La scorsa domenica il pranzo della Lega in quel di Chiasso ha riscosso il meritato successo. Il Mendrisiotto, devastato dal frontalierato e dalla criminalità d’importazione “grazie” alla sciagurata politica delle frontiere spalancate (“bisogna aprirsi”) è il primo a toccare con mano l’esattezza delle previsioni della Lega e del Mattino in materia di libera circolazione delle persone.

Elezioni fondamentali
Le elezioni federali sono vicine. Queste elezioni non sono secondarie, come magari qualcuno potrebbe pensare. Al contrario: sono importantissime per il Ticino. Non sappiamo più come ripeterlo, ma dobbiamo mobilitarci. Dobbiamo convincere parenti, amici, conoscenti, e – soprattutto – gli indecisi a votare scheda Lega.
Ciò che rischiamo in caso contrario lo ha indicato il sondaggio del GdP: due seggi socialisti in Consiglio nazionale, con Raoul Ghisletta a Berna al posto di un leghista. Uno scenario che perfino il presidente del PLR ha definito “preoccupante”. Noi, più che preoccupante, lo troviamo catastrofico. Significherebbe che il Ticino si è rimangiato il voto storico del 9 febbraio: non ci sarebbe altra spiegazione, se venisse premiato alle elezioni federali proprio quel partito, il P$, che più di tutti ha fatto campagna contro l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, denigrandola come populista e razzista (giudizio ovviamente esteso a chi l’ha votata). Adesso che si tratta di venirne ad una sul nuovo articolo costituzionale 121 a, vogliamo raddoppiare a Berna – dove vengono prese le decisioni! – la rappresentanza di chi sta facendo carte false per sabotare il “maledetto voto” antieuropeista?

La tomba del 9 febbraio?
Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: il 18 ottobre rischia di diventare la tomba del 9 febbraio. Lo diventerà se non ci impegniamo tutti a scongiurare una simile eventualità. Il Ticino ha salvato la Svizzera almeno due volte. L’ha salvata il 6 dicembre 1992, grazie al Nano, con il voto negativo sull’adesione allo spazio economico europeo. Un No che tra l’altro, secondo gli euroturbo, avrebbe dovuto gettare la Svizzera nel baratro. Ed invece proprio grazie ad esso siamo messi meno peggio degli altri paesi europei. E il Ticino ha di nuovo salvato la Svizzera il 9 febbraio 2014. Adesso si tratta di andare avanti per la strada imboccata. Che è poi quella che vorrebbero imboccare anche tanti Stati membri dell’UE.
Il 9 febbraio sono la Lega e l’Udc. E sono dunque queste formazioni che i ticinesi devono premiare se non vogliono gettare alle ortiche quanto finora fatto – ed ottenuto. Non crediamo agli antieuropeisti di comodo che spuntano come funghi (è stagione) nei partiti $torici: si dimenticheranno delle promesse elettorali il giorno dopo le elezioni; hanno sempre fatto così. Non crediamo a chi ha sempre denigrato le battaglie della Lega come “populiste e razziste” e adesso cerca di saltare sul carro per tornaconto elettorale, leggasi sciacallaggio.
E non basta il voto preferenziale. Servono le schede della Lega. Se non arrivano, sghignazzano i kompagni. Quelli che vogliono rifare il 9 febbraio. Quelli che vogliono le frontiere spalancate. Quelli che organizzano le manifestazioni a sostegno dei frontalieri. Quelli che sognano di dare il voto agli stranieri. Quelli che ci riempiono di finti rifugiati. Quelli che vogliono farci mantenere, con le nostre imposte, tutti gli immigrati nello Stato sociale; perché loro, nell’industria sociale, ci tettano dentro. Quelli che vogliono sempre più tasse e più burocrazia: per loro esse si traducono in posti di lavoro sicuri per gli amici e gli amici degli amici. Il tutto a carico del contribuente.
Senza dimenticare poi che tra qualche mese ci aspetta un’altra battaglia: le elezioni comunali. Non arriviamoci da una posizione di debolezza.

Eleggere come si vota
Non basta votare bene su iniziative e referendum. Bisogna anche eleggere di conseguenza. Altrimenti non ci si può certo lamentare se la volontà della gente rimane lettera morta…
Morale della favola: servono schede, schede e ancora schede. Servono crocette per Battista Ghiggia agli Stati. E allora andiamole a prendere, queste schede e queste crocette. Dimostriamo ai balivi bernesi, quelli che vorrebbero svenderci all’UE, che il Ticino è sempre ancora quel Cantone fiero e orgoglioso che li ha fatti inciampare il 9 febbraio.
Lorenzo Quadri