La Lega, come volevasi dimostrare, ottiene risultati concreti a beneficio dei cittadini ticinesi. Il Consiglio di Stato ha nei giorni scorsi proposto a Berna la chiusura notturna di 10 valichi con l’Italia e la sorveglianza di due. La proposta non piove dal cielo. Trattasi infatti delle osservazioni governative alla mozione della Consigliera nazionale leghista Roberta Pantani che chiedeva la chiusura notturna dei valichi secondari. La mozione è stata approvata dal Consiglio federale e da entrambe le Camere.

Il muro del “sa po’ mia”

Ecco quindi che la Lega ancora una volta infrange il “muro del sa po’ mia”. E’ successo in varie occasioni in poco tempo. Alcune in ordine sparso:

          la trasmissione di dati dei padroncini all’agenzia delle entrate italiana, in funzione deterrente;

          l’introduzione della richiesta sistematica dell’estratto del casellario giudiziale ai cittadini UE che postulano l’ottenimento di permessi di dimora;

          il patentino (a pagamento) per i fungiatt frontalieri;

          e adesso la chiusura notturna dei valichi secondari.

Il tristo ritornello

A tutte queste richieste, come pure a numerose altre, la risposta iniziale è stata quel tristo ritornello del “sa po’ fa nagott”, cui ci hanno abituati i partiti storici ogni volta che c’è di mezzo la devastante libera circolazione delle persone. E a quello stadio si sarebbe rimasti senza la Lega. Secondo la filosofia (?) del “margine di manovra nullo”, la Svizzera dovrebbe rinunciare a qualsiasi tutela dei propri cittadini per attenersi pedissequamente a principi deleteri, che non vengono applicati da nessuna parte.

Grazie al PLR Schneider Ammann, ministro dell’economia, si rinuncia perfino al potenziamento delle misure accompagnatorie alla libera circolazione delle persone. Ossia ad un modesto contributo, basato interamente sul diritto interno, alla lotta al dumping e alla concorrenza sleale in arrivo da Oltreconfine.

L’allarme concorrenza sleale è ormai diventato una costante in Ticino da quando le frontiere sono state sciaguratamente spalancate (va da sé senza uno straccio di reciprocità) all’invasione di padroncini e distaccati. Un allarme che è stato ripetuto per l’ennesima volta nei giorni scorsi dalle associazioni di categoria. Ma naturalmente chi vorrebbe cancellare il “maledetto voto” del 9 febbraio da ormai oltre un anno cerca di fare il lavaggio del cervello ai cittadini per convincerli che va tutto a meraviglia, che “immigrazione uguale ricchezza” (tale sciagurata affermazione è stata fatta dall’attuale negoziatore con l’UE) e che quindi gli accordi bilaterali devono essere confermati senza esitazione, e che diamine!

O così, o così

La  chiusura notturna dei valichi secondari, ottenuta dalla Lega tramite lavoro di squadra a Berna  e a Bellinzona, non risolverà tutti i problemi di sicurezza: il disastro compiuto non si sistema con una sola misura. Però aiuterà. Rimane tuttora un’incognita: il consenso di Roma che sarebbe necessario (?) per concretizzare la chiusura

L’Italia, che nei nostri confronti è inadempiente su tutto – vedi lo sfacelo della Stabio-Arcisate, vedi la non applicazione degli accordi di Dublino per scaricare sul groppone elvetico asilanti che spettano alla Penisola – avrà la “tolla” di porre obiezioni? Può anche darsi. In quel caso, la conseguenza deve essere la decisione immediata di blocco dei ristorni dei frontalieri. Lo scandalo però sarebbe se all’eventuale njet italiano seguisse la rinuncia ad un provvedimento sacrosanto. Non è così che funziona. Se Roma si mostrerà collaborativa, bene. Se non lo farà, i valichi verranno chiusi lo stesso. E se avrà da protestare, verranno chiusi non solo di notte, ma anche di giorno. Tanto per vedere l’effetto che fa.

Lorenzo Quadri