Rom in arrivo dal Belpaese si fanno beffe delle nostre leggi. Servono divieti d’entrata

Altro che « non problema ». L’accattonaggio sta diventando un problema viepiù manifesto. Anche sulle rive del Ceresio, dove sempre più soggetti “non patrizi” chiedono l’elemosina in modo molesto e minaccioso. Tentando di approfittare in particolare degli anziani. Le testimonianze oculari in tal senso non mancano.

Le cifre sono state messe di recente nero su bianco, nell’ambito della risposta del Municipio ad un’interrogazione del consigliere comunale leghista Andrea Sanvido. Nei primi 4 mesi dell’anno in corso sono infatti state elevate il doppio delle contravvenzioni dell’intero 2022: 56 contro 27. E ovviamente non tutti coloro che praticano l’accattonaggio vengono denunciati e sanzionati.

E’ facile immaginare che i mendicanti molesti arrivino a Lugano da qualche campo Rom lombardo o piemontese. Giungono qui col Tilo; magari senza nemmeno pagare il biglietto.

Delle multe, costoro se ne fanno un baffo: non le pagano. Quindi rimangono di fatto impuniti. Anzi, poco dopo l’intervento della polizia riprendono la loro attività. La situazione è frustrante ed inaccettabile, sia per i cittadini importunati che per le forze dell’ordine. La polizia deve dunque avere la facoltà di “accompagnare” gli accattoni Rom in stazione e di caricarli sul primo treno diretto a sud. Questa facoltà però al momento non è data; di conseguenza, chi volesse farne uso rischia di finire sotto accusa per sequestro di persona (ö la Peppa!).

Scandaloso sabotaggio

Se la via, come afferma il Municipio nella sua risposta all’interrogazione Sanvido, è quella del divieto d’entrata in Ticino, allora va seguita ed il Ministero pubblico deve fare la propria parte. Perché ne abbiamo piene le scuffie di una giustizia inflessibile solo con gli sfigati automobilisti incappati nelle maglie di Via Sicura e buonista-coglionista con i delinquenti stranieri, da cui si fa addirittura prendere per i fondelli.

A Ginevra e Lucerna i $inistrati hanno scandalosamente sabotato le leggi locali contro l’accattonaggio. Le solite associazioni immigrazioniste hanno infatti istigato e finanziato una pletora di ricorsi presentati da persone sanzionate più volte. Si è arrivati fino alla Corte europea dei diritti dell’Uomo, la quale ha stabilito che le disposizioni dei due Cantoni sarebbero “lesive del diritto alla vita privata” (?). Si tratta dell’ennesima fregnaccia partorita da giudici stranieri; nonché l’ennesima dimostrazione che la Svizzera deve sottrarsi alla loro giurisdizione. Ed invece la partitocrazia, tramite sconci accordi istituzionali, vorrebbe sottomettere il paese anche alla Corte europea di Giustizia! Alla faccia della nostra sovranità ed indipendenza!

Basta doppi passaporti

Per non farsi mancare niente: dopo la decisione dei legulei di Strasburgo contro il divieto ginevrino, una consigliera nazionala $ocialista  con doppio passaporto ha avuto la bella idea di esultare sui social. Le leggi democraticamente decise in Svizzera vengono rottamate da giudici stranieri, ed i politicanti $inistrati esultano. Politicanti che non si sentono nemmeno abbastanza svizzeri per rinunciare al passaporto del paese d’origine. La Lega presenterà a Berna una nuova iniziativa parlamentare (la seconda) per far sì che presupposto per ricoprire cariche politiche, almeno a livello federale, sia il possesso della sola cittadinanza elvetica. Basta con i titolari di passaporti plurimi sotto le cupole bernesi!

Se altri “possono”…

In ogni caso, per quel che riguarda il Ticino, il nostro divieto di accattonaggio è incontestato. Dunque va fatto rispettare. Altrimenti la situazione continuerà a degenerare.  Se si sparge la voce che le sanzioni sono una farsa, il flusso di accattoni dalla vicina Penisola non farà che aumentare.

Come tutti i reati, anche l’accattonaggio ha vari gradi di gravità. Ma è chiaro che nei confronti di chi viene beccato a praticarlo in modo molesto, magari in gruppo e servendosi di bambini, va decretato il divieto d’entrata in Ticino. Così si rende possibile l’allontanamento dei facinorosi dal territorio cantonale.

Se altri Cantoni lo fanno, dobbiamo poterlo fare anche noi!

Lorenzo Quadri