Senza prospettive occupazionali, i ticinesi continueranno ad emigrare ed a non fare figli
Ohibò, adesso tra la casta è diventato di moda riempirsi la bocca con il calo demografico in Ticino. In effetti questo sfigatissimo Cantone dal 2017 ad oggi ha perso qualche abitante.
Il fatto che in prima fila a montare la panna ci siano i $inistrati ro$$overdi è l’ennesima dimostrazione di incoerenza: ma come, costoro non sono per la “decrescita”? Inoltre, se gli abitanti diminuiscono, migliora anche l’impronta ambientale. Ma è chiaro che i kompagnuzzi multikulti la menano con il calo demografico perché mirano ad utilizzarlo come pretesto per far arrivare sempre più stranieri. Avanti con la politica della sostituzione!
Popolazione raddoppiata
In settant’anni, tra il 1950 ed 2020, la popolazione ticinese è raddoppiata. Ma nessuno si è mai sognato di lanciare degli allarmi sovrappopolazione. Adesso si registra un leggero calo, e la casta si prodiga in previsioni apocalittiche. Naturalmente senza mai toccare il vero problema. Ossia la devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia PLR-PPD-P$ più Verdi-anguria.
Addirittura il PLR, che dovrebbe essere un partito del “meno Stato”, è riuscito ad inventarsi la “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi) del “mister demografia”. L’ex partitone propone di creare l’ennesimo funzionario inutile e costoso. Proprio quando l’amministrazione cantonale è già gonfiata come una rana, con costi fuori controllo.
L’emerito professore
Tanto per fare un esempio, di recente il Corriere del Ticino ha dedicato una pagina alla “crisi demografica” ticinese con tanto di intervista al professore emerito di turno d’Oltregottardo, tale geografo Martin Schuler, presentato come grande esperto. Anche se le sue dichiarazioni (almeno così come vengono riportate) un qualche dubbio al proposito lo fanno nascere.
Tra i motivi dell’eccezionale crescita ticinese dal 1950 al passato recente (come detto la popolazione cantonale è raddoppiata in 70 anni) viene citata la presenza di una piazza finanziaria forte. Lapiazza finanziaria è però stata mazzuolata dalla partitocrazia calabraghista, che ha svenduto il segreto bancario in cambio di nulla, provocando la perdita di migliaia di posti di lavoro. Ed i licenziamenti continuano. I politicanti del triciclo prima distruggono uno degli atout del Ticino, e poi hanno ancora il coraggio di strillare allo “spopolamento”?
Chissà come mai?
Il dito viene poi puntato sul basso tasso di natalità: i ticinesi fanno in media meno figli rispetto al resto della Svizzera. Chissà come mai, eh? Forse perché, grazie all’invasione da sud voluta dalla partitocrazia, il mercato del lavoro di questo Cantone è il più disastrato della nazione? Forse perché gli stipendi sono i più magridel paese con una costante pressione al ribasso (sempre dovutaalla libera circolazione), mentre il costo della vita sale?
La casta lascia i ticinesi senza lavoro e senza certezze per il futuro, però si aspetta che mettano al mondo più figli?
Lo diciamo da anni
Sono anni che la Lega ed il Mattino lo ripetono: con l’invasione di frontalieri e di padroncini, i giovani ticinesi sarebbero stati giocoforza costretti ad emigrare, come un secolo fa. Ed è proprio quello che sta succedendo. I giovani partono per studiare Oltregottardo e poi ci rimangono. Chiaro: da quelle parti le opportunità lavorative per gli svizzeri sono maggiori e gli stipendi ben più alti. Specie in alcune professioni.
Meno immigrazione?
Senza nemmeno arrossire, i cosiddetti esperti lanciano pure un altro l’allarme: l’immigrazione internazionale verso il Ticino sarebbe calata. Ossignùr.
Punto primo: non c’è scritto da nessuna parte che la popolazione debba costantemente crescere.
Punto secondo: di far aumentare il numero dei residenti pompando l’immigrazione non se ne parla nemmeno. Sostituire i ticinesi con stranieri non può in nessun caso essere una risposta al calo demografico.
Visto poi che già non c’è lavoro per i residenti, che genere di immigrazione si vorrebbe incentivare? Quella di persone che ulteriormente soppiantano i ticinesi sul mercato del lavoro? Oppure quella di migranti in assistenza, magari provenienti “da altre culture”, che – per la gioia degli esperti di demografia – fanno tanti figli, tutti a carico del contribuente?
Intanto la spesa pubblica cantonale alla voce “sussidi” esplode: nel 2011, quindi 10 anni fa, si spendevano 1.37 miliardi all’anno. Adesso siamo a quota 2 miliardi! Chi paga?
No alla sostituzione
Clamorosa, poi, la boiata dell’emerito professore sui frontalieri. In Ticino i lavoratori di 35 anni sono così suddivisi: 25mila ticinesi e 10mila frontalieri. Una sproporzione allarmante. Nel 2000, prima della devastante libera circolazione delle persone, il rapporto eradi 35mila a 5mila. E quale sarebbe allora la soluzione? Risposta dello studioso: “Se il Ticino riuscisse ad integrare nel suo territorio questi giovani lavoratori frontalieri trasformandoli in residenti, tutta la discussione demografica partirebbe da premesse ben più positive (?). Sul piano economico questi frontalieri rappresentano una grande risorsa (sic!). Potrebbero esserlo anche sul piano demografico”.
Qui qualcuno è fuori come un balcone. Sostenere che l’invasione da sud sarebbe una risorsa è un insulto ai disoccupati ticinesi. Vedi la Consigliera federale PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) che, a proposito del continuo aumento dei frontalieri quando i posti di lavoro diminuiscono, afferma giuliva che il Ticino sarebbe “vittima del suo successo”.
Inoltre: è evidente che i frontalieri non hanno alcun interesse a trasferirsi in Ticino, dati i costi della vita da noi, a partire dai premi di scassa malati. Sta nascendo proprio il fenomeno contrario: ovvero, ticinesi che si trasferiscono oltreramina per fare i frontalieri svizzeri.
Ma soprattutto: il costrutto stesso è delirante. Prima si fa colonizzare mercato del lavoro cantonale da permessi G mettendo in fuga i giovani ticinesi, e poi si pretende di trasformare i frontalieri lombardi in ticinesi? In altre parole: si mira a promuovere apertamente la sostituzione?
Chi se ne esce con simili teorie del piffero, professore o non professore, va semplicemente mandato a Baggio a suonare l’organo.
Esempio da seguire
In Giappone gli stranieri sono il 2% della popolazione. Non il 30% come da noi. E nessuno si sogna di farne arrivare di più per presunti motivi demografici.
Se si vuole contrastare il calo di popolazione nel nostro Cantonebisogna rimettere in sesto il mercato del lavoro facendo saltare la libera circolazione delle persone. Il resto sono pippe mentali ed ideologia immigrazionista da tre e una cicca.