Come volevasi dimostrare, il consiglio federale, quello che non ne vuole sapere dell’iniziativa a tutela della sfera privata, si prepara a dare un’altra mazzata al segreto bancario. Si tratta dell’ennesima calata di braghe davanti alle pretese internazionali. E’ chiaro (tanto per restare su un tema attuale): chi si fa pecora il lupo lo mangia. E quanto a pecoraggine, il Consiglio federale non teme alcun confronto.

Dati rubati

In sostanza il governo svizzero è pronto a concedere assistenza amministrativa fiscale a paesi esteri anche se una domanda si fonda su dati ottenuti tramite reati secondo il diritto svizzero, purché lo Stato estero ne sia entrato in possesso nel quadro di una procedura di assistenza amministrativa e senza un comportamento attivo da parte sua. Visto che però, precisano gli scienziati bernesi nella loro spiegazione,  apprendere informazioni dai media non rappresenta un comportamento attivo, è evidente che qui ci si trova davanti ad un invito a spiattellare pubblicamente  le liste di dati bancari rubati. Il risultato non può che essere l’ennesimo fuggi-fuggi dalla piazza finanziaria svizzera, con conseguenti licenziamenti.  Grazie, ministra del 5%, per questa nuova prestazione a sostegno dei cittadini svizzeri! Ma per il PPD Widmer Schlumpf  “lavora bene” e quindi merita di venire sostenuta. Ricordatevene quando arriveranno le schede di votazione per il 18 ottobre.

Da notare che solo un paio di anni fa la proposta che ora si tenta di sdoganare era stata affossata in consultazione. Ma la ministra del 5% se ne infischia. Del resto è la stessa persona, abituata a mentire, che aveva detto che “il segreto bancario per gli svizzeri non è in discussione” e dopo poche settimane ha presentato al governo un progetto per affossarlo. Widmer Schlumpf è una marionetta dei kompagni e si comporta esattamente con loro.

Aspettiamoci ogni nefandezza

Con la sciagurata presa di posizione contro l’iniziativa a tutela della privacy, il Consiglio federale ha dichiarato di fatto che vuole abolire il segreto bancario anche per gli svizzeri. E’ chiaro che queste sortite svalvolate raggiungono subito le orecchie internazionali. E quindi provocano ogni genere di appetiti. Per la serie: tanto i rottamatori della Svizzera che siedono in Consiglio federale vogliono cancellare il segreto bancario anche per i loro concittadini, è quindi chiaro che accetteranno qualsiasi nostra richiesta.

Del resto da chi ha permesso senza un “cip” che dipendenti di banca che facevano semplicemente il loro lavoro nel rispetto della legge svizzera e delle direttive aziendali venissero svenduti ad autorità penali americane come se fossero dei delinquenti, ci si può attendere ogni genere di nefandezza.

Qui c’è gente che non solo rinuncia a difendere le proprie prerogative, frutto di decenni di lavoro delle generazioni precedenti, ma anche a trattare la resa. Il segreto bancario è stato smantellato in cambio di niente. Ovvio che gli eurofalliti si lecchino i baffi.

Quello che non è permesso al cittadino

Da notare che l’utilizzo di mezzi prova ottenuti illecitamente non è consentito nemmeno al cittadino vittima di aggressione:  a quest’ultimo non viene infatti permesso di documentare l’accaduto tramite un filmato “abusivo” registrato con un tablet (caso reale noto alla redazione).  Stati esteri ostili (altro che “amici”) vengono invece messi al di sopra delle regole, affinché possano soddisfare le propria voglia matta di fare cassetta a nostre spese. Non solo si è toccato il fondo, ma si sta scavando con le ruspe.

E naturalmente i moralisti da strapazzo criminalizzano ad oltranza la privacy bancaria come generatrice di chissà quali reati. Però nel contempo santificano – in base alla loro ideologia spalancatrice di frontiere – l’immigrazione illegale di massa. Arrivando addirittura a strumentalizzare senza vergogna le immagini dei bambini morti. A questi ricatti morali pacchiani ed indegni bisogna dire NO.

Lorenzo Quadri