Il DECS ha imposto una riapertura a metà con direttive caotiche e contraddittorie

La frequenta è obbligatoria… ma anche no. Le direttive dipartimentali prevedono infatti che le assenze degli allievi saranno comunque considerate giustificate e non arbitrarie. Quindi, se un genitore non se la sente di mandare i figli a scuola…

Come da Diktat del DECS, le scuole comunali riapriranno domani, secondo le direttive – fumose, caotiche e contraddittorie – calate dall’alto dal dipartimento. “Calate dall’alto” è proprio il termine corretto. Il tanto decantato coinvolgimento dei comuni si è concretizzato in due video-riunioni interminabili dove, lo si è ben presto capito, il ruolo dei partecipanti era quello di fungere da foglia di fico per le decisioni già prese dal DECS. Non c’era alcuna volontà di ascolto, né di cercare delle soluzioni diverse e condivise. Le proposte alternative di Lugano e Locarno non sono state neppure prese in considerazione. Ed il dipartimento ro$$o  abbia almeno la decenza di non spacciare per “normalità scolastica” quella che riprenderà domani. Perché quella imposta dal DECS non è scuola, è un pasticcio. Domani mattina, migliaia di bambini e ragazzi si troveranno in una “scuola” (?) ben diversa da quella che hanno lasciato a marzo. Pretendere, come si legge nelle direttive dipartimentali, che “ricostruirà una quotidianità rassicurante” è una barzelletta.

E’ anche completamente a sbalzo sostenere che l’apertura scolastica a metà voluta dal DECS sarebbe una necessaria risposta alla decisione di riavviare le attività economiche. Ma col fischio! La proposta di Lugano e Locarno, sì che sarebbe stata una risposta adeguata. Quella dipartimentale, per contro, non dà alcuna garanzia che sarà ancora possibile garantire l’accudimento dei bambini nelle giornate (o mezze giornate) in cui non saranno a scuola.

Galoppini all’opera

Fanno poi quasi tenerezza quei galoppini $ocialisti, come il presidente della sezione P$ di Lugano, che si scagliano isterici contro le obiezioni del municipio al Diktat-Bertoli. Proprio questi galoppini vorrebbero il proseguimento ad oltranza del lockdown. Eppure sono favorevoli alla riapertura delle scuole, in modalità allucinante, solo perché così ha disposto il Consigliere di Stato del loro partito. Quando si dice i soldatini…

Intanto la maturità…

Sia chiaro che chi scrive non è un fautore dei lockdown. Il Mattino, in tempi non sospetti, è stato il primo organo di stampa a sostenere che dall’immobilità bisognava uscire quanto prima. E questo quando la maggioranza della popolazione, terrorizzata e resa isterica dalla dittatura mediatico-sanitaria, la pensava diversamente ed accettava di tutto e di più. Adesso il vento sta cambiando.

Ma la scuola si riapre, tutta, se ci sono le condizioni per farlo. Le contorte e bizantine direttive del DECS dimostrano che queste condizioni non ci sono. E allora sarebbe stato decisamente preferibile scegliere una via alternativa, che garantisse l’accudimento a tutte le famiglie che l’avessero richiesto. Tanto più che il ro$$o Dipartimento, nell’ennesima dimostrazione d’incoerenza, impone la riapertura delle scuole comunali in modalità allucinanti per pochi giorni, ma poi contemporaneamente cancella gli esami di maturità malgrado si sarebbero potuti benissimo svolgere in sicurezza. Se il diploma di maturità ticinese dell’anno di disgrazia 2020 non varrà una sverza, con pregiudizio del futuro accademico e non solo di tanti giovani ticinesi, si saprà chi ringraziare.

I problemi ci saranno

Anche un’altra cosa deve essere chiara: non c’è stata alcuna retromarcia di Lugano o di Locarno sulla riapertura delle scuole comunali. Il Cantone ha facoltà di imporla nelle modalità che vuole, anche contro la volontà dei Comuni. E di questa facoltà ha fatto uso.

L’istituto scolastico di Lugano ha messo in campo tutte le risorse umane e tecniche immaginabili, con uno sforzo davvero enorme, per applicare le direttive dipartimentali e mitigare i problemi che esse  causeranno a tante famiglie. Ma non bisogna farsi soverchie illusioni. I problemi ci saranno e la responsabilità se la dovrà assumere chi emette disposizioni che ciurlano nel manico.

Auguri

Auguri a tutti quanti – bambini, docenti, personale scolastico – domani torneranno in aula. E per quei genitori che legittimamente non se la sentiranno di mandare i figli a scuola, le disposizioni dipartimentali prevedono che le assenze verranno comunque considerate giustificate e non arbitrarie. In altre parole: la scuola è obbligatoria, ma se non mandi i figli sei giustificato. Solo una delle tante perle di coerenza del DECS.

Lorenzo Quadri