Sommaruga vuole conferire ulteriori diritti agli asilanti ammessi provvisoriamente
Invece di diminuire la nostra attrattività per i finti rifugiati la aumentiamo sempre di più. Avanti così, continuiamo a farci male da soli!
Qui sembra proprio che qualcuno abbia perso la trebisonda! Qualcuno o piuttosto qualcuna, e meglio la kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga! Sì perché la proposta del Consiglio federale – nel caso concreto: del dipartimento Sommaruga – di creare un nuovo statuto “di protezione” per asilanti non ci sta bene proprio per niente!
E’ il colmo: i cittadini votano una legge sull’asilo più restrittiva, ma la kompagna Sommaruga se ne impipa e vuole rafforzare le ammissioni provvisorie, nel senso di dare agli ammessi provvisoriamente più diritti per agevolarne la permanenza nel nostro paese! Mentre il “caos asilo” imperversa in Europa ed in Svizzera, l’ineffabile Simonetta cosa fa? Calcando le orme dell’Anghela Merkel vuole rendere il nostro paese ancora più attrattivo per i migranti economici che si spacciano per perseguitati! Ma ci piace così tanto emulare Tafazzi?
Più si spende per l’asilo…
Intanto per l’asilo già spendiamo miliardi di franchetti pubblici, cifra in crescita a velocità supersonica, visto che i migranti economici sono sempre di più. Nei primi nove mesi dell’anno gli arrivi in Svizzera sono stati 35mila: quindi abbiamo già raggiunto il tetto massimo che l’Austria, che ha dimensioni paragonabili alle nostre, si è fissata per tutto l’anno. Naturalmente più soldi si spendono per l’asilo – e stiamo parlando di miliardi di franchi, non di noccioline – meno ce ne sono per i cittadini svizzeri. Però in casa della partitocrazia nessuno sembra preoccuparsi dell’esplosione della spesa per l’asilo: per la serie, chissenefrega, vorrà dire che gli svizzerotti (“chiusi e gretti”) lavoreranno fino a 90 anni per mantenere i migranti economici! Che poi magari ci ringraziano accusandoci di essere razzisti…
Più attrattivi
Appare evidente che bisogna disincentivare l’arrivo di finti rifugiati – a stragrande maggioranza giovanotti con vestiti alla moda e almeno uno smartphone, che non scappano da nessuna guerra – e invece con il nuovo statuto per gli asilanti ammessi provvisoriamente si fa proprio il contrario, in quanto ci si rende più attrattivi.
“Situazione esplosiva”
Cosa significa, oggi, essere un asilante “ammesso provvisoriamente”? Il titolare di questo tipo di ammissione non è singolarmente minacciato, ma non può essere rinviato perché nel suo paese ci sono “disordini”, guerra o epidemie. Ha però l’obbligo di rimpatriare quando la situazione si è normalizzata. Invece questo, ma guarda un po’, non succede. Gli ammessi provvisoriamente restano tutti qua (magari però tornano a casa a trascorrere le vacanze, naturalmente con i nostri soldi). E non solo: sono praticamente tutti (l’84%) a carico del nostro Stato sociale. In questo modo si crea una situazione che l’ex consigliere nazionale $ocialista nonché ex Mr. Prezzi Rudolf Strahm – non un leghista populista e razzista – ha definito “esplosiva”.
Provvisorio significa provvisorio
Bisogna dunque fare in modo che le ammissioni provvisorie tornino ad essere ciò che devono: ossia, appunto, provvisorie. Non definitive come adesso! Ed invece il Consiglio federale cosa fa? Il contrario. Prendendo per l’ennesima volta a pesci in faccia la volontà popolare, vorrebbe scodellare un nuovo tipo di permesso che serve a consolidare lo status attuale – ossia: ammissione provvisoria uguale definitiva – dando ancora più diritti agli ammessi provvisoriamente!
Questo, è ovvio, vuol dire fomentare l’assalto alla diligenza svizzera da parte di migranti economici. Ed i primi a farne le spese, tramite aumento delle entrate clandestine, saremmo proprio noi ticinesi! Grazie, kompagna Sommaruga!
Ricongiungimenti?
Il nuovo statuto di protezione ideato dal Consiglio federale prevede infatti agevolazioni per i ricongiungimenti familiari, maggiore mobilità all’interno della Svizzera e possibilità di integrarsi nel mondo del lavoro. Qui qualcuno non è bene in chiaro. Gli ammessi provvisoriamente non devono integrarsi in Svizzera; devono partire il prima possibile. La storiella dell’integrazione è una bufala, perché questi asilanti non sono integrabili, e di lavoro non ce n’è nemmeno per gli svizzeri. E anche le agevolazioni per i ricongiungimenti familiari sono una cappellata, dal momento che gli ammessi provvisoriamente devono sì potersi ricongiungere ai familiari, ma nel paese d’origine: bisogna fare in modo che lascino la Svizzera non appena la situazione d’emergenza nel loro paese è superata, e non costruire ponti d’oro affinché restino da noi, portandosi dietro tutto il parentado (e nümm a pagum) come vorrebbe la $inistra spalancatrice di frontiere all’insegna del “devono entrare tutti”. Ed infatti, ma tu guarda i casi della vita, il P$$ davanti alla proposta governativa è andato in brodo di giuggiole.
Tre cose
Il Consiglio federale, in materia di asilanti ammessi provvisoriamente, deve dunque fare tre cose:
- far sì che rientrino nel paese d’origine non appena l’emergenza è finita, ciò che adesso non accade;
- scremare dallo statuto di ammesso provvisoriamente i rifugiati economici, ciò che adesso non accade;
- Gli svizzeri devono avere accesso al mercato del lavoro elvetico; gli ammessi provvisoriamente devono tornare a casa loro il prima possibile.
La proposta di nuovo “statuto di protezione” (?) va nella direzione esattamente opposta. Avanti così, facciamoci male da soli: diventiamo sempre più il paese del Bengodi per immigrati nello Stato sociale! A quando, invece, uno statuto di protezione dei cittadini svizzeri in casa loro?
Per una volta condividiamo la posizione del PLR, che al proposito della nuova boutade del Consiglio federale ha commentato così: bisognerebbe distribuire dei permessi “S”, ossia che NON conferiscono il diritto ad aiuti sociali, ciò che scoraggerebbe l’immigrazione.
Lorenzo Quadri