Tornare all’insegnamento a distanza? Anche no! Il governicchio federale pensi ai valichi!

Il governicchio federale e la sua task force continuano ad ordinare restrizioni, nel tentativo di mascherare i propri reiterati FLOP. Ovviamente, senza uno straccio di valutazione dei disastri provocati dai lockdown. Disastri non solo economici ed occupazionali, ma anche di salute pubblica.

Intanto la campagna di vaccinazione in Svizzera procede a ritmi scandalosamente lenti, se si pensa che Israele ha già vaccinato quasi un terzo della popolazione. Sicché il paese, nel giro di un paio di mesi, avrà raggiunto l’immunità di gregge. Da noi i burocrati dell’Ufficio federale di sanità pubblica si bullano dei 110mila vaccinati svizzeri; e intanto perfino la vicina Repubblicaci ha bagnato il naso!

Tanto per non farsi mancare niente, c’è chi ancora parla di chiudere le scuole. Come se le chiusure scriteriate, decise “ad minchiam” da un governicchio federale allo sbando ed in balia dei $inistrati, non avessero già fatto abbastanza danni a tutte le generazioni, a partire proprio dalle più giovani.

Eppure, ma tu guarda i casi della vita, le frontiere rimangono spalancate. Spalancate per i frontalieri, ma in effetti per chiunque. Tutti possono entrare ed uscire dalla Svizzera senza alcun controllo.

Il traffico non è calato

Da lunedì scorso sono stati mandati in lockdown anche i negozi non essenziali. E naturalmente la decisione su cosa è essenziale e cosa no è stata presa in modo del tutto arbitrario.

A seguito di questo ulteriore giro di vite qualcuno ingenuamente -molto ingenuamente a dire il vero – si aspettava una diminuzione delle colonne provocate dai frontalieri sulle nostre strade.

Invece, ciccia! Le code ci sono come al solito. Addirittura, i tassi di inquinamento dell’aria nel Mendrisiotto sono alle stelle. Non certo per colpa degli abitanti. Il perché del mancato calo del traffico l’ha ben spiegato l’ennesimo rappresentante dei frontalieri, interpellato da un portale online: ormai la maggior parte dei frontalieri lavora nel settore terziario. Ma chi è impiegato nel terziario non dovrebbe avere più possibilità di telelavorare, e tra l’altro il telelavoro è di principio obbligatorio? No, risponde serafico l’interlocutore: chi maneggia dati sensibili non se li può portare sul PC di casa.

Hai capito? Com’era già la storiella dei frontalieri che farebbero i lavori che i ticinesi non vogliono più fare? I lockdown del $inistrato Berset ci confermano invece che i permessi G non solo si cuccano gli impieghi nel terziario, ma pure quelli di responsabilità che comportano l’elaborazione di dati sensibili!

Chi ringraziamo per questa colonizzazione? Forse la solita libera circolazione delle persone voluta dal triciclo PLR-PPD-P$$?

Tutti possono entrare

Come si presenta la situazione ai confini, è ormai chiaro anche al Gigi di Viganello. I cittadini lombardi, grazie alle zone multicolor di “Giuseppi” Conte, in casa loro non si possono muovere nemmeno da un Comune all’altro. Tutti possono però arrivare tranquillamente in Ticino. Senza neanche dover esibire un tampone negativo. E mica solo per lavoro. Per qualsiasi motivo. Anche se, evidentemente, gli italici che varcano la ramina “per diporto” sono pochi; a maggior ragione ora.

Il governicchio ticinese nei giorni scorsi ha chiesto a Berna di chiudere i valichi secondari e di controllare i confini per almeno evitare il transito transfrontaliero generato da spostamenti non professionali. Una proposta assolutamente minimalista. La massima parte del transito è, evidentemente, professionale: frontalieri e padroncini. Ma i camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno risposto picche anche a questo. Nessuna misura!

La Germania ha disposto che i frontalieri devono sottoporsi ad un tampone ogni 48 ore. I politicanti bernesi, costantemente chinati a 90 gradi davanti a Bruxelles, niente! Frontiere spalancate ĂĽber Alles, limitazioni zero!

Caduti dal seggiolone

Il bello è che di recente sono arrivati gli scienziati del Politecnico di Zurigo a dire che le scuole aperte generano mobilità (ma va?) e quindi diffusione dello stramaledetto virus cinese; di conseguenza (?) bisogna chiuderle.

Cosa, cosa? E la mobilità provocata dall’invasione da sud, invece?Scuole chiuse e frontiere aperte? Ma qui qualcuno è davvero caduto dal seggiolone da piccolo!

Le nuove varianti del virus, utilizzate per giustificare le serrate, sono straniere. Arrivano in Svizzera dall’estero. Però sui confini nessun giro di vite?

Lorenzo Quadri