La commissione del Nazionale per il controprogetto all’iniziativa per la protezione della sfera privata
Ma guarda un po’! Adesso la commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale (CET) è d’accordo, per 18 voti a 7, di entrare in materia sul controprogetto diretto all’iniziativa popolare “Sì alla protezione della sfera privata”.
L’iniziativa in questione è quella che chiede che il segreto bancario degli svizzeri venga inserito nella Costituzione federale.
L’iniziativa leghista
Eh già. Si ricorderà che nel 2009, grazie alla lungimiranza del Nano, la Lega lanciò un’iniziativa popolare per inserire il segreto bancario nella Costituzione. Ma i partiti cosiddetti “borghesi” negarono il proprio appoggio. “Il segreto bancario è già sufficientemente tutelato”, dichiarò l’allora presidente dell’ex partitone Fulvio Pelli. Che acume!
Abbiamo visto come è andata a finire. Il segreto bancario è stato svenduto senza contropartita dall’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf. In questo modo si è decimata la piazza finanziaria ticinese. Infatti i licenziamenti proseguono a pieno regime, ma a poche unità per volta, per non dare mediaticamente nell’occhio. Ma tutti, a partire dai partiti $torici e dalla stampa di regime, se ne fregano.
Ipocrisia USA
Il bello è che, come è stato confermato nelle scorse settimane, gli USA, grandi accusatori a suon di ricatto morale del segreto bancario svizzero, sono ora diventati il più grande paradiso fiscale del mondo. Chi ha soldi non dichiarati, oggi li deposita negli States.
L’ipocrisia yankee non ha limiti. Ma naturalmente per gli Stati Uniti non c’è alcuna lista nera o grigia: loro possono permettersi di farsi tutti i porci comodi. E le organizzazioni sovranazionali, sempre pronte a starnazzare puntando il dito accusatore contro gli svizzerotti? Silenzio! Citus mutus!
A far girare le scatole ad elica non è neppure tanto l’ipocrita falsità a stelle e strisce. La calata di braghe, immediata e senza condizioni, degli svizzerotti, è quasi più urtante.
Peggio è possibile
Sappiamo però che la spirale discendente non è finita. L’ex ministra del 5% voleva infatti cancellare il segreto bancario anche per i cittadini elvetici. Per fortuna non ha fatto a tempo. Ma, c’è da scommetterci, qualcuno ci proverà di nuovo. A partire dai kompagnuzzi. Quelli che “fortissimamente vogliono” la fine di qualsiasi privacy bancaria, perché per loro risparmiatore è sinonimo di ladro. Sicché pretendono misure anti-segreto bancario che poi generano migliaia di disoccupati sulla piazza finanziaria. Però ci sono politicanti di $inistra, come il consigliere nazionale P$ Jean Christophe Schwaab, presidente della sezione romanda dell’Associazione impiegati di banca (ASIB), che si fanno eleggere spacciandosi per paladini dei posti di lavoro negli istituti di credito. Ma poi, una volta poggiate le natiche sulla cadrega parlamentare, sostengono senza remore quelle misure che cancellano proprio quei posti di lavoro che loro dovrebbero difendere.
Iniziativa-Xerox
Per cui i partiti borghesi si sono accorti, come al solito con anni di ritardo, che la Lega aveva ragione. E così, quando i buoi erano già fuori dalla stalla, hanno lanciato l’iniziativa-Xerox per salvare almeno il segreto bancario per gli svizzeri inserendolo nella Costituzione. Adesso la maggioranza della Commissione dell’economia e dei tributi ha proposto un controprogetto indiretto con lo stesso fine. Ovviamente non c’è da farsi grosse illusioni, ma almeno è un segnale politico al Consiglio federale.
Che poi le banche ed in particolare quelle grandi siano contrarie al segreto bancario “costituzionale”, non sorprende. Queste multinazionali, di svizzero hanno ormai solo il nome. A loro interessa l’accesso illimitato ai mercati mondiali. Le piazze finanziarie svizzere, a partire da quella ticinese, sono sacrificabili. Ancora di più lo sono i posti di lavoro in questo sempre meno ridente Cantone. Ed infatti le banche assumono italiani a go-go. Pochi frontalieri, forse. Ma tanti dimoranti farlocchi: gente che ha ottenuto il permesso B indicando un domicilio fittizio in Ticino, ma che in realtà vive con la famiglia oltreramina. Così si “abbelliscono” le statistiche dei dipendenti frontalieri. Ma guarda un po’!
Non facciamoci illusioni
A confermare che non ci si può fare troppe illusioni su eventuali rinsavimenti bernesi, provvede la stessa CET. Che infatti ha respinto una proposta che chiedeva al Consiglio federale di completare l’accordo sulla fiscalità del risparmio tra Svizzera ed UE in modo da impedire lo scambio di dati con paesi che non hanno avviato il processo di regolarizzazione.
Ma allora farci prendere per il “lato B” ci piace proprio! Ci sta bene calare le braghe a nostro danno, mentre altri paesi non si sognano di farlo e approfittano tranquillamente delle informazioni trasmesse dagli svizzerotti fessi!
Lorenzo Quadri