Altro che tentare di vendere ai ticinesotti la balla dell’ “inversione di tendenza”
Sempre peggio: aumentano i frontalieri nel terziario
Ma tu guarda questi furbetti dell’Ufficio federale di statistica, ormai specializzati nella realizzazione di statistiche taroccate per reggere la coda al Consiglio federale! E, chissà come mai, la “creatività” dell’Ustat dà il meglio di sé sul tema del degrado del mercato del lavoro provocato dalla devastante libera circolazione delle persone.
Ancora in questi giorni si sta tentando di far credere che la situazione, sul fronte dell’invasione da sud di questo sempre meno ridente Cantone, non sia poi così tragica. Anzi, che ci siano addirittura dei segnali di miglioramento. Frena, Ugo! Se questo non è prendere la gente per il lato B…
Tentativo fallito
Così ecco apparire i titoloni di prima pagina sui “meno frontalieri” – e avanti con i voli pindarici. Obiettivo: tentare di far credere ai ticinesotti che l’invasione di frontalieri e padroncini è tutta panna montata della Lega populista e razzista. Ma il tentativo d’indottrinamento pro frontiere spalancate si arena miseramente non appena si considerano i dati un po’ più da vicino.
Il contrario
A fine 2015, il numero globale dei frontalieri in Ticino risultava diminuito di qualche unità (si parla comunque di cifre lillipuziane) rispetto alla fine del 2014. Questo vuol forse dire che nelle nostre lande ci sono meno ticinesi che sono a casa, in disoccupazione ed in assistenza, perché soppiantati dai frontalieri? No di certo. Vuol dire invece l’esatto contrario.
Infatti, se sul numero totale dei frontalieri c’è stato un minuscolo arretramento, nel settore terziario i dipendenti residenti Oltreconfine sono ancora aumentati: hanno raggiunto quota 38mila. I frontalieri sono invece diminuiti nell’edilizia e in parte nell’industria. Ohibò! Non ci vogliono studi universitari per capire quel che ciò significa.
Più soppiantamento
Se i frontalieri sono calati nell’edilizia, vuol dire semplicemente che questo settore economico sta rallentando. E che quindi offre meno posti di lavoro. Di conseguenza, i frontalieri sono diminuiti nelle costruzioni: ossia, dove ci sono sempre stati anche prima della devastante libera circolazione delle persone e dove non causano grossi fenomeni di sostituzione. Nell’edilizia la manodopera locale scarseggia. E, a tutela del dumping, ci sono contratti collettivi di lavoro.
Il numero dei frontalieri è invece cresciuto nel terziario. E’ cresciuto proprio dove non c’è alcun bisogno di reclutare lavoratori dal Belpaese: l’offerta di ticinesi basta (e avanza) a coprire le necessità del mercato cantonale. Osiamo sperare che nessuno spalancatore di frontiere pretenderà di venirci a raccontare che non si trovano, ad esempio, impiegati d’ufficio, funzionari di banca e segretarie ticinesi. Oltretutto in questi settori si assiste ai ben noti giochetti sulle condizioni contrattuali. Come le segretarie a tempo pieno a 1800 Fr al mese in taluni studi legali. O l’inflazionato trucchetto dell’assunzione (e quindi dello stipendio) al 50%, mentre il tempo lavorativo reale è al 100% o oltre.
Quindi i frontalieri aumentano proprio dove soppiantano i residenti e dove provocano dumping e svaccamento del mercato! Se questo è un segnale che le cose starebbero andando meglio…
Quadruplicati in pochi anni
E’ forse il caso di ricordare che i frontalieri nel terziario sono quadruplicati (sic!) nel giro di pochi anni. Erano infatti 10’327 nel quarto semestre del 1999; adesso sono 38mila. E continuano ad aumentare. Questo malgrado anche il settore terziario rallenti, mica solo l’edilizia. Specie per quel che riguarda la piazza finanziaria, svenduta senza ritegno dall’ex ministra del 4% Widmer Schlumpf. Meno posti di lavoro e più frontalieri vuol dire sempre più soppiantamento a danno dei ticinesi. Ecco il bel quadretto che si delinea. Altro che i titoloni “Meno frontalieri” per far credere che in fondo con la devastante libera circolazione delle persone senza limiti non si sta poi così male e quindi il voto del 9 febbraio può essere sabotato.
Quindi: che nessuno cerchi di farci fessi giochicchiando con le statistiche. Contingenti per frontalieri e preferenza indigena sono più che mai urgenti. A dimostrarlo sono proprio le cifre che si tenta di strumentalizzare per far passare il messaggio contrario. Mai sentito parlare di boomerang?
Lorenzo Quadri