Virus cinese: il governicchio federale moltiplica i paletti agli aiuti in patria. Intanto…
A causa dello stramaledetto virus cinese, e meglio delle misure di lockdown (SERRATA in italiano) che hanno accompagnato la pandemia, l’economia svizzera in generale e quella ticinese in particolare si trovano immerse a bagnomaria nella palta.
Il governicchio federale ha deciso di aumentare il contributo Covid della Confederella previsto per la seconda ondata. Si passerà così da 400 milioni ad un miliardo (comprensivo della quota cantonale).
Tuttavia chi si aspetta degli aiuti immediati è destinato a rimanere con il naso in mezzo alla faccia.
Fuori le cifre degli abusi
Il CF non intende riattivare i crediti covid a tasso zero con garanzia federale diventanti “famosi” nella prima ondata. Questi prestiti sicuramente hanno costituito una risposta rapida alle necessità di liquidità delle aziende, ma sono stati gestiti in modo troppo “allegro”, senza controlli. Il motivo è noto: la garanzia della Confederella era integrale per i prestiti sotto il mezzo milione. Un copertura pubblica del 100% dell’importo implica una deresponsabilizzazione equivalente (ossia al 100%) delle banche che emettono i crediti. Ed infatti, esse hanno elargito in scioltezza prestiti per ben 16,8 miliardi. 1.3 miliardi sono stati distribuiti in Ticino. Al proposito attendiamo sempre un resoconto dettagliato sugli abusi. Già, perché questo sfigatissimo Cantone, grazie alla devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, si è riempito di imprenditoria-foffa in arrivo dal Belpaese. Ed i furbetti dell’italico quartierino si sono buttati a pesce sulla manna dei contributi federali. A quanto è dato di sapere, i casi di abusi nei crediti covid finora emersi rientrato proprio nella descrizione sopra. Ovvero: titolari stranieri di ditte farlocche che hanno usato i soldi dei crediti anticrisi a scopo personale (ad esempio per l’acquisto di beni di lusso).
Peccato che la manna in questione non piova dal cielo, bensì provenga dalle tasche del contribuente svizzerotto. E quindi gli aiuti non possono essere gestiti con la logica, che tanto piace alla $inistra, del “soldi di tutti, soldi di nessuno”.
Tempi lunghi
Con la seconda ondata di stramaledetto virus cinese cosa succede? Che invece di correggere il tiro si passa all’estremo opposto. I cosiddetti aiuti d’urgenza non sono concepiti come tali. Sembrano piuttosto dei sussidi strutturali come quelli che vengono concessi quando di crisi non ce ne sono. E dunque, il sistema di elargizione è burocratico e macchinoso. E i tempi sono lunghi: ben difficilmente prima di marzo le aziende in difficoltà vedranno qualcosa. Ma devono arrivarci, fino a marzo.
Si avvia invece verso l’asfaltatura la legge sulle pigioni commerciali. La legge prevedeva che, per il periodo di chiusura obbligata, l’inquilino pagasse solo il 40% della pigione. Secondo la previsione del Mago Otelma, la proposta verrà affossata durante la sessione invernale delle Camere federali (inizio 30 novembre).
53 milioni al BidONU
I soldi non mancano invece mai, ma nemmeno per sbaglio, per gli aiuti all’estero. I camerieri dell’UE in Consiglio federale mercoledì hanno infatti deciso di stanziare un contributo extra di ben 52,7 milioni di franchi al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUS).
Qui qualcuno sta prendendo la gente per il lato B! Dietro l’angolo ci aspetta un’altra pandemia: quella dei fallimenti aziendali con conseguenti cancellazioni di massa di posti di lavoro. E il governicchio federale pensa bene di regalare 53 milioni al BidONU? Oltretutto, questa ennesima paccata di soldi del contribuente andrà a finire in massima parte a foraggiare l’elefantesca burocrazia delle Nazioni Unite e, nei paesi destinatari, ingrasserà politicanti locali corrotti!
Ma possibile che i sette “grandi statisti” non riescano ad assimilare un semplice concetto: di soldi per regali all’estero non ce ne sono più! Fertig! Siamo in crisi, e quindi il denaro pubblico svizzero va impiegato per aiutare gli svizzeri! Altro che accordare sempre nuovi regali all’estero: qui bisogna cominciare a tagliare!
I $inistrati…
Ma naturalmente c’è sempre chi vuole fare ancora peggio. I politicanti ro$$i, quelli Verdi (che sono uguali ai ro$$i) e quelli Verdi-liberali (che sono uguali ai Verdi che sono uguali ai ro$$i) di milioni supplementari all’estero vorrebbero inviarne addirittura 230. Neanche si stesse parlando di noccioline!
Da qui al 2023 la Svizzera regalerà 11.25 miliardi all’estero, che i $inistrati avrebbero voluto pompare a 15 miliardi. In più, pagheremo il contributo di coesione di 1.3 miliardi alla fallita UE, la quale per tutto ringraziamento pretende di comandare in casa nostra tramite lo sconcio accordo quadro istituzionale, che il triciclo smania di firmare. E adesso, mentre si lesina sugli aiuti agli svizzeri, i contributi all’estero continuano ad aumentare? Ma col fischio! Fino a quanto la partitocrazia xenofila pensa di tirare la corda?
Lorenzo Quadri