e del 260% per le complementari. In due parole: le riserve sono eccessive. Di conseguenza, vanno restituite ai cittadini, i quali hanno pagato premi gonfiati che sono andati a costituire le riserve in esubero.

 “Logica vorrebbe questo – commenta il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadrituttavia, nella realtà le cose stanno diversamente. L’Ordinanza concernente la vigilanza sull’assicurazione sociale contro le malattie (OVAMal) prevede, all’articolo 26, che gli assicuratori possono ridurre le riserve eccessive a vantaggio degli assicurati. “Possono”, non “devono”. Di recente il Consiglio federale, rispondendo ad un’interpellanza del consigliere nazionale Udc Marco Chiesa, ha dichiarato che a suo parere le riserve eccessive “devono essere ridotte a vantaggio degli assicurati”. Come detto, però, la base legale attuale dice altro. Ora, si dà il caso che tale base legale sia un’ordinanza. E quindi il Consiglio federale la può modificare a piacimento, in modo autonomo”.

E dunque?

E dunque la domanda è: a che gioco giochiamo? Se davvero il CF reputa che le riserve in eccesso debbano essere restituite, non ha che da modificare l’Ordinanza prevedendo un obbligo in tal senso. Ma c’è anche un altro problema.

Quale?

Sempre l’articolo 26 dell’OVAMal, al capoverso 3, prevede che la restituzione delle riserve eccessive avvenga nel raggio d’azione dell’assicuratore malattia. Quindi in tutta la Svizzera. Solo che i premi vengono formati su base cantonale. Ci sono Cantoni i cui abitanti pagano premi troppo elevati rispetto alla spesa sanitaria reale, mentre altri ne pagano di troppo bassi. Il Ticino, come sappiamo dalla famosa telenovela della (non) restituzione dei premi pagati in eccesso, è tra quelli in cui si paga troppo. Evidentemente, non è corretto che chi, a spese di altri, già paga meno di quanto dovrebbe, benefici pure di una restituzione delle riserve che sono state costituite con i premi di chi ha invece versato in eccesso. Tramite mozione ho quindi chiesto al Consiglio federale di correggere l’OVAMal nel senso appena indicato. Quindi: restituzione obbligatoria, e non più facoltativa, delle riserve costituite in eccesso agli assicurati. Che però non sia uguale in tutta la Svizzera, ma consideri le differenze tra i Cantoni.

MDD