Ci aspettano fallimenti a valanga, però l’ “assalto alla diligenza” svizzera continua
Intanto si “scopre” che parte degli aiuti statali servono a mantenere in vita imprese che avrebbero chiuso bottega anche senza il virus cinese: quindi i soldi pubblici vengono erogati male
Ma guarda un po’: nell’anno di disgrazia 2020 il numero di fallimenti in Ticino – secondo l’Ufficio federale di statistica – è diminuito del 18.2% rispetto al 2019. Questo su una media nazionale del 6.6%.
Cosa significa questo calo importante delle società andate a gambe all’aria? Forse che l’economia sta meglio (?) malgrado lo stramaledetto virus cinese? Ovviamente no.
La diminuzione dei fallimenti è imputabile agli aiuti statali. Vale a dire: questi aiuti stanno tenendo artificialmente in vita anche imprese che sarebbero fallite comunque, covid o non covid. L’effetto, è chiaro, è solo temporaneo.
Lo scopo era un altro
Se gli aiuti statali servono a far tirar là per qualche mese delle attività che senza il virus cinese avrebbero in ogni caso chiuso bottega (senza però ricevere contributi pubblici) vuol dire che i soldi dei contribuenti vengono utilizzati male.
L’obiettivo dei contributi pubblici è quello di evitare che imprese altrimenti sane siano costrette a chiudere baracca a causa dei lockdown eterni decretati dal kompagno Berset (che ha FALLITO nell’approvvigionamento di vaccini). Non di posticipare di qualche mese fallimenti che sarebbero avvenuti comunque!
Già che siamo in tema, risulta pure che il famoso credito ponte covid annunciato in pompa magna dal Cantone sia soprattutto un ponte… verso l’assistenza! Ma al proposito potremo essere più precisi nel prossimo futuro.
Ci piacerebbe inoltre sapere quante società italiche già decotte, arrivate qui grazie alla devastante libera circolazione delle persone, si sono cuccate aiuti pubblici.
Ed aspettiamo pure informazioni precise sui furbetti dell’italico quartierino che hanno ottenuto crediti covid con la truffa: come minimo vogliamo sapere quanti sono e quanti prestiti garantiti dalla Confederella (ossia dal solito sfigato contribuente) si sono intascati. Tutti soldi che ovviamente non torneranno più indietro!
Verso la valanga
Una volta che i contributi pubblici si esauriranno, si assisterà al fenomeno dei fallimenti in massa. Per prevederne le conseguenze occupazionali non serve di certo il Mago Otelma.
Però intanto, in barba alla crisi economica ed ai conseguenti licenziamenti, l’immigrazione di massa in Svizzera prosegue!
Non solo i frontalieri aumentano di continuo, ma anche gli stranieri che si trasferiscono qui. Ed infatti, malgrado ci siano meno impieghi, malgrado il settore della ristorazione rimanga in lockdown oltranza, malgrado i negozi siano stati chiusi per mesi, nel 2020 (anno pandemico!) sono arrivati nel nostro Paese 137’400 stranieri. Lo scrive l’Ufficio federale di statistica, non la Lega populista e razzista.
Attualmente in Svizzera ci sono oltre 300mila persone in disoccupazione parziale (quasi come gli abitanti del Canton Ticino!): dunque, che la partitocrazia spalancatrice di frontiere non ci venga a raccontare la fregnaccia che gli immigrati vengono per lavorare: NON C’E’ LAVORO nemmeno per chi è già qui!
Importiamo casi sociali
E’ evidente che ad attirare sempre più immigrati è il generoso (con gli altri) stato sociale finanziato dagli svizzerotti. E’ più conveniente farsi mantenere nella Confederella – magari arrotondando con qualche attività in nero – che lavorare nel paese d’origine!
A causa della crisi da stramaledetto virus cinese, la spesa sociale elvetica è destinata ad esplodere. Data la situazione, è evidente che i soldi pubblici dei cittadini svizzeri devono servire per aiutare i cittadini svizzeri. Ed invece – “grazie” alla devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia ed alla politica delle frontiere spalancate, voluta sempre dalla partitocrazia – continuiamo ad importare casi sociali dall’estero. Sia sottoforma di finti rifugiati con lo smartphone che di cittadini UE che si servono della libera circolazione per venire qui ad attaccarsi alla mammella statale.
Ricordiamo di transenna che, con lo sconcio accordo quadro istituzionale (bramato, ancora una volta, dalla partitocrazia) la fallita UE ci appiopperà anche la sua direttiva sulla cittadinanza. Ciò significa che non potremmo più espellere nessuno straniero in assistenza o delinquente, se trattasi di cittadino di uno Stato membro della Disunione europea.
Non c’è più trippa per gatti
Ma non ci siamo proprio! Vista la situazione di palta in cui versiamo, dobbiamo chiudere i rubinetti agli stranieri che sono qui a carico del nostro stato sociale. A partire dai permessi B.
Figuriamoci allora se possiamo permetterci di importare ulteriori migranti economici! Non c’è più trippa per gatti!
Lo ribadiamo per l’ennesima volta. A causa dello stramaledetto virus cinese il mondo è cambiato. E nella nuova situazione, la libera circolazione delle persone non è più sostenibile. Quindi deve SALTARE. Stop al rilascio di nuovi permessi G e basta mantenere migranti economici!
Lorenzo Quadri