Da anni le polizie comunali e cantonali lamentano una mancanza di effettivi.
Negli ultimi tempi, anche per ovviare a questa mancanza, si sono allentati alcuni criteri d’ammissione alla scuola di polizia, ritenuto che essi fossero diventati troppo restrittivi e non più adeguati alla realtà attuale (ad es. sui tatuaggi).
Risulta tuttavia non essere ancora stata affrontata la questione del daltonismo. Questo disturbo della vista, che colpisce il 5-8% degli uomini (ma meno dell’1% delle donne, essendo il difetto legato al cromosoma X) viene infatti ritenuto motivo di inabilità tout-court alla professione di agente di polizia, indipendentemente da una valutazione della sua gravità .
Non si contesta che nelle forme gravi il daltonismo possa costituire giustificato motivo di esclusione dalla professione di poliziotto (sarebbe infatti assai problematico, per un agente, non riuscire a distinguere i colori delle vetture). Tuttavia c’è da chiedersi se un difetto leggero debba legittimamente continuare ad essere considerato motivo d’esclusione, o se, invece, anche il daltonismo andrebbe valutato a seconda della sua gravità .
Al proposito si rileva che l’aviazione civile britannica (vedi articolo allegato) già dal 2009 ha introdotto dei test di valutazione al fine di stabilire la gravità a partire dalla quale il daltonismo precluda l’esercizio della professione di pilota, invece di sancire un’esclusione a priori.
Nello stesso scritto si rileva come valutazioni analoghe sarebbero da applicarsi anche ad altre professioni: ad esempio quella di poliziotto.
Piuttosto, dunque, che ipotizzare l’abbandono del criterio della cittadinanza elvetica per l’ammissione alla scuola di polizia – ipotesi cui chi scrive sarebbe totalmente contrario – sarebbe forse opportuno valutare se, tra gli attuali altri criteri di esclusione, non ce ne siano alcuni che potrebbero venire riveduti.
Chiedo pertanto al lod. Consiglio di Stato:
– Non ritiene il CdS che considerare il daltonismo motivo d’esclusione dalla scuola di polizia, indipendentemente dalla gravitĂ del difetto, sia eccessivamente restrittivo?
– Non sarebbe opportuna l’introduzione di strumenti di valutazione del citato difetto visivo, sul modello di quanto fatto giĂ nel 2009 dall’aviazione civile britannica?
Con la massima stima
Lorenzo Quadri
Allegato
– Articolo Corriere della Sera, 19 giugno 2009