Scuola che (non) verrà: 10 motivi per votare NO

 

  1. No al livellamento verso il basso delle competenze degli scolari ticinesi.
  2. No alla sostituzione della parità di partenza con la parità d’arrivo.
  3. No ad una scuola non svizzera.
  4. No alla creazione della scuola pubblica socialista.
  5. No alla trasformazione della scuola da istituzione a servizio sociale.
  6. No a rendere ancora più ugualitarista la scuola ticinese, che è già la più egualitarista della Svizzera.
  7. No all’utilizzo di allievi come cavie umane (e se la sperimentazione fallisce, chi si assume la responsabilità)?
  8. No ad una sperimentazione che non è affatto tale, ma è la partenza della riforma: il rapporto taroccato alla fine dei tre anni sperimentali è già programmato (inoltre, a dimostrazione della totale opacità dell’operazione: nemmeno si sa quale istituto verrà incaricato di stilarlo, e con quali indicatori).
  9. No a costi stratosferici ed esplosione della burocrazia: 7 milioni per la sperimentazione e 35 milioni all’anno per l’implementazione in caso di approvazione popolare. Costi che evidentemente pagherà il contribuente. Intanto però, adducendo misure di risparmio, il Dipartimento taglia sulle risorse per casi difficili. Quindi si risparmia sulla pelle degli allievi più fragili, danneggiando loro, le loro classi ed interi istituti scolastici. Poi però al DECS  i grandi scienziati in pedagogia, che mai hanno messo piede in un’aula, si sciacquano la bocca con “l’inclusione”.
  10. No ad una riforma che spinge tutti verso il liceo, svilendo la formazione professionale.