Secondo i burocrati bernesi, l’obbligo di annuncio dei posti vacanti è una figata pazzesca
Avanti con le prese per il lato B! In tempi oltremodo sospetti, con il ballottaggio per il Consiglio degli Stati alle porte in vari Cantoni, i burocrati della SECO, ovvero la famigerata Segreteria di Stato per l’economia, ne hanno combinata un’altra delle loro. Hanno infatti pensato “bene” di pubblicare il primo rapporto sull’obbligo dei datori di lavoro di determinati settori professionali, quelli con un tasso di disoccupazione a livello nazionale (!) superiore all’8%, di annunciare i posti di lavoro vacanti agli URC (Uffici regionali di collocamento).
L’obbligo, come noto, è in vigore dal primo luglio del 2018. Esso costituirebbe, a mente della partitocrazia calabraghista e cameriera dell’UE, la cosiddetta “preferenza indigena light”. Già: ad una tale CIOFECA i politicanti della casta hanno ridotto la preferenza indigena votata dal popolo!
“Efficiente e conforme”
Inutile dire, che secondo la SECO – già tristemente nota per le statistiche taroccate su disoccupazione e frontalierato – anche questa volta tutto va a meraviglia! “La legge è attuata in modo efficiente e conforme”, sbrodolano i soldatini della SECO, e giù a snocciolare cifre e fumogeni assortiti!
La Legge sarà anche attuata “in modo conforme” (?); però non serve ad una cippa! Dimostrazione pratica: nel giro di soli tre mesi in questo sfigatissimo Cantone, devastato dall’invasione da sud voluta dal triciclo PLR-PPD-P$$, il numero dei frontalieri è aumentato di 2000 unità nel settore terziario, raggiungendo la quota record di 42mila!
Anche il Gigi di Viganello ha ormai capito che nel terziario non c’è alcuna carenza di manodopera residente. E’ quindi palese che, se fosse stata in vigore una preferenza indigena degna di questo nome, la maggioranza di quei 2000 posti sarebbe stata occupata da ticinesi e non da frontalieri!
Eppure l’aspirante senatore radikale Giovanni Merlini (quello che per ottenere la cadrega implora l’aiuto della $inistra tassaiola, euroturbo, spalancatrice di frontiere, multikulti, antisvizzera, islamofila) nel dibattito in Consiglio nazionale sull’iniziativa popolare per la disdetta della libera circolazione delle persone, ha avuto il coraggio di dichiarare che: “La preferenza indigena è applicata e le problematiche della libera circolazione sono attenuate”!
Uella, ma dove vive il buon Merlini? Sul pianeta Saturno? E gli elettori dovrebbero mandare a rappresentare il Ticino alla Camera dei Cantoni uno che se ne esce con simili fregnacce? Uno che, non contento di aver contribuito alla rottamazione della preferenza indigena votata dal popolo, ancora ci prende per i fondelli? Ma anche no!
La barzelletta
Senza contare che pure l’obbligo di annuncio dei posti vacanti agli URC, che ha trasformato la preferenza indigena in una preferenza fittizia degli iscritti alla disoccupazione, sta per diventare una barzelletta. Perché di indigeno non ha proprio nulla!
Nel futuro prossimo, infatti, i balivi di Bruxelles imporranno alla Svizzera di pagare la disoccupazione ai frontalieri, come se fossero dei residenti. I camerieri bernesi dell’UE abbasseranno immediatamente le braghe ad altezza caviglia. Risultato: tutti i frontalieri rimasti disoccupati si iscriveranno agli URC, potendo percepire le prestazioni di disoccupazione. Di conseguenza, anche loro beneficeranno (?) della sedicente preferenza indigena light! Al contrario, sempre più ticinesi, esaurito il termine quadro di disoccupazione, finiscono in assistenza. Quindi non sono più iscritti agli URC. Sicché per loro l’obbligo di annuncio dei posti vacanti non ha proprio alcun effetto.
Altro che “la preferenza indigena è in vigore e le problematiche sono attenuate”,caro aspirante senatore Merlini! Quella in vigore è una patetica FARSA voluta dal solito triciclo PLR-PPD-P$$, e le “problematiche” sono più gravi che mai!
Chiudere la SECO!
Quanto ai burocrati euroturbo della SECO che, in sprezzo del ridicolo, continuano a ripetere come un disco rotto che “tout va bien, Madame la Marquise”: i contribuenti svizzeri dovrebbero continuare a finanziare la SECO, che costa 100 milioni all’anno, per farsi manipolare e raggirare a suon di statistiche farlocche? Ma chiudiamo la SECO!
Lorenzo Quadri