Qualche promemoria dopo la sciagurata sentenza del TF favorevole alla richiesta francese

 

Nelle scorse settimane si è parecchio parlato, ed a ragione, della scellerata sentenza del Tribunale federale (o meglio: di una risicata maggioranza dei legulei del TF) che ha deciso la consegna dei dati di 40mila clienti UBS al governo francese, ribaltando una precedente decisione in senso contrario, presa all’unanimità dal Tribunale amministrativo federale (TAF).

Le risicate maggioranze in seno al TF e la decisione contraria dei magistrati dell’istanza precedente dimostrano che la sentenza del TF è una sentenza politica e non giuridica.

L’ennesima batosta

La sciagurata decisione costituisce l’ennesima batosta alla nostra piazza finanziaria, già falcidiata dalle politiche calabraghiste dell’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf. Politiche puntualmente appoggiate dal triciclo PLR-PPD-P$$; sicché è assai fuori posto che un aspirante consigliere agli Stati del PLR tenti, in sprezzo del ridicolo, di cavalcare la vicenda per farsi campagna elettorale. Come se i cittadini ticinesi avessero dimenticato il ruolo poco glorioso giocato dall’ex partitone nello smantellamento della nostra piazza finanziaria!

Al proposito alcune considerazioni:

  • La richiesta di 40mila nomi a casaccio avanzata dalla Francia è, senza ombra di dubbio, una fishing expedition. Il Parlamento si è sempre rifiutato di autorizzare simili pratiche. La risicata maggioranza del TF, con la sua decisione a favore della consegna dei nomi, ha aggirato la volontà del legislatore. Quindi è stata violata la separazione dei poteri.
  • La sentenza sul caso francese crea un pericoloso precedente per richieste analoghe da parte di altri Stati. Che infatti stanno già arrivando.
  • E’ inutile che la casta dei magistrati, davanti alle critiche a buon diritto sollevate contro la scellerata sentenza del TF, faccia quadrato strillando istericamente alla “separazione dei poteri”: a violare la separazione dei poteri sono stati i giudici del Tribunale federale, non chi li critica!
  • I legulei del TF non sono degli intoccabili. Vengono eletti dall’Assemblea federale in base alla tessera di partito, a seguito di negoziazioni tra le parti politiche che nulla hanno da invidiare ai mercati delle vacche di rurale memoria. Per ottenere l’appoggio di un partito, l’aspirante giudice federale deve dichiarare di sostenere, nell’ambito del suo margine di manovra, determinate posizioni. Se una volta in carica pensa di poter fare l’esatto contrario (passata la festa, gabbato lo santo), oltretutto provocando un danno enorme, il minimo – ma proprio il minimo – è che venga chiamato a renderne conto.
  • Scandaloso il ruolo dei burocrati euroturbo dell’Amministrazione federale delle finanze, che hanno sostenuto attivamente la richiesta francese, tra l’altro presentando ricorso contro la sentenza del TAF avversa alla consegna dei dati alla Francia. La situazione è evidentemente scappata di mano al Consigliere federale Ueli Maurer, che farà bene a procedere ad un accurato repulisti nei propri uffici. Che Maurer non abbia il controllo su taluni suoi servizi e non rispetti la posizione del suo partito in materia di privacy bancaria è disdicevole. Ciò non toglie che a smantellare il segreto bancario è stato il triciclo; certamente non l’UDC.
  • Ad inizio 2009, il ministro delle finanze PLR Hans Rudolf Merz – che verrà ricordato come il sosia di Gargamella, il cattivo dei Puffi – ebbe a dichiarare: “il segreto bancario svizzero non è negoziabile”. Nel giro di un paio d’anni, con la fattiva collaborazione del politicanti del suo partito ormai completamente privo di una qualsiasi bussola (è arrivato al punto di copiare il programma dai Verdi e di inciuciare con gli uregiatti, solo per le cadreghe), il segreto bancario è stato mandato a ramengo, con tutte le conseguenze del caso: piazza finanziaria fortemente ridimensionata, migliaia di posti di lavoro cancellati, una caterva di milioni persi dall’erario cantonale, centri città desertificati, eccetera.
  • Il PPD, di recente divenuto una costola del PLR, è direttamente responsabile dell’elezione in Consiglio federale dell’ex ministra del 5% Widmer Schlumpf, la becchina della piazza finanziaria.
  • Nell’aprile del 2009, la Lega, per volontà del compianto Nano Bignasca, lanciò un’iniziativa popolare per l’ancoramento del segreto bancario nella Costituzione federale. L’iniziativa fallì perché i partiti di cosiddetto centro (?), ed in particolare il PLR, rifiutarono di appoggiarla. In particolare l’allora presidente liblab Fulvio Pelli (il grande fautore della devastante libera circolazione delle persone grazie alla quale, a suo dire, i giovani ticinesi avrebbero potuto trovare lavoro a Milano) dichiarò che il segreto bancario era “già sufficientemente garantito dalla legge”: quindi inserirlo nella Costituzione sarebbe stato superfluo. Fulgido esempio di lungimiranza targata PLR.
  • Nel giugno 2013, esponenti del PLR nazionale furono tra i promotori dell’iniziativa “Per la protezione della sfera privata” che chiedeva di tutelare costituzionalmente (ma come: non era “inutile”? Non bastava la legge?) il segreto bancario per gli svizzeri. Ennesimo esempio di politica-Xerox (prima denigrare le proposte della Lega, poi fotocopiarle) e palese tentativo di chiusura della stalla dopo aver fatto uscire i buoi.
  • Come se non bastasse, l’iniziativa in questione venne poi pavidamente ritirata nel gennaio 2018 dietro rassicurazioni farlocche che non valgono la carta su cui sono scritte.
  • Morale: i politicanti del triciclo euroturbo non pensino di poter gettare fumo negli occhi a chicchessia. Lo smantellamento della piazza finanziaria ticinese ricade sotto la loro responsabilità.

#votalegaoiltriciclotifrega

 

Lorenzo Quadri