Le casse pubbliche sono vuote, ma per i finti rifugiati i soldi si trovano sempre
I cittadini non si possono muovere per colpa dello stramaledetto virus cinese. Però i finti rifugiati continuano ad entrare in Svizzera non solo come prima: addirittura più di prima. Il numero di domande d’asilo presentate nel nostro paese è infatti aumentato negli ultimi mesi. I migranti economici provengono in particolare da Eritrea, Algeria e Turchia (quest’ultima candidata all’adesione all’UE!). Si tratta quindi di finti rifugiati, dal primo all’ultimo. Ma loro naturalmente possono viagggiare, per arrivare qui ad attaccarsi alle mammelle del sempre più esausto Stato sociale. Va da sé che il movimento è a senso unico. Virus o non virus, i finti rifugiati entrano tutti. Ma quando si tratta di rimpatriarli nel natìo paesello allora… sa po’ mia! C’è la pandemia
vanti con la presa per il lato B!
Conto miliardario
I finti rifugiati costano ogni anno miliardi. Nelle scorse settimane abbiamo riferito da queste colonne del caso di una famiglia di migranti economici eritrei, che è costata ad un Comune nel Canton Zurigo 1.3 milioni di Fr. Il Comune, essendo piccolo, si è trovato in gravi difficoltà. Chiaramente non si tratta di un caso isolato. Ma la partitocrazia non fa nulla per cambiare questa situazione.
Decine di migliaia di svizzeri si troveranno nella palta a causa della crisi da stramaledetto virus cinese. I soldi del nostro Stato sociale servono per le nostre necessità. Invece continuiamo beati (o meglio: beoti) ad essere il paese del Bengodi degli immigrati clandestini.
Un paio di esempi provenienti dalla recente sessione invernale delle Camere federali, conclusasi poco prima di Natale.
La partitocrazia ha respinto una mozione che chiedeva che i migranti economici, destinati all’espulsione, fossero assicurati alla cassa malati solo secondo una formula light e con prestazioni ridotte.
I costi sanitari causati dai finti rifugiati rimangono avvolti nelle nebbie. Si parla comunque di centinaia di milioni ogni anno. Lo stesso discorso d’imboscamento vale per i costi dell’asilo in generale. La partitocrazia spalancatrice di frontiere trova preferibile che il popolazzo non venga a conoscenza di certi datiimbarazzanti.
Chiaramente i migranti economici non pagano i premi di cassa malati. Vengono qui a farsi curare a spese del contribuente. Un vero e proprio turismo della prestazione medica. E questa opportunità, ça va sans dire, viene sfruttata senza remore. Tanto il conto lo pagano gli svizzerotti fessi!
E’ ovvio che un simile andazzo non è tollerabile. Non lo sarebbein condizioni normali; figuriamoci in periodo di crisi economico-sanitaria. Da qui la richiesta dalla cassa malati “light”. Ma la partitocrazia rifiuta di cambiare rotta.
Rifugiati climatici
Sempre nella sessione invernale, il triciclo ha respinto un’iniziativa parlamentare che chiedeva di escludere i migranti “climatici” dal concetto di rifugiato ai sensi della legge sull’asilo.
Quindi, secondo la casta, un domani nemmeno tanto lontano i contribuenti elvetici dovranno farsi carico anche dei rifugiati in fuga (?) dai cambiamenti climatici. Grazie, triciclo!
Reati
E come la mettiamo con gli asilanti ospiti degli appositi centri, che spesso (sempre più spesso) e volentieri commettono reati sulterritorio? Forse che si vogliono inasprire le sanzioni nei loro confronti, ed in particolare decretare delle espulsioni, come da interpellanza leghista sul tema? Ma quando mai! Il governicchio federale respinge schifato ogni proposta in questa direzione!
Viaggi all’estero
Non ancora contenti, i camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno tentato di modificare la legge sugli stranieri conferendo agli asilanti la libertà di viaggiare liberamente all’estero. Rimanendo però sempre a carico del contribuente. E potendo, dopo, sempre rientrare in Svizzera.
Il divieto di viaggio, attualmente in vigore, con un simile disegno di legge sarebbe stato ridotto ad una farsa. Nel senso che sarebbe stato farcito di così tante eccezioni da renderlo di fatto un non-divieto.
L’asilante sarebbe stato autorizzato a recarsi ovunque, anche nel paese d’origine (dove in teoria sarebbe minacciato). E non solo per occasioni quali funerali di parenti stretti; ma anche, ad esempio, per eventi sportivi. La possibilità, poi, di muoversi (di fatto) liberamente negli Stati confinanti al nostro permette ai sedicenti rifugiati di prendere da lì l’aereo per recarsi in vacanza nel paese d’origine (cosa che dimostrerebbe che in patria non sono affatto in pericolo, e porterebbe quindi alla bocciatura della loro domanda d’asilo).
Per fortuna le nuove norme sono state affossate da un’inconsueta alleanza destra-sinistra, contrarie per motivi opposti (chi perché le riteneva troppo restrittive, chi troppo largheggianti).
E’ quindi evidente che si sta andando nella direzione contraria a quella che bisognerebbe prendere per limitare l’assalto alla diligenza elvetica da parte di migranti economici. E gli esempi in tal senso si moltiplicano! Grazie, triciclo!
Lorenzo Quadri