Le modalità operative della $inistra (in senso ampio, comprendendo anche radikal chic ed ecologisti, tanto non c’è differenza se si esclude qualche lodevole eccezione) sono sempre le stesse. Costituire – tanto hanno il buon tempo – una miriade di gruppuscoli composti sempre dalle stesse persone, tutte tesserate di partito, per dare l’impressione di essere in tanti. Quando la realtà è diversa. Lo si vede con le varie combriccole di moralisti a senso unico in funzione antileghista: i gruppi sono diversi, ma gli aderenti sempre gli stessi. Lo si vede con l’appello pro-Polanski lanciato dal non patrizio Sergej Roic: anche lì tutti i firmatari sono P$: i medesimi che figurano nelle combriccole di cui sopra.
Humor nero
La stessa cosa si verifica per le varie coalizioni contrarie al traforo di risanamento del tunnel autostradale del San Gottardo. L’ultima a prendere posizione sul tema ha scelto di chiamarsi nientemeno che “Per un collegamento Sud-Nord sostenibile e scorrevole”, dimostrando in questo modo un certo senso dell’umorismo nero. Senza traforo di risanamento, infatti, il Ticino resterà tagliato fuori dalla Svizzera per almeno tre anni, altro che “collegamento sostenibile e scorrevole”.
La coalizione, abbiamo letto sui giornali, ha inviato una lettera aperta al Consiglio federale (è di moda) in cui si esprime preoccupazione per la qualità dell’aria in particolare nel Sottoceneri e si sostiene fantasiosamente che il secondo tunnel autostradale avrebbe quale conseguenza la “paralisi” del Cantone. Non si capisce come un traforo senza aumento di capacità, in quanto resterebbe aperta una sola corsia per senso di marcia, potrebbe portare alla “paralisi” del Cantone, visto che non provoca un aumento di traffico. Né esiste il rischio, paventato dai contrari al secondo traforo, che l’UE imponga agli svizzerotti l’apertura di due corsie per senso di marcia: infatti la capacità al San Gottardo non è sfruttata interamente neppure adesso.
Al di là di questo dato oggettivo, ci si consenta (uella) di esprimere costernazione per questo tipo di argomentazioni: ma come, non sono proprio questi gruppi di $inistra a volere l’adesione della Svizzera all’UE? Ma come, criticare gli eurofalliti non era roba da leghisti populisti e razzisti?
E i frontalieri non inquinano?
Il nocciolo della questione, però, è un altro. Come mai questi gruppi che denunciano la presunta futura paralisi del Ticino in caso di secondo traforo al Gottardo nonché il tracollo della qualità dell’aria (da rimanere stecchiti non appena si apre una finestra) non hanno nulla da dire sull’attuale e concreta paralisi dovuta all’invasione dei 60mila frontalieri e delle decine di migliaia di padroncini che entrano in Ticino uno per macchina?
E sull’inquinamento provocato da questa pletora di veicoli italici che entrano quotidianamente nel nostro Cantone; anche a questo proposito niente da dire?
Perché, se i signori sono preoccupati per la qualità dell’aria e per la scorrevolezza del traffico, invece di prendersela col traforo di risanamento del Gottardo senza aumento di capacità non si battono per il contingentamento dei frontalieri e dei padroncini?
Ah già, ma gli anti-gottardisti sono di $inistra: la devastante libera circolazione delle persone l’hanno voluta loro, e non solo l’hanno voluta, ma si oppongono a qualsiasi limitazione dell’invasione da sud, essendo ogni proposta in tal senso frutto di becero populismo e razzismo… “Dobbiamo aprirci”!
Insomma, abbiamo davanti l’ ennesimo esempio di chi vede la pagliuzza nell’occhio altrui ma non la trave, anzi il pilone da viadotto autostradale, nel proprio.
Più prosaicamente, il compianto Nano ad interlocutori di questo tipo rivolgeva la seguente esortazione: «Ma va’ a scopare il mare!».
Lorenzo Quadri