La commedia è finita! Altro che sottoscrivere nuovi trattati con Bruxelles: swissexit!

Ohibò, adesso i funzionarietti di Bruxelles fanno la voce grossa con gli svizzerotti sullo sconcio accordo quadro istituzionale, accusando la Confederella di immobilismo: “non si sa cosa voglia!”. Uhhh, che pagüüüraaa!

Per contro, quello che gli eurobalivi vogliono lo si sa benissimo, e da un pezzo: comandare in casa nostra tramite l’accordo quadro, che ci imporrebbe la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE, i giudici stranieri, e pure la direttiva comunitaria sulla cittadinanza. Quest’ultima direttiva-ciofeca non è da sottovalutare: infatti impedirebbe di fatto l’espulsione dalla Svizzera di cittadini della DisUnione europea. I quali potrebbero immigrare allegramente nel nostro Stato sociale senza temere di venire rimandati al natìo paesello. Stante la crisi economica da stramaledetto virus cinese, è evidente che la conseguenza di una regola del genere sarebbe un vero e proprio assalto alla diligenza elvetica.

Senza dimenticare che è pendente anche un’altra spada di Damocle: la disoccupazione dei frontalieri, una spesa che nell’UE qualcuno vorrebbe appioppare al paese dove questi ultimi lavora(va)no. Per le casse dell’assicurazione contro la disoccupazione svizzera, che già saranno messe a dura prova dalla crisi pandemica, la pillola aggiuntiva ammonterebbe a centinaia di milioni all’anno!

Non è raddrizzabile

Gli eurobalivi si lamentano che i loro camerieri bernesi non avrebbero mai presentato delle proposte sui temi “controversi” dell’accordo quadro, ossia: misure accompagnatorie, aiuti di Stato e la citata direttiva sulla cittadinanza.

Ribadiamo per l’ennesima volta: i tre punti in questione hanno indubbiamente un loro peso. Non sono però quelli cardine. Anche nella denegata ipotesi in cui le citate tre divergenze dovessero venire risolte a vantaggio della Svizzera, lo sconcio trattato coloniale rimarrebbe comunque inaccettabile. Perché inaccettabili sono i suoi fondamenti: ossia la ripresa automatica del diritto UE ed i giudici stranieri. Sarebbe la fine della sovranità elvetica. E dato che a Bruxelles non si sognano di rinunciare a simili assurde pretese, il governicchio federale dovrebbe una buona volta avere gli attributi per dire che le trattative sono FALLITE e che l’accordo NON si firma!

Smaniano per firmare, ma…

Cosa che però non si sogna di fare. Perché? Evidentemente perché il governicchio in questione vorrebbe tanto firmare. Cincischia solo per paura di andare incontro all’ennesima sconfessione (o trombatura che dir si voglia). Non tanto in sede parlamentare, ma in votazione popolare. Infatti, i soldatini della partitocrazia alle camere federali, dopo qualche distinguo di facciata, si affretterebbero a votare Sì. In primis proprio il PLR, ovvero il partito del ministro degli esteri binazionale KrankenCassis. I vertici liblab hanno in più occasioni definito l’osceno trattato coloniale “l’accordo della ragione, da firmare subito!”. Ed Economiesuisse, il club dei manager stranieri delle multinazionali che schiaccia gli ordini ai vertici del PLR svizzero, da anni ormai continua a fare pressioni per il Sì.

Tuttavia un conto è il voto sotto le cupole bernesi; mentre quello popolare rischia di essere un’altra storia.

Tanto per non farsi mancare niente, i balivi di Bruxelles pretenderebbero addirittura che la Svizzera versasse all’UE contributi di coesione più elevati. Ma col piffero! Altro che gonfiare i regali all’Unione europea. Bisogna azzerare la marchetta da 1.3 miliardi, perché i soldi dei cittadini svizzeri ci servono in patria!

Lo statista PLR si defila?

Aspetto curioso. In un suo documento Bruxelles affermerebbe perfino che nessuno all’interno del governicchio federale “si sentirebbe responsabile del dossier” accordo quadro. A noi risulta però che il capo del Dipartimento affari esteri abbia un nome, un cognome ed un partito: Ignazio Cassis, PLR. Ohibò: visto che il dossier Accordo quadro rischia di andare in palta, il “grande statista” PLR si defila? Non vuole assumersi la paternità del flop? Magari in ragione del fatto che già adesso la sua cadrega scanchigna in vista delle elezioni federali del 2023?

Lasciato a casa

A dimostrazione della stima di cui gode Consigliere federale PLR tra i colleghi: questi ultimi hanno deciso non mandarlo venerdì ad incontrare la presidenta della Commissione UE Ursula “sofà” von der Leyen. A Bruxelles volerà solo il presidente di turno della Confederella Guy Parmelin. Malgrado KrankenCassis avesse espresso il desiderio di presenziare, i suoi colleghi gli hanno detto di stare a casa. Una bastonatura a tutti gli effetti, che il ministro italo-svizzero ha tentato goffamente di giustificare (per salvarsi la faccia) come “logica, perché si incontreranno solo i due presidenti”. Certo, come no! Scusa più zoppicante non si poteva trovare perché, come la Ursula sa benissimo, un divano laterale non si nega a nessuno!

“I have a dream”

Sarebbe bello che venerdì a Bruxelles il buon Parmelin dicesse chiaro e tondo che lo sconcio accordo quadro istituzionale è morto e sepolto. Altro che sottoscrivere nuovi trattati con la fallita UE: è ora di disdire qualcuno di quelli in essere, a cominciare dalla devastante libera circolazione delle persone, che appartiene ad un mondo pre-pandemia. Lo stramaledetto virus cinese l’ha resa del tutto insostenibile.

Sarebbe bello, ma c’è come il vago sospetto che le cose andranno in modo diverso.

Lorenzo Quadri