Le dimissioni della quasi ex ministra del 4% Widmer Schlumpf (che solo i kompagni rimpiangeranno) almeno una conseguenza positiva l’hanno già portata. Almeno per ora il segreto bancario degli svizzeri non si tocca. Il progetto di dare ai Cantoni un accesso agevolato alle informazioni bancarie dei contribuenti è infatti naufragato. La stroncatura ricevuta in consultazione è stata così netta che perfino il Consiglio federale ha deciso che non c’erano chance di riuscita, ed ha congelato la riforma.
Notizia positiva
E’ senz’altro cosa buona e giusta che – almeno per il momento – il tentativo di impiantare in Svizzera fallimentari modelli UE sia abortito. In effetti, la privacy bancaria è un elemento della fiducia tra cittadino e Stato, che caratterizza la Svizzera. Trattare invece i cittadini come potenziali evasori è quel che accade nella fallita disunione europea, e che la ministra del 4% mira a far succedere anche nel nostro paese. Perché bisogna diventare uguali all’UE di modo che non ci siano più ostacoli all’adesione, nevvero?
Primo capitolo
L’hanno inoltre capito anche i paracarri che la privacy bancaria è solo il primo capitolo della rottamazione. L’intenzione è quella di smantellare ogni diritto alla privacy del cittadino, in virtù di uno Stato opprimente e ficcanaso che, incapace di combattere la delinquenza, criminalizza il comune cittadino.
Protezione della sfera privata
L’asfaltatura emersa dalla consultazione è comunque un buon segno. Infatti, il popolo dovrà votare sull’iniziativa “per la sfera privata”, che vuole ancorare il segreto bancario degli svizzeri nella Costituzione. E’ dunque arrivato un segnale incoraggiante circa l’esito di questa votazione, che sarà determinante per il futuro. Si tratterà in effetti di un piccolo 9 febbraio. Da questa votazione sapremo se il popolo elvetico è d’accordo con la sistematica calata di braghe, in materia di piazza finanziaria, nei confronti di Paesi esteri ostili (altro che “amici”: gli amici non si comportano certo così). La calata di braghe finora effettuata non è affatto inevitabile: è frutto di una scelta di Widmer Schlumpf ed, evidentemente, di una maggioranza governativa. Maggioranza che, come sempre, cede al vecchio trucchetto del ricatto morale. Il nemico lo sa e ci marcia. Vedi il grottesco tentativo di colpevolizzare la Svizzera per le casse vuote di Stati esteri, quando la crisi economica mondiale non è stata certo provocata dal segreto bancario elvetico, bensì dalla scellerata finanza USA.
Avanti con la rottamazione
Se l’asfaltatura, in consultazione, dell’attentato al segreto bancario degli svizzeri è un buon segno per l’iniziativa a tutela della sfera privata, il fatto che il Consiglio federale abbia bloccato la riforma è un segno che anche in governo, chiusa la sciagurata era della ministra del 4%, il vento potrebbe cambiare.
Ma c’è anche un altro scellerato progetto di Widmer Schlumpf che va fatto saltare per aria quanto prima. Si tratta della marchetta fiscale ai frontalieri. Ossia la concessione, a questi ultimi, delle stesse deduzioni fiscali di cui beneficiano i residenti. E’ il massimo: tutti riconoscono l’esigenza di tassare di più i frontalieri, ma la quasi ex ministra delle finanze vorrebbe invece tassarli meno! Con, ovviamente, conseguenze perniciose per il Ticino.
Il nuovo parlamento, affossando la marchetta fiscale ai frontalieri, potrà dimostrare che, con le elezioni federali, il vento è davvero cambiato.
Lorenzo Quadri